TORNA A RISPLENDERE LA CHIESETTA DEL DOGE
Come un gioiello prezioso, dimenticato e riscoperto, così come un cuore, il cuore segreto e pulsante del Palazzo Ducale, di nuovo, dopo secoli, ha ripreso a battere, con forza, e nella sua veste più luminosa avvolto, riappare, rifulgente di quella luce che da sempre di sogni e incanto risplendere fa la magica città di Venezia.
La Chiesetta e l’antichiesetta del Doge a Palazzo Ducale, tra i più suggestivi luoghi sia per l’aspetto artistico che per il grande interesse storico, una gemma rara da pochi conosciuta e strettamente legata alla figura del Doge della Serenissima, alla sua devozione ed alla sua vita privata.
Una storia travagliata accompagna nel tempo questi spazi. Dalla triste spoliazione dei loro pregiati arredi in seguito alla caduta della Repubblica, alla loro trasformazione in aule d’udienza ed uffici del Tribunale generale d’appello sotto gli austriaci. Tribunale ma anche museo, con il trasferimento, nel 1823, nelle più importanti sale monumentali di Palazzo Ducale dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti e della Biblioteca Marciana.
Museo ma anche magazzino dall’inizio del ‘900 fino al 2006.
Un lungo viaggio carico d’insidie, ma dietro le tenebre che celano la strada sempre trova un nascondiglio, pronto a rivelarsi, uno splendido sole.
Anni di restauri, resi possibili, dall’ impegno congiunto delle due Soprintendenze per i beni architettonici e artistici di Venezia, della Fondazione Musei civici, e del Comune di Venezia. Un grande lavoro, fatto di cura ed attenzione, ma che con pazienza ha ridonato il soffio della vita ai
capolavori che adornavano questo luogo. L’altare, opera di Vincenzo Scamozzi, splendente nella sua veste di marmi policromi, un abside pensile
a caratterizzarlo e due piccole finestre interne, dalle quali, luce giunge, alla raffigurazione della Santa Vergine, nel gruppo scultoreo in marmo “Madonna con il bambino e quattro angeli”, realizzata tra il 1536/37, tra le ultime di Jacopo Sansovino. Anni di restauri, ben sette, per ridonare quel soffio vitale aidecori ed agli affreschi perfetti, che le mani sapienti, di Jacopo Guarana e di Girolamo e Agostino Mengozzi Colonna, secoli or sono avevano loro infuso.
Mani altrettanto attente e dotate d’una maestria innata hanno compiuto quest’impresa : l’Istituto Veneto per i Beni Culturali, che tra i propri corsi di formazione l’ha inserita, mentre per ciò che concerne le parti lignee, ne è il Centro Lombardo di Formazione Professionale “G. Terragni” di Meda, l’artefice. Circa 60 studenti, complessivamente, nei cantieri scuola, con l’aiuto degli insegnanti vi hanno partecipato.
Un aiuto prezioso, è infine giunto grazie al finanziamento disposto dal Comitato Italiano del programma congiunto Unesco – Comitati privati internazionali per la salvaguardia di Venezia, e alla generosità della Maison Cartier, che ha consentito, negli ultimi due anni, di completare il restauro della Chiesetta, attraverso il consolidamento e la pulitura della grande statua raffigurante ”La Madonna con Bambino e quattro angeli”, e all’ammodernamento dell’impianto d’illuminazione mediante il ripristino delle antiche torciere in legno policromo, fondamentale, in occasione, la prossima primavera, della riapertura di quest’ala del palazzo e del suo inserimento in un nuovo itinerario del Palazzo Ducale che comprenderà l’appartamento del Doge e le sale Foscari e del Tesoro e che, potrebbe intitolarsi, secondo quanto Gabriella Belli, direttore del MUVE, ha affermato durante la conferenza di presentazione,
“I tesori del doge”.