Terme Repubblicane di Pompei

Pompei,riportate alla luce le Terme Repubblicane

Terme Repubblicane di Pompei

Un nuovo risultato, è stato raggiunto a Pompei, durante gli scavi nei luoghi meno noti del sito archeologico. Dopo il ritrovamento di alcuni resti umani nella Necropoli di Porta Ercolano, ”hanno rivisto la luce ” le Terme Repubblicane”, il quinto stabilimento termale pubblico, della”Città dipinta d’eterno ”e con tutta probabilità quello dalle origini più antiche. Un progetto di studio , avviato dall’Università di Berlino (Freie Universität) diretto da Monika Trümper, in collaborazione con la Oxford University, e voluto dalla Sopraintendenza Speciale per Pompei , Ercolano e Stabia. Sita adiacente all’ ingresso del Foro Triangolare, la costruzione, durante la prima età imperiale (I sec. d.C.), caduta ormai in disuso, venne inglobata dalla ”Casa della calce” e dalla ”Casa dalle pareti rosse”, ovvero dalle due dimore private confinanti, custodita nel segreto del tempo, fino alla prima metà del secolo scorso. Fu, infatti, nel 1950, per primo Amedeo Maiuri, ad effettuare lo scavo dell’edificio ed a documentarne la planimetria. Dei primi scavi, ai quali, tuttavia, non succedettero altre indagini, cosicché l’area, fu nuovamente ricoperta dalla vegetazione e dalla terra, almeno fino ad oggi. Due le fasi che hanno caratterizzato l’operazione : la prima con lo scopo di ripulire l’area e il rilievo architettonico per riportare alla luce le strutture scavate nel ’50 da Maiuri, e la seconda, una campagna di scavo, della durata di tre settimane e terminata in questi giorni volta a comprenderne sia l’evoluzione architettonica nel tempo, sia le tecniche utilizzate per il funzionamento del complesso termale. Tra gli stabilimenti più antichi ritrovati a Pompei, le Terme Repubblicane, possono essere identificate come una fase sperimentale, per raggiungere l’ottimo risultato,del vicino, e cronologicamente, successivo complesso delle Terme Stabiane, ideale modello di stabilimento termale, con le tradizionali caratteristiche, ovvero tecnologia e suddivisione, utilizzati poi, in tutte le strutture dello stesso genere. Intercapedini areate,costituite da una serie di canali paralleli, situate sotto i pavimenti, al posto delle usuali suspensurae, successivamente utilizzate in tutti gli stabilimenti termali romani, per favorire il passaggio dell’aria calda, ed il conseguente riscaldamento dei locali, l’indizio che potrebbe costituire la conferma delle loro antiche origini. La scelta di concentrare l’attività di studio nelle aree del ”Laconicum” (sauna) e del ”praefurnium” (fornace),è stata dettata, in quanto, risultano tra i più antichi esempi conosciuti, per ciò che concerne la fase di passaggio,dal modello greco a quello romano, con lo scopo di comprenderne il funzionamento, e precisarne lo sviluppo cronologico. Insieme agli scavi, una nuova mappa dell’area è stata prodotta e mediante fotogrammetria e/o laserscan, una schedatura di tutti gli elementi decorativi ed architettonici. Ovviamente l’attività di studio non è affatto conclusa, ma la campagna, continuerà in futuro,con altre indagini stratigrafiche della struttura per precisare fasi e funzioni dei diversi settori. D’importanza fondamentale sono stati i risultati ottenuti durante queste ricerche, poiché forniranno gli strumenti scientifici necessari sia alla progettazione dei lavori di restauro, che alla conservazione ed alla,da parte del pubblico, finale fruizione del sito.

Sabrina Gatti sociologa ANS Lombardia


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