Sole e luna, maschile e femminile nel periodo post-moderno
La bomba MOAB e l’ostentazione fallocentrica
Una penetrazione potentissima di tritolo, da qualche giorno, sembra aver lasciato un’impronta precisa, ma non circoscritta. Una longilinea, dritta, virulenta asta metallica, a quanto pare ha penetrato un’area, sfregiando un terreno già di per sé arido, sicuramente non femminile. Anzi, intriso di alterata mascolinità miliziana. Una sorta di circoscritto rapporto tra rudi cavernicoli. Nient’altro. Si è verificata un’alternanza delle parti ed una differenziazione nell’esplosione seminale ( anche in questo caso, non vitale ma mortale). Nel caso dei kamikaze, si verifica un’eiaculazione di morte, medicalmente assistita. Poco seme letale, si libera e produce una fioritura triste di decessi, ridotta nel numero, ma moltiplicata per l’altissimo tasso di piccoli “membri” floridi di devastazione. Aumentando la grandezza dell’asta ed il suo potenziale germinativo, si ostenta la possibilità di fertilizzare in maniera non definita il grembo già ampiamente gravido di Thanatos.Partendo da questa analisi, cercheremo di venirne a capo, attraverso l’utilizzo di alcuni modelli. I modelli, non rappresentano la verità, ma possono riuscire a stimolarci nel ragionamento e nella distinzione.Esiste nell’anima di ogni essere ( umano o disumano?) un luogo “edenico”, nel quale l’equilibrio interiore non viene scomposto. Nel quale l’alternanza armonica di notte e giorno, produce una sorta di apertura e di normalizzazione dell’essere. Da questo concetto, bisognerebbe ripartire. Il femminile presente nel mondo, allo stesso modo del maschile è realmente tale?Nel mondo occidentale, apparentemente vi è una tracotanza di femminile, inteso come acquisitivo di virile. Apparentemente si accoglie e si fruisce di tutto. Si integra tutto. Si trasforma tutto. E se fosse che questo femminile, questa “ GRAND MOTHER”, sia solo un falso?
Analizzando il reale, valutando opportunamente i fenomeni sociali e geopolitici, possiamo constatare come in realtà, il nostro mondo civilizzato, mantiene nascosto, allo stesso modo di quello “non civilizzato” un permanere di tracotanza maschile, non creativa e “thanatica”, pronta a palesarsi, alla prima provocazione.Ora, mantenendo in piedi questa metafora, possiamo capire, che l’orientamento collettivo è globalmente orientato alla volontà indifferenziata di poter fecondare. Senza ragione, si cerca, ognuno nel suo piccolo (ma questo meccanismo, si produce indifferentemente anche allargando il sistema, fino a toccare gli ambienti sovranazionali) di spargere il proprio seme. Ma nessuno sembra accorgersi che ad oggi, c’è veramente poco spazio per fecondare e ci sarebbe da lavorare per ricostruire un “UTERO FECONDO E CREATIVO”.
L’integrazione dei popoli e la pace, possono germinare soltanto nella ricostituzione di un equilibrio perso.Quest’utero, dovrebbe subire una mutazione, innanzitutto allargandosi per contenere il TUTTO e dopo, riusciendo a trasformarsi in qualcosa di intelligente. In grado di mettersi dentro soltanto la parte evoluta delle differenti culture, la parte saggia ed ancestrale, la parte creativa, in grado di tutelare la vita su questo pianeta.Con tutta questa ridondanza di verità, di “eiaculati” mentali, culturali e religiosi, vi è bisogno di allargare il “GREMBO” e nello stesso tempo di renderlo fecondo di energia vitale e pulita .
In questa fase storica, i rapporti personali, organizzativi e sovranazionali, sono esplicitamente fissati in dinamiche narcisistiche, sadiche o masochistiche. L’energia creativa viene esplicitata e venduta in una modalità evoluzionisticamente non adeguata per l’uomo post-moderno. C’è un bisogno collettivo nascosto. Difficile da realizzare e portare a compimento e purtuttavia indicativo di una sola via di risoluzione. Normalizzarsi, mettendo da parte il delirio euforico, di vedere subito dei risultati. E’ complesso da gestire a livello emotivo, ma possibile ( pensiamo a grandi coscienze come il Mahatma Gandhi).
Bisogna essere capaci, nonostante tutta la morte, la razzia, lo sfregio che ci circonda, di ancorarsi con fede luminosa ed intelligente, alla sicurezza che in ognuno di noi, esiste grano e zizzania e che per vedere il grano maturo, bisogna con grande forza morale, essere in grado di controllare, ma non estirpare subito la zizzania. Essere capaci di aspettare, i frutti.Aspettare per “NOVE MESI” ( il numero nove, simbolicamente è collegato alla completezza ed al compimento) la gestazione dell’Uomo Nuovo.In caso contrario, non penso si possa arrivare ad un’evoluzione definita della nostra “SPECIE” e gli unici frutti che si potranno raccogliere ( così come direbbe un mio amico, in profondità “ Cavaliere”) saranno solo miliardi di “FALLI”, infecondi e “ FALLITI”.
Giuseppe Bianco
Sociologo e Life-coach