Sociologi, la sera in cui osarono le aquile

di Antonio Latella

Raccontare una verità distorta non fa onore a nessuno: soprattutto ad ex compagni di viaggio di un’esperienza che ha lasciato in eredità tanti amici, ma anche più di un’allodola che crede di fare sociologia con le metafore.

Lo fa sapendo che più alto delle allodole volano le aquile il cui coraggio di osare le rende libere, le fa diventare coraggiose e le aiuta a programmare il futuro. Se oggi, dopo 1626 giorni dalla diaspora sociologica di Palazzo delle Misericordie di Firenze, centinaia di laureati in sociologia guardano in alto, fino al punto in cui osano le aquile, l’ancien régime dell’associazionismo sociologico italiano ha l’obbligo di rispettare la libertà di iniziativa.

 Anche se il nuovo, nonostante qualche papillon, non ha blasoni da evocare e, per questo, si affida a un duro impegno in difesa della causa di migliaia di laureati in sociologia. E il lavoro paga in termini di consensi e adesioni, mentre il resto rimane ingabbiato nella dimensione di comitato condominiale.

L’Associazione Sociologi Italiani, che fin dalla nascita, ha deciso di andare per la sua strada e nel rispetto degli altri, oggi, è al centro degli attacchi di altre associazioni alle prese con un’emorragia di iscritti.  Ma questi non sono fatti nostri: riguardano solo quanti tentano di legittimarsi inventando iniziative che non sembrano avere come fine la difesa di quanti non riescono a svolgere la professione del sociologo.

Sono mesi che noi dell’ASI, assieme a migliaia di laureati in sociologia, chiediamo allo Stato interventi di tutela professionale e occupazione. Colpa del Covid-19? In parte sì. Ma se pensiamo ai risultati ottenuti da altre iniziative di un recente passato non possiamo rimanere inermi e farci avvolgere dalla rassegnazione. Adesso basta! Lo diciamo alla politica che pensa al consenso e al mantenimento di vergognosi privilegi mentre la povertà continua ad espandersi a macchia d’olio; lo diciamo al Governo in carica, lo partecipiamo al Capo dello Stato. La nostra pazienza ha oltrepassato ogni limite e le future azioni rivendicative saranno prese dall’Assemblea di sabato 23 maggio. È giunto il momento dell’unione di tutti i laureati italiani in sociologia. Pretendiamo un’interlocuzione con gli organi dello Stato: senza baroni, senza accademici, senza vecchi tromboni, senza società di formazione e di accreditamento. Altrimenti la piazza sarà la nostra casa.

 Come si fa a non pensare ai giovani poco più che ventenni, ai colleghi di mezza età: tutti alle prese con le stesse difficoltà di accesso alla professione e al mercato del lavoro.  Cittadini con una laurea, ma senza strumenti giuridici per proseguire la lotta all’attuale sistema gestito da baronie, da comitati d’affari e da altri ostacoli che lo Stato non riesce, o non vuole, rimuovere per realizzare il principio costituzionale della parità di tutti i suoi cittadini.

E dopo la metafora delle allodole – che segue le profezie dei gufi: “Dove vogliono andare questi pazzi esaltati”, levatasi nel cielo di Firenze la sera del 5 dicembre 2015 – non ci sono più le condizioni per una battaglia comune con altre associazioni sociologiche. Intanto perché noi abbiamo ottenuto il riconoscimento di legge, mentre il bluff degli altri è stato finalmente scoperto. In un servizio di Marco Lilli, pubblicato tre giorni fa su questa rivista, viene chiarito che la competenza sulle professioni sprovviste di ordine e di albo spetta esclusivamente al Ministero dello Sviluppo Economico. Un intervento, in punta di diritto come nello stile dell’amico Marco, che indirettamente chiarisce che tale regola riguarda anche il sociologo..

L’amicizia è una cosa sacra (almeno per noi), ma non è onesto nei confronti dei nostri iscritti avviare un dialogo ufficiale con quanti usano stupide metafore pur di apparire generali, quando invece non sono neanche dei semplici caporali. Il nostro è un protagonismo vero e non protagonismo  da chat.  Passo e chiudo. E “ognun per sé e Dio per tutti”.

Antonio Latella -giornalista professionista e sociologo


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