SOCIOLOGI ASI E FONDAZIONE ROBERTA LANZINO UNITI PER LA TUTELA DEI SOGGETTI DEBOLI
Continua l’impegno sul territorio da parte dell’Associazione Sociologi Italiani. Nella sede della Fondazione Roberta Lanzino, in via De Chirico a Rende, è stato siglato un altro importante protocollo d’intesa, dopo quello con l’ANFI di quattro mesi fa, tra i sociologi italiani e la più importante organizzazione calabrese per la lotta contro la violenza di genere. Sono quasi trent’anni che la Fondazione Roberta Lanzino opera sul territorio, per opera di Franco Lanzino, Matilde Spadafora e le decine di collaboratori, senza sosta e tanto costrutto, in favore delle donne oltraggiate. Punto di riferimento sicuro per le donne e i loro figli nei diversi centri di accoglienza ed aggregazione dislocati su Rende, nel suo hinterland e in altri punti della Calabria. Per L’ASI è fondamentale riportare al centro delle politiche sociali la famiglia, in modo concreto, interfacciandosi quotidianamente con le esigenze ed i bisogni delle mamme, dei papà e dei figli che la compongono. Non solo approfondimento scientifico dunque, ma presenza continua sul territorio per mettere in atto quanto analizzato a livello desk. Ecco perché il connubio con l’ANFI prima e la Fondazione Roberta Lanzino dopo. Tutte organizzazioni da tempo protagoniste sul territorio calabrese e nazionale di attività in favore della famiglia e contrasto alle patologie della stessa. E la violenza intramuraria, la violenza di genere, le dipendenze,il bullismo, l’alienazione parentale di cui sono vittime soprattutto i bambini, non rappresentano il malessere della famiglia? Malessere che su di essa si riverbera indistintamente o dalla quale viene scatenato
La maggior parte delle violenze di genere si sviluppano all’interno di una famiglia malata, si parla infatti di violenza intramuraria. Un problema che viene reso complesso dal coinvolgimento delle relazioni affettive tra i soggetti; il bullismo nasce da violenze subite dal bullo nella propria casa; la sindrome da alienazione genitoriale è un’azione di screditamento da parte di un genitore sull’altro che va a determinare distacco emotivo del minore verso l’adulto vessato. Bisogna partire dunque dalla famiglia prima e dalla scuola poi per modellizzare un’educazione che susciti comportamenti meno aggressivi ovvero che riesca a preparare le adolescenti ad affrontare comportamenti aggressivi futuri da parte di soggetti violenti. Purtroppo è necessario sottolineare come in questo preciso momento storico si stia andando sul versante esattamente opposto. Gli stessi rappresentanti delle Istituzioni, che dovrebbero rappresentare un esempio per giovani ed adolescenti, non fanno altro che stimolare odio sociale e tollerare la violenza verbale esplicitata sui social, senza minimamente pensare alle ripercussioni future. Per fortuna ci sono organizzazioni come la Fondazione Roberta Lanzino molto attive invece sul fronte della promozione della cultura della non-violenza, attraverso attività informative e formative finalizzate alla crescita culturale dell’intero territorio sul tema della violenza, con particolare riferimento alla violenza verso le donne e i bambini. In tal senso quindi, il connubio tra le due organizzazioni è consequenziale, si potrebbe dire indispensabile per affrontare con cognizione di causa, competenza scientifica e metodologica il tema della violenza di genere, violenza sui minori, delle patologie della famiglia post moderna, della cultura della legalità, dell’incontro e ascolto, della solidarietà, delle relazioni positive. Troppo spesso infatti la problematica viene affrontata con sufficienza ed approssimazione, finendo per aggravare una situazione già molto delicata, afflitta da disfunzioni multifattoriali che necessitano di interventi e competenze multidisciplinari. Le agenzie di socializzazione ed educazione primaria e secondaria, famiglia e scuola, in grave crisi anomica, non possono più attendere.
Su queste basi le parti, rappresentate dal dott. Franco Lanzino e dalla dott.ssa Michela Mancini per la Fondazione Roberta Lanzino e dal dott. Davide Franceschiello in rappresentanza dell’ASI e del suo presidente Antonio Latella, hanno inteso apporre la firma sul protocollo per sancire una serie di iniziative che, tra le altre, prevedono: iniziative di interesse comune per promuovere la cultura della legalità, sostegno e aiuto alle famiglie in difficoltà, soggetti deboli come anziani, donne e bambini vittime di violenza; promuovere lo sviluppo del territorio di riferimento e delle Organizzazioni di volontariato attraverso attività di rete e progettualità mirate.
d/f