Saverio Tommasi blogger di Fanpage.it: leader del social
Intervista di Matteo Spagnuolo
Saverio Tommasi-attore, blogger, scrittore e freelance italiano, molto apprezzato e conosciuto nel mondo del web, si diploma all’accademia di Arte drammatica all’Antoniano di Bologna e collabora con vari registi. Ad oggi realizza documentari di spessore ed inchieste per Fanpage.it. Ha effettuato molti video reportage di denuncia sociale, il cui scopo è quello di divulgare messaggi direttamente al cuore delle persone. E’ un Tommasi limpido, dalla voce chiara ed omogenea, con una estensione che varia e si modula a seconda dell’ intensità che dà ai concetti.L’intervista inizia subito, un incipit dai toni autorevoli e ben definiti: un mix di emozioni ed epiloghi ben strutturati.
Saverio, a costo di apparire banale, come è nata la tua idea di aprire un blog, di pubblicare poi i video sul social,attraverso un approccio cooperativo e vicino alle persone, in breve quando hai capito che potevi scrivere e poterlo fare a livello nazionale.
Io lavoro per Fanpage. It che produce tutti i miei video, le mie video inchieste, i reportage,ed ho la possibilità di raccontare le storie, e qualsiasi cosa io abbia fatto era orientata al racconto di pezzi di vita e storie. Facebook è la passione di poter continuare a comunicare con tutte le facce sociali, ed è una modalità di interazione con le persone. Ho imparato tante cose dalla mia pagina facebook e dalle lettura di alcuni post, da cui traggo molta ispirazione nel mio lavoro.
Saverio, ho osservato con attenzione il reportage sulla prostituzione, laddove sei andato a scardinare un lato oscuro di questo fenomeno, e lo hai fatto con ironia beffarda sotto forma di provocazione nei confronti dei malpensanti. In breve quando fai questi reportage di impatto sociale, quali strumenti adoperi, che tipo di metodologia ti consente di approcciarti alla tematica.
Io racconto ogni storia, non seleziono le storie in base alla loro tipologia, quanto in base alla possibilità che ho di raccontarle , il che significa non avere argomenti prediletti, anche se quelli sociali mi appassionano. Io non giudico una storia peggiore o migliore, ma cerco di dare un contributo alla società ,mediante il racconto-parafrasando il contesto in cui mi trovo. Quando ho affrontato il tema sulle pornostar, ho pensato di andare a sciare insieme a loro, restituendo al pubblico un’immagine diversa della pornostar, la quale mi ha detto le stesse cose, e né tantomeno ho omesso dettagli, l’unica differenza rispetto a quello che si pensa della pornografia risiedeva nella scelta di un luogo inusuale, come le piste da scii.
Anche Roberto Saviano ho incontrato e se devo pensare a lui, lo immagino con il sorriso, staccandomi dall’immaginario collettivo di un Saviano triste e malinconico. Mi piace rendere originali i miei racconti: questa è la mia fonte di vita.
“Non ho votato Berlusconi” uno dei tuoi libri, risalenti al 2003, che fanno parte di un bagaglio e di un bakground culturale esteso, ha messo in atto un processo analitico e dai mille spunti di riflessione, al che ti chiedo: la cosa più grave è il personaggio di Berlusconi, o quello che segue, cioè nel tuo libro cosa vuoi far emergere.
All’epoca ero un ragazzo, ed il cultus interiorizzato fa paura, pertanto mi viene in mente una brutta parentesi del berlusconismo, in effetti al tempo del libro, il berlusconismo era presente in ogni tessuto sociale, in particolare nella democrazia italiana. Rimangono residui nefasti, e nel mio libro “Io non voto Berlusconi” ho avuto voglia di sbeffeggiare il potere, inaugurando la satira politica.
Mi intriga sapere quale tua pubblicazione ti ha coinvolto maggiormente o che ami, oppure che ti abbia emozionato di più. Se si perché?
Ho difficoltà a risponderti, ma ti dico che i due video sui matti girati a Firenze e Torino, che raccontano lo status di soggetti, spesso ai margini della società, di conseguenza mi ha colpito la volontà di interazione il più possibile nell’ambito del quotidiano.
Hai progetti con la tua compagnia Teatrale.
Mi sono sposato con Fanpage.it , provo a vivere il matrimonio in senso completo, e non posso dedicarmi al Teatro.
Hai scritto: “Non mi limito a raccontare le storie, le vivo. Interpreto i personaggi, acquisisco i movimenti, modulo la voce. La libertà è un’esperienza che richiede grande impegno personale, capacità di stare insieme, contaminarsi e con-dividere. Investigare i temi cruciali del nostro tempo, le zone calde, pericolose. Negli acquitrini sociali come nei ghetti borghesi. Storie scomode. Voglio alzare i tappeti e raccogliere la polvere. Con il dubbio di non riuscirci, la paura di dissipare credibilità, il dolore di un parto che è anche la curiosità e l’allegria di una nuova partenza.” Sono una poesia queste parole, che ci stimolano a capire un po’ chi è il tuo pubblico. Chi ti segue maggiormente.
Allora,a vedere i miei video vi è una fascia di età variegata dai 16 ai 65 anni, il massimo della varietà, e ci sono video in cui cambia il fruitore del servizio, a seconda della tipologia del video.
Un consiglio a tutti coloro che desiderano diventare blogger, giornalisti e scrittori. Avresti immaginato di diventare Saverio Tommasi “nazionale”?
I consigli sono sempre un po’ barbosi ed indisponenti, ma voglio darne due.Il primo è di non pensare di voler arrivare ad un determinato posto di rilievo, ed il secondo consiglio è di rimanere sempre, al di là dei risultati curiosi alla vita e alle vite, con la voglia di approfondire e di farlo con coraggio, senza la paura di mettersi nel mezzo, di far comprendere la propria opinione, con la curiosità del bambino che chiede e che continua a chiedere.