RICOSTRUIRE VOLTI: UNA BATTAGLIA CIVILE
Basta un attimo, anche un secondo per far cambiare una vita, per spezzare un’anima, prima ancora di un corpo:l’acido che uccide e che sfigura, senza lasciare traccia alcuna. Ogni giorno una donna viene sfigurata con l’acido, solo perché donna e di proprietà dell’uomo violento, non abituato alla cultura del rispetto e dell’amor proprio. In molti paesi la pratica dell’acido è divenuta un must, una coazione a ripetere all’infinito, un memoriale della spietatezza, al fine di distruggere la donna in quanto tale. Asia, Pakistan, Bangladesh ed India contendono il primato per questo genere di aggressioni, a seguire c’è l’America Latina, in particolare la Colombia. Un migliaio di vittime in Colombia,soprattutto negli ultimi dieci anni, il cui scenario appare sempre lo stesso( un copione ripetuto con gli stessi attori e con la stessa tecnica). Può essere tuo marito, tuo cognato, tuo fratello, tuo zio, tuo cugino, un tuo vicino di casa, persino uno sconosciuto, accomunati da un comune denominatore: uccidere con l’acido, anche se la vittima non muore completamente, ma rischia la mutilazione. La morte non fisica non pregiudica quella dell’anima, perché è la prima a morire, un’anima fragile che si spezza e diventa immobile, plastificata e sfigurata. Partendo da una testimonianza di una donna “sfigurata con l’acido”, possiamo ben comprendere il fenomeno devastante, la cui portata ed intensità è di stampo etico e civile. Il corriere della Sera ci consente di entrare nel cuore delle vite di due colombiane, una si chiama Gina Potes, 40 anni, tre figli: aggredita nel 1996 da una sconosciuta sull’uscio della porta; l’altra si chiama Patricia Espinosa,39 anni, due figli: aggredita in strada da due sconosciuti nel 2008. Decidono di dare voce a tante donne che non ce l’hanno fatta a difendersi, ad uscire dal baratro della depressione, della tristezza, dell’assenza fisica in società a causa del volto sfigurato, ed il modo per dare espressione a questo loro bisogno è l’associazione “Reconstruyendo rostros»”che tradotto vuol dire “Ricostruendo volti”. Il termine ricostruire ricompare in ogni nano secondo, effetto di una denuncia sociale ad un problema serio e grave, la cui entità va ispezionata e scardinata in ogni singola parte, senza mai togliere la guardia: le storie di non amore non accolgono l’altro, ma lo allontanano sempre di più.
Gina Potes, in una sua dichiarazione, afferma: “Arriva un momento, in cui decidi di dire basta alla carne bruciata, e di darti una seconda opportunità, e lo fai per le altre pure”.Patricia, invece, si racconta, partendo da se stessa: “E’un’aggressione alla donna, solo per il fatto di essere donna, sentivo la mia pelle accartocciarsi come plastica, che a poco a poco si disintegra, mi sentivo bruciare la carne, la pelle, senza poter far nulla”.L’acido brucia i tessuti della pelle, fino ad arrivare alle ossa, talvolta sciogliendole, la cui funzione è quella di mutilare, torturare e sfigurare, peggio di un colpo di pistola in fronte: chi uccide con l’acido è una persona “non umana”, ma pronta all’odio e alla soppressione di personalità, perlopiù donne, ma acidificati possono essere anche gli uomini.Mai dimenticare altri casi di ragazze acidificate: Lucia Annibali- avvocato di Urbino, sfigurata nel 2013 sul pianerottolo di casa da un uomo incappucciato, che le getta dell’acido solforico addosso, ed oggi sta combattendo la sua battaglia; poi una vittima recente è stata Gessica Notaro, sfigurata dal suo fidanzato sotto casa, un 29enne originario di Capoverde; Domenica Foti , aggredita dal marito, il cui movente pare che sia di natura passionale; Katie Papier-sfigurata dopo una lite dal suo fidanzato, perché geloso e possessivo, una gelosia che costringerà Katie a sottoporsi a 110 interventi di chirurgia plastica.Ricostruire i volti è la ragione primaria per cui molte donne si uniscono, non tanto per riavere bellezza o forme estetiche più o meno normali, bensì si vuole ricominciare a guardarsi dentro, curando l’anima lesa, partendo anche dal viso.Il viso è lo specchio dell’anima, insieme agli occhi ovviamente, di conseguenza una loro menomazione può portare all’oscurantismo delle parti intime del cuore: la ricostruzione è uno step essenziale per ridare vita a chi la stava per perdere.
Matteo Spagnuolo