QUANDO L’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO FUNZIONA
Un progetto di service learning nato dalla collaborazione tra l’IPSSS di Cosenza, l’ASI e la Croce Rossa Italiana.
Sui progetti di ASL (Alternanza scuola lavoro) c’è molto scetticismo, soprattutto quello di tanti ragazzi che vivono male la loro esperienza perché non si sentono soddisfatti e gratificati dai progetti loro proposti. In alcuni casi si tratta solo di fare fotocopie in uffici comunali. Al Sud le aziende vedono gli studenti come un peso, ma secondo un dirigente scolastico, Patrizia Pilato: “nelle scuole manca la formazione su come progettare e dobbiamo individuare, a nostre spese, formatori esterni per co-progettare”. Per fortuna qualche caso di eccellenza si presenta anche al Sud ed in particolare a Cosenza dove da un protocollo d’intesa tra l’ASI (Associazione Sociologi Italiani) e l’IPSSS (Istituto professionale di Stato per i servizi Sociali) “ Leonardo da Vinci “ – ITAS “ A. Nitti di Cosenza, è nato un progetto in ASL di mediazione culturale in service Learning, un metodo d’insegnamento innovativo. Il Service-Learning, sostiene il sociologo e ideatore del progetto Davide Franceschiello, è un metodo pedagogico-didattico che unisce due elementi: il Service (il volontariato per la comunità) e il Learning (l’acquisizione di competenze professionali, metodologiche e sociali). Per il buon funzionamento della società civile è fondamentale che i propri membri assumano, in modo autonomo, compiti e responsabilità. I progetti del Service-Learning sensibilizzano a queste esigenze e mettono in risalto l’utilità (personale) del lavoro sociale.
Chi si impegna per la comunità impara a conoscere altri ambienti e altre realtà di vita, riconosce i problemi sociali e sviluppa il senso di responsabilità. Con il suo approccio partecipativo, il Service-Learning offre un terreno di prova e sperimentazione per imparare ad agire secondo i principi della democrazia. I progetti Service-Learning creano autentiche situazioni didattiche dove allieve e allievi possono ulteriormente sviluppare le loro competenze professionali, metodologiche e sociali. In una lezione, dove i compiti sono basati su quesiti «reali», le allieve e gli allievi si scoprono attivi e competenti. I progetti di Service-Learning rafforzano l’autostima dei partecipanti. Inoltre favoriscono la coesione della classe facilitando il clima di apprendimento. È quello che stanno facendo nel CAS (Centro di accoglienza straordinaria) di via S. Maria di Settimo di Montalto Uffugo (Cosenza) gestito dalla Croce Rossa Italiana. Il direttore, il dott. Antonio Schettini, ha messo a disposizione il Centro, dove alloggiano una trentina di immigrati provenienti dalle parti più disparate dell’Africa, per implementare un progetto di mediazione culturale in service learning, appunto. Così che 23 ragazzi della III^ D dell’IPSSS di Cosenza possono incrementare la padronanza ed il controllo dell’esecuzione tecnico-professionale di mediatore culturale, ma soprattutto accrescere consapevolezza, sensibilità e partecipazione attiva alle problematiche sociali territoriali e di comunità. Un percorso per favorire la crescita individuale, grazie alla possibilità di poter vivere un’esperienza pratica in un contesto operativo come quello del CAS della Croce Rossa Italiana. Fare esperienza in un contesto comunitario sociale per trasferirla poi in altri settori (centri diurni per disabili, associazioni e cooperative sociali che si occupano di utenti deboli) funzionali al loro futuro lavoro di operatori socio sanitari. 120 ore di formazione, 20 delle quali in aula e ben 100 in attività di stage, per svolgere attività di accoglienza: espletamento delle pratiche burocratiche (compilazione della modulistica, la prima intervista per la raccolta delle informazioni su dati anagrafici e situazione familiare, motivi che li hanno portati ad emigrare) accompagnamento presso gli uffici della questura e prefettura o del comune, presso le strutture sanitarie per le visite mediche. Distribuzione dei pasti, organizzazione della giornata, supporto per le ore di doposcuola sostenute dai migranti (foto). Ma, anche interazione con i migranti attraverso le attività ludiche svolte nel CAS. Questo è ritenuto necessario per poter sviluppare empatia tra i ragazzi, costruire un percorso condiviso e armonico, attraverso il quale impareranno a conoscersi per instaurare efficaci rapporti di relazione. Intrattenersi giocando a calcio, ping pong, organizzando tornei, etc, faciliterà il coinvolgimento e la cooperazione tra i ragazzi che, quindi, svolgeranno anche le altre attività in sintonia.
SociologiaOnWeb