MUSEO DI POLSI, UN GIOIELLO CHE AGGIUNGE VALENZA ARTISTICA E CULTURALE A UN LUOGO SACRO

POLSI MUSEO 2Un museo per raccontare  la storia del santuario della Madonna di Polsi,  le cui origini  ci riportano nel XIII secolo,   al monachesimo italo –greco. Quattro  le aree tematiche, dove  il visitatore può venire a contatto con oggetti  disposti per  tipologia, secondo un ordine cronologico.   I reperti raccontano la storia di questo  luogo di culto Mariano più volte profanato dalla ‘ndrangheta, dai pregiudizi di certa anti ‘ndrangheta e dagli stereotipi  giornalistici  che  vorrebbero fare apparire  tale  avamposto cristiano  come un sito strategico del’antistato.

Gli  oggetti sono legati al culto  religioso del luogo, altri invece  sono ex voto donati da anonimi pellegrini che nel settembre di ogni anno giungono  a Polsi sia dalla Calabria che da altre regioni del Mezzogiorno. Migliaia  di  devoti della Madonna della Montagna che  da secoli scrivono e tramandano ai posteri la vera  storia del tempio aspromontano, in cui l’uomo, con al sua religiosità e la sua fede, riesce a dialogare con Dio.

L’allestimento del museo, realizzato con i fondi del Por 2006/2013, ha visto protagonista l’universo femminile che si è interessato sia della progettazione, sia della realizzazione di questo piccolo gioiello che aggiunge una valenza artistica e culturale di un luogo sacro.  Tutte architetto: Margherita Eichberg (sovrintendente  ai Beni Architettonici e Paesaggistici della Calabria), Carmen Genovese, Roberta Filocamo, Sabina Pizzi (RUP). L’unico tecnico di sesso maschile, Ninì Ascenti, geometra. Il tutto con la supervisione di Salvatore Patania dirigente del  Segretariato Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria.

CERIMONIA INAUGUAZIONE MUSEO                   POLSI VEDUTA ESTERNA    POLSI MUSEO 4     POLSI MUSEO 1

SALA I

In questo settore sono esposti alcuni paramenti sacri del XVIII secolo, donati al  santuario delle famiglie Carafa e Pignatelli e un parato liturgico appartenuto al cardinale  Filippo Giustini, prorettore  del santuario di Polsi  in nome del Pontefice Benedetto XV.

Di pregevole fattura  sono i vasi sacri  e gli arredi in argento, risalenti ad un arco cronologico che va dal XVII secolo ai primi del XX.

Il manufatto più antico è una pisside  databile tra il 1690 e il 1699, realizzata  dall’argentiere napoletano Giuseppe Russo. Importante è anche quella realizzata dall’argentiere  Mattia Condursi, documentato a Napoli dal 1844 al 1855, dalla singolare coppa a forma di cuore, riscontrabile fino ad oggi in Calabria  solo in un altro esemplare. Tra gli argentei del Settecento si segnalano: un calice dorato del 1759, dalle volute a ricciolo disposte a spirale  lungo tutto il fusto; un calice dei primi decenni del XVIII secolo, ornato da elementi vegetali lavorati a traforo e da angeli  aggettanti alternati a testine alate;  una coperta di libro liturgico con quattro cantonali lavorati a sbalzo; e  una placca con scudo incorniciato da volute al centro di ciascun piatto.

Numerose  anche  le opere ottocentesche  tra cui  un calice  riccamente decorato su fusto e coppa , recante  sulla base tre angeli a tutto tondo con i mano i simboli della passione, opera della bottega  dei fratelli Ballerino, Gennaro e Giovanni, attivi a Napoli a partire del 1842.

Tra le opere novecentesche, da segnalare il calice dorato al Santuario da Pio X nel  1912, in occasione del pellegrinaggio romano – napoletano voluto dal superiore don Giosafatto Mittiga.

SALA II

Questo spazio del museo è dedicato al noto artista Vincenzo Jerace ( 1862 – 1947), il quale  realizzo per il santuario   varie sculture commissionategli dal rettore  don Giosofatto Mittiga.

Al centro della sala si trova  un interessante modello in gesso da destinare  a una nuova chiesa  che, nel 1914,  si intendeva edificare  a Polsi;  un calco in gesso del busto donato (1917) al cardinale  Filippo Giustini; una lastra bronzea raffigurante la  crocifissione, donata (1909) da  alcuni fedeli  di Delianova; l’erma di Papa Pio X (1912), anch’essa in bronzo,  a ricordo di un pellegrinaggio romano.

 

Inaugurazione Museo Polsi Francesco Oliva Giuseppe Raffa e Margherità      MUSEO POLSI         MUSEO POLSI 3    POLSI BANCHERELLE       MUSEO POLSI VISITATORI

 

SALA III

In questo settore è possibile ammirare  un dipinto su tavola della Madonna della Lettera.  Esso è datato 1715, ma la sua origine  è ancora  oggetto di discussione in quanto  potrebbe trattarsi del rifacimento o del restauro di un’icona più antica.

Un ruolo importante  nella storia  del santuario mariano occupano  le corone in oro utilizzate per la quattro incoronazioni ( 1881 – 1931 – 1981 2 2006) della statua lignea della Vergine e le medaglie, raffiguranti  la Madonna con Bambino e il miracoloso ritrovamento della croce,  distribuite in occasione delle incoronazioni. Non meno preziosi sono  i calici in argento donati alla Madonna. Nel museo è custodito anche un calice realizzato con l’oro dei fedeli in occasione del Concilio Vaticano II.

POLSI MUSEO 6   POLSI MUSEO 7    POLSI MUSEO 5  POLSI ALTARE

SALA IV 

Quest’ultina sezione  è dedicata alla devozione  alla Madonna . Vi troviamo  varie tipologie di ex voto: dalla cera ai metalli. Il tutto nel segno di una tradizione ancora radicata in  tutta la provincia di Reggio Calabria. Si tratta di manufatti riproducenti varie parti del corpo umano interessato alla grazia (il miracolo) richiesta e ottenuta dalla Madre Celeste.   In attesa che lo spazio museale dell’ex convento di Polsi  si arricchisca di nuovi reperti, la struttura (costata 250 mila euro ed i lavori consegnati nell’osservanza della scadenza contrattuale), quanto prima, sarà inserita nella rete museale calabrese.

Antonio Latella  – giornalista e sociologo ( presidente Dipartimento Calabria dell’Associazione Nazionale Sociologi)


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