Mediatore culturale si diventa “strada facendo”
Inizia un percorso formativo nell’ambito dell’Alternanza Scuola-Lavoro, che vede coinvolti in un percorso triennale ben 23 alunni della classe 3 D –indirizzo Servizio Socio Sanitari dell’istituto scolastico sito in viale Mancini, effetto della convenzione tra l’Istituto Superiore “Da Vinci Nitti”, l’Associazione Sociologi Italiani ( Asi) e la Croce Rossa Italiana ( Cri): un documento redatto nella giornata del 23 Ottobre, la cui sottoscrizione è avvenuta alla presenza di una rappresentanza di Asi, tra cui: Antonio Latella-presidente Asi, Davide Franceschiello-dirigente nazionale con delega alla progettazione e al Terzo Settore, Carmelo Caridi-vice presidente organizzativo, Benedetta Scarlato ( Asi), Matteo Spagnuolo ( Asi), di comune accordo con il professore Giorgio Clarizio-dirigente scolastico, e Bruno Massottini-responsabile dell’Asl del da Vinci- Nitti.
L’obiettivo principale del percorso metodologico e formativo , che prende il nome di “Mediazione Culturale in Service Learning” è quello di gettare la basi per la formazione della figura del mediatore culturale, come strumento necessario per agevolare il processo di integrazione degli immigrati, innescando meccanismi di inclusione, piuttosto che di integrazione (di fondamentale importanza è il rispetto di regole condivise, ma non di imposizione della cultura ospitante come avviene nell’integrazione,tuttavia la mediazione e la negoziazione tra istanze diverse ma paritarie è tipica della società inclusiva),inoltre il progetto predispone interventi mirati all’accostamento dei ragazzi del Da Vinci-Nitti all’imprenditorialità e ai servizi socio-sanitari, rivolti perlopiù agli immigrati.
Un mediatore culturale non è solo colui che conosce una lingua straniera, ma deve essere oppure diventare un conoscitore della cultura degli immigrati, delle loro tradizioni, tutti elementi di rilevanza per poter avviare percorsi di orientamento culturali, al fine di offrire servizi ed informazioni di una non dubbia provenienza al migrante, che vuole integrarsi ed includersi nel tessuto sociale del paese, in cui ha scelto di vivere, non più come soggetto accolto, bensì come un vero e proprio cittadino. Il progetto presentato da Asi, in sintonia con la Croce Rossa Italiana, prevede metodi pedagogici-didattici, in grado di associare allo studio teorico d’aula altre forme di apprendimento pratico e di avvio all’imprenditorialità, l’acquisizione di competenze professionali, metodologiche e sociali, propedeutiche per la creazione di figure professionali , capaci di essere una guida per gli insegnanti in relazione all’accoglienza ed integrazione di studenti stranieri: un villaggio globale che si estende a macchia di leopardo, volto ad avviare processi di inclusione sociale, paritaria e congeniale.
Le fasi progettuali si articolano su tre livelli di indagine e di interessi: il primo livello si rintraccia nel percorso condiviso tra l’Istituto Scolastico IPSS ed il tutor formativo interno, per poi spostare il raggio d’azione verso il tutor formativo esterno ( Asi) ,e la Croce Rossa Italiana come organizzazione ospitante.Inesorabile la valutazione e il monitoraggio del gruppo tecnico, così formato, che durerà per tutto il percorso in atto, in virtù della priorità data alla scuola,vero perimetro di idee e di formazione costante.Inoltre, tali politiche inclusive vengono portate alla luce da vari profili, in particolar modo emerge la figura del sociologo, il quale entra in stretto contatto con la scuola, sotto forma di associazionismo, di professionalità, di competenze al servizio di alunni e docenti, con lo scopo di completare processi di rivoluzione culturale ed umana: il fenomeno delle migrazioni è esistente, pertanto va affrontato con il giusto approccio metodologico e sistemico. A tal proposito la figura del mediatore funge da anello di congiunzione tra l’accoglienza e l’inclusione in un paese ben sviluppato ed inclusivo, nonché si tratta solo di orientare lo sguardo in altra direzione.
Matteo Spagnuolo, sociologo ASI