Ludopatia: i gruppi a rischio e l’orientamento

ludopatia 6 1Quando parliamo di gruppi a rischio ci riferiamo a soggetti fragili che hanno bisogno di intraprendere, con l’aiuto di un esperto nell’orientamento, un percorso socio-educativo volto alla prevenzione della dipendenza patologica da gioco. Nel caso della ludopatia si tratta di mettere in atto   una forma specifica e mirata di mediazione orientativa che coinvolga la scuola in primis, la famiglia e gli amici del soggetto potenzialmente a rischio.Basta poco per individuare i soggetti a rischio, se si tiene conto delle indicazioni fornite dal Ministero della Salute.

Nell’elenco della cosiddetta popolazione a forte rischio di dipendenza patologica da gioco e sulla quale sono necessari interventi di consulenza orientativa troviamo:soggetti che soffrono di forme depressive, sensi di colpa, disturbi ossessivi compulsivi, di ansia;    giovani affetti dalla sindrome dell’iperattività e disturbi dell’apprendimento, oppure che escono da un periodo difficile connesso a situazioni familiari o di delusione personale;  soggetti che lavorano troppo o in periodi di forte stress;  wsoggetti con familiari già vittime della dipendenza da gioco. In genere queste persone sembrano distratte, poco attente verso ciò che le circonda, pensano ad altro, fissati sul gioco e come fare per vincere.

Il gioco impegna tutto il loro tempo e questo pensiero condiziona la loro vita di studenti, lavorativa ed in famiglia. Il sociologo, in questi casi, deve trasformarsi   in una sorta di operatore del benessere che raccoglie gli elementi e gli indici che interessano la diffusione del fenomeno ed i soggetti a rischio, al fine di poter predisporre degli interventi di orientamento, consulenza, ascolto e formazione dei gruppi di auto mutuo aiuto (Gruppi AMA), compreso il personale che li dovrà seguire nel percorso. Già a livello nazionale sono attivi degli sportelli per l’orientamento che operano su segnalazione di amici e familiari del soggetto a rischio.

Dopo aver racolto tutti   gli elementi del caso indicano alla persona   dei percorsi per non cadere nella trappola della dipendenza da gioco e se sono già ludopatici verrà indicato loro un terapista esperto che li possa aiutare a superare la mania del gioco a “tutti i costi”. Purtroppo è stato dimostrato come i soggetti a rischio siano il 3[%] della popolazione, con un’incidenza maggiore tra i maschi, anche se di recente il fenomeno è in crescita anche tra le donne. La fascia più a rischio è proprio l’adolescenza, in quanto iniziano da qui a manifestarsi i primi sintomi.

Anche il gioco stesso crea, non solo dipendenza, ma conduce inevitabilmente verso una condizione di disagio e fragilità socio-psicologica. Da ciò è facile dedurre quanto sia indispensabile capire, ascoltare ed orientare, soprattutto i giovani, dei quali il 7[%] è potenzialmente a rischio di cadere nella dipendenza patologica da gioco.

Di recente, il DDL 13/9/2012 n° 158, art. 5, ha inserito la ludopatia tra i livelli essenziali di assistenza (LEA), con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da questa patologia che secondo noi è opportuno intervenire anche con delle attività di orientamento     per aiutare   i giovani a non cadere in queste forme di dipendenza.

Inoltre, con l’articolo n° 7, sempre   del DDL n° 13/9/2012, è stato raccomandato ai gestori di sale da gioco e di esercizi in cui vi sia offerta di giochi pubblici, ovvero, di scommesse su eventi sportivi di esporre, all’ingresso e all’interno dei locali, il materiale informativo predisposto dalle Aziende Sanitarie, diretto ad informare sui rischi del gioco e a segnalare la presenza sul territorio dei servizi di assistenza dedicati alla cura e al reinserimento sociale delle persone con patologie riconducibili alla dipendenza da gioco d’azzardo patologico.


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