L’Età  della Mente Pubblica e dell’ ”Io esteso”

Giacomo BuoncompagniSenza dubbio il linguaggio è lo strumento più potente che l’essere umano abbia a disposizione, sia che esso rientri in una comunicazione verbale, non verbale , face to face o in Rete. Il linguaggio fa parte di noi, della nostra struttura biologica e con il tempo , imparando a controllarlo, costruiamo la nostra percezione della realtà e le stesse relazioni sociali. Nella cultura pre-digitale, il libro manteneva un valore fortemente sociale e culturale e lo stesso controllo del linguaggio era sempre privato; con i media digitali tale controllo si fa pubblico e orale. E’con Internet infatti, che  i nostri pensieri, le nostre relazioni, impressioni , percezioni ed emozioni diventano pubbliche o meglio, si concretizzano all’interno di uno spazio che non ha confini, autoregolato e tutto improvvisamente diventa incontrollabile e trasparente. Mentre prima ogni nostra esperienza e pratica quotidiana era regolata dal tempo e dai confini geografici, oggi questo dipende totalmente dalle nostre condizioni psico-emotive , dalla tecnologia e dalle nostre menti  interconnesse. Il sociologo De Kerckhove afferma :“  A gestire il mondo oggi, non è più il potere politico e militare ma quanto si pensa, si sente e si esprime nella cultura e nella tecnologia”. La nostra percezione della realtà riguarda tutto il corpo e tutti i nostri sensi che si trasformano in “estensioni tecnologiche” legate non al mio punto di vista ma al mio “punto di stato”: il mio immaginario da soggettivo diventa oggettivo , parte quindi di una realtà nuova e pubblica , costituita da nuove e ricche identità interconnesse che gestiscono continui flussi comunicativi. Proprio questa è la forza delle nuove tecnologie e cioè l’interattività che , come afferma De Kerckhove, “stabiliscono scambi continui ed intimi di energia tra mente, corpo ed ambiente globale”.

giacomo immagine 2Il passaggio dalle pagine allo schermo ,che diventa il vero centro operativo,  provoca una estensione della mente e quindi un Io esteso, un’identità allargata; in questo modo che i media digitali modificano l’esperienza , narrazioni e legami sociali, generando un’”intelligenza connettiva”che condiziona le nostre risposte sul piano psicologico e sociologico. La conseguenza sta nel fatto che i nuovi media sono divenuti ambienti intermedi, che hanno accesso alla   nostra psiche privata e fanno da ponte con il mondo esterno, annullando il senso delle frontiere geografiche e i confini tra identità locali e globali. L’uomo e il mondo stanno attraversando un profondo mutamento in seguito allo sviluppo delle nuove tecnologie a volte utili, incontrollabili, demonizzate e divinizzate, in grado di condurci alla totale frammentazione o ad una nuova globalizzazione.

giacomo immagine 1Quello che è certo è che con la Rete si è creato uno spazio nuovo  , culturalmente nuovo, dove l’idea di privacy , di relazione e di emozione cambia, perché si evolve e si estende, virtualmente parlando,la nostra mente.I                              nostri pensieri e le nostre relazioni si concretizzano in uno spazio che è (quasi) esclusivamente pubblico, trasparente .  Siamo individui interconnessi e visibili che tentano ,attraverso la tecnologia, di “eternizzarsi” e di rendersi unici e perfetti, protagonisti in Rete , produttori e consumatori di contenuti mediali , raccontando e raccontandosi, “esponendosi” come merce dietro ad  uno schermo. Dunque…“..un nuovo umano si sta formando”( Derrick de Kerckhove,2000).

Giacomo Buoncompagni

Buoncompagni Giacomo, Laureato in comunicazione e specializzato in comunicazione pubblica e scienze socio-criminologiche. Esperto in comunicazione strategica e linguaggio non verbale. Collaboratore di Cattedra in “Sociologia dei processi culturali e comunicativi “e “Comunicazione e nuovi media”presso l’Università di Macerata .


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