L’attualità del movimento dell’ ”Uomo qualunque” Guglielmo Giannini

Marco%20Pavone Dedicato al Prof. Sandro Setta, mio docente universitario dal cui libro “l’Uomo Qualunque” ho potuto attingere le informazioni richiamate. La situazione politica italiana, ad oggi non ancora ben delineata, si presta alla comparazione, sia in termini di contesto sociale che di rapido successo nel percorso politico intrapreso, fra quello che fu il primo movimento in Italia che si scagliò contro tutti i partiti e le ideologie e il movimento di Beppe Grillo, che oggi ha rivissuto alcuni sviluppi nel percorso affrontato, simili a quelli percorsi dal movimento fondato da Guglielmo Giannini nell’Italia del dopoguerra. Un linguaggio esplicito, l’avversione nei confronti della classe politica dirigente, una decisa opposizione che punta a generalizzare i fenomeni di malcostume, questi alcuni degli elementi che spingono alla riproposizione di un fenomeno sviluppatosi in Italia tra il ‘46 e il ’48.

Il primo numero del settimanale l’ ”Uomo qualunque” (27 Dicembre 1944) presentava, nella prima pagina, una vignetta che riassumeva il senso del pensiero del giornale: “Abbasso tutti!”, un’altra vignetta esibiva “un povero ometto sotto un torchio dalle cui tasche saltavano fuori, nella stretta, numerose monete che lamentava: ..Prima di voi altri nessuno mi rompeva i co .. (cit. L’Uomo qualunque, 3 ottobre 1945, in Sandro Setta, Roma 2000) e Grillo con il suo Vaffaday, il primo Vday si è tenuto l’8 Settembre 2007 in numerose piazze italiane. Commediografo uno e comico l’altro, il blog come il settimanale, l’abilità nell’esasperare gli aspetti negativi della situazione interna italiana, il voler proporre “uomini qualunque” al governo della cosa pubblica, sono alcune similitudini che si prestano al confronto del Movimento 5 Stelle con il Movimento Qualunquista che, alle origini, puntava a colmare il vuoto di rappresentanza allora creatosi nel passaggio dal ventennio fascista al post-fascismo con regole oggi riproposte come la non ricandidabilità dell’eventuale Capo del Governo alla scadenza del mandato.Ogni fenomeno storico è espressione del suo tempo, perciò non si vuole proporre un’analogia con il passato, ma evidenziare come idee e slogan possano esercitare una certa suggestione nel paese reale, anche a distanza di anni. Il particolare stato d’animo del popolo italiano, la sfiducia nello Stato e nelle Istituzioni, il disorientamento generale trovava origine ieri nella guerra, nella sconfitta e nel crollo del regime, nel repentino mutamento delle alleanze, oggi nella forte crisi economica, nell’avvento di un’ incontrollata globalizzazione, in una tv che in Italia gioca un ruolo decisivo nell’informazione politica e nel mare di notizie scaturito dallo sviluppo di internet. Come in ogni periodo di crisi l’effetto sulle persone è di portarle verso un individualismo che si preoccupa solo di sopravvivere agli eventi.Il confronto con il fenomeno del Qualunquismo è stato già proposto quando dalle macerie di Tangentopoli ci si è lasciati sedurre dalla lotta contro la partitocrazia propugnata dai movimenti di Bossi, Fini e Berlusconi. L’equiparazione del movimento di Guglielmo Giannini al movimento di Beppe Grillo sembra molto pertinente, forse più della precedente. L’accezione negativa del qualunquismo ha fatto perdere il contesto in cui i ceti medi o meglio gli uomini qualunque, esasperati, spingevano per una rivolta contro la casta. Le differenze sono evidenti, noi abbiamo avuto quella fase di governo tecnico la cui mancanza invece fu, per Giannini, l’elemento da cui scaturì il suo movimento, eppure non dobbiamo mai dimenticare le lezioni del passato perché il rapido successo vissuto dal Qualunquismo potrebbe oggi caratterizzare altri e in futuro offrire importanti spunti per ulteriori riflessioni.Il dibattito sull’Europa, più maturo in quegli anni,   passava per le parole di Luigi Sturzo che su “il Popolo” scriveva che come avvenne per la rivoluzione francese che vide sostituire la borghesia alla nobiltà e al clero, ancor oggi attendiamo l’avvento in Europa dei capi dei partiti della classe operaia o comunque di una rappresentanza più vicina alla vita reale delle persone.Il ritorno della fiducia nella politica e nelle istituzioni allora fu conseguenza della ricostruzione, oggi sono le tecnologie a offrire l’occasione per una rinascita democratica dell’Italia.Questo ultimo anno, ha forse dato dimostrazione che pure il governo tecnico, tanto invocato da Guglielmo Giannini, non può essere risolutivo per gli italiani. Chi si troverà a governare la nostra nazione dovrà comunque impegnarsi per realizzare quella crescita sociale, civile e culturale che costituisce una premessa necessaria ad ogni crescita economica.


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