L’anomia di Durkheim ai tempi del covid- 19

L’anomia è una condizione sociale in cui vi è una mancanza di coesione e di ordine, soprattutto in relazione alle norme e ai valori. Il termine deriva dal greco ‘a’ (senza) e ‘nomos’(norma) e significa letteralmente “assenza o mancanza di norme”. Il concetto di anomia è stato sviluppato dal sociologo francese Emile Durkheim come parte della sua spiegazione riguardante i motivi del suicidio nel xix secolo. Il sociologo ha sostenuto che i tassi di suicidio erano più alti tra i protestanti piuttosto che tra i cattolici, perché’ la cultura protestante ha attribuito un valore maggiore all’autonomia individuale e all’autorealizzazione.

Mi sono chiesta, una volta individuato e cALESSIA MARIA LAMBERTI  FOTO.jpegontestualizzato il concetto di anomia  presentato dal sociologo francese Durkheim, se essa è una condizione sociale che rispecchia la società post-moderna, ed in particolare se può interpretare il momento sociale che stiamo vivendo così riassunto: “un esodo di incoscienti che molto probabilmente contribuirà all’ulteriore diffusione del virus. nonostante il decreto varato dal governo e quello che dovrebbe suggerire il buonsenso, questa mattina centinaia di cittadini che si trovavano in Lombardia sono saliti su treni verso il sud Italia, la svizzera e varie città italiane fuori dalla zona dell’emergenza.” Partendo con il definire la nostra società, in breve, tenterò di individuare caratteristiche simili a quelle individuate dal sociologo per attribuire all’anomia la causa del suicidio. In particolare farò riferimento alle 2 categorie precedentemente citate: l’autonomia individuale e l’autorealizzazione.

Descrivendola con le parole di Zygmunt Bauman, la nostra, è una società liquido moderna. Una società può ritenersi tale se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi d’ agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure. Le attività si riducono in passività e le capacità in incapacità, diventa incauto, quindi, trarre lezioni dall’esperienza e fare affidamento sulle strategie e tattiche utilizzate in passato. Heidegger definisce l’uomo come un contadino, cioè un essere sottoposto al nomos della terra; oggi non abbiamo la possibilità di credere di essere sottoposti a qualcosa, ci convinciamo di essere progetti di noi stessi poiché’ l’obiettivo è ottimizzare la propria persona. L’uomo quindi si trova in uno stato di isolamento, nonostante il digitale promuova una comunicazione e condivisione incessante, e di costrizione: crede di essere libero ma è costretto continuamente ad ottimizzare sé stesso, stando al passo con i cambiamenti repentini, e automizzare la propria vita. La società liquida promuove, quindi, l’individualismo, ma in una vita precaria e ricca di incertezze. Si riconosce, insomma, uno sciame, dove gli individui che si uniscono non hanno un ideale ad accomunarli, e nel quale ognuno conserva il proprio profilo cercando in qualsiasi caso di perfezionarsi.

Alla deriva da un episodio all’altro, vivendo ogni episodio senza la consapevolezza delle sue conseguenze, guidati dalla volontà di cancellare il passato piuttosto che disegnare una mappa del futuro, l’identità resta ancorata ad un presente privo di significati. Chi vive nel mondo liquido moderno vaga per i meandri dei centri commerciali con la speranza di trovare un segno di riconoscimento che gli occorre per tenere aggiornato il proprio io. Il terreno in cui viviamo e’ malfermo, sottoposto alla minaccia del cambiamento inarrestabile, che non porta pace e sollievo, ma crisi e tensioni costanti. Incapaci di rallentare il cambiamento o controllarne la direzione, ci concentriamo su ciò che crediamo di poter influenzare: scegliamo dei bersagli sostitutivi su cui scaricare l’eccesso di paura che non trova le sue naturali vie di sfogo. A questo punto riprendiamo il pensiero del sociologo francese, Durkheim, riguardo l’anomia e in particolare facciamo riferimento alla sua contestualizzazione nelle società “complesse”. Nelle società complesse le mansioni dei singoli si differenziano, vi è una maggiore divisione del lavoro, esistono numerose istituzioni intermedie che mediano l’appartenenza del singolo all’interno della società, e di conseguenza viene attuata una diversificazione dei contenuti delle coscienze. Al fine di permettere la varietà di comportamenti necessari in queste società, la tenuta di norme morali condivise si fa più problematica e nello stesso tempo più necessaria. Più problematica perché’ il fatto stesso che ciascuno può pensarla diversamente dall’altro, rende difficile individuare norme morali che valgano per tutti indistintamente; ma necessaria perché la coesione, priorità per il mantenimento di una società, diviene un qualcosa da costruire e mantenere cercando norme che diano libertà, ma vincolino alla cooperazione.

È qui che nasce l’anomia, la deficienza nella capacità della società di vincolare a sé i suoi membri, di garantire la loro adesione ad un ordine condiviso di valori, credenze e aspettative, il  sociologo francese definisce che il fenomeno del suicidio, essendo correlato al concetto di anomia, dipende dall’integrazione di una società e dal valore che si da al proprio ego, all’individualità e all’autorealizzazione. Possiamo affermare, quindi, che nella nostra società, considerata con le parole di Durkheim ‘complessa’ e con le parole di Bauman ‘liquido-moderna’, è possibile si manifesti la condizione sociale dell’anomia. Ciò che io penso è che l’anomia, in questo preciso momento storico caratterizzato dalla paura per il covid-19, sta prendendo il sopravvento. L’inconsistenza del nostro presente, l’insicurezza, l’assenza di coesione sociale, l’impossibilità di trovare un appoggio anche in noi stessi, genera una società anomica, priva di solidarietà, una società egoistica. Il termine egoistico, è bene sottolineare, fa riferimento al forte sviluppo dell’ego, cioè l’enfasi sulla libertà e la solitudine del singolo soggetto di fronte alle proprie scelte di fondo. Non riusciamo a scegliere in nome della società, non riusciamo a ragionare nell’ottica di coesione e cooperazione.

 dott./ssa Alessia Maria Lamberti – sociologa

fonti:

Il mondo in questione, Paolo Jedlowsky, Carrocci editore, Roma, 2019;

L’uomo senza tempo, Umberto Pagano, Franco Angeli,Milano,2011;

 Vita Liquida, Zygmunt Bauman, Economia Laterza,Bari,2008.


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