L’amicizia nella società

 

foto Nicodemo Bumbaca MBA per SOWQuattro anni fa, il 30 luglio 2011, l’ONU istituiva  la giornata internazionale dell’amicizia.

L’amicizia è un legame affettivo che si instaura tra due individui considerato fondamentale per la crescita di un uomo o di una donna.  Sull’enciclopedia virtuale della Treccani.it il termine amicizia indica << una relazione sociale i cui soggetti: 1) avvertono una personale predisposizione l’uno verso l’altro; 2) si scambiano affetto; 3) stabiliscono tacitamente e autonomamente i valori, le norme e le linee di condotta del loro rapporto. L’amicizia, inoltre, è 4) una relazione intima che 5) può iniziare e concludersi liberamente. Il combinarsi di queste cinque caratteristiche conferisce all’amicizia, assunta in questa sua moderna accezione, l’aspetto peculiare di un fenomeno sociale altamente dinamico, flessibile e diffuso. Ciò comporta due conseguenze principali: in primo luogo, l’amicizia moderna pone all’uomo moderno dei particolari problemi di natura sociale strettamente connessi alle cinque caratteristiche appena elencate>>.

Di amicizia si è sempre parlato in tutte le epoche storiche, dai greci ai romani, dal medioevo all’età moderna ed ha sempre ispirato opere d’arte, canzoni, testi letterari poesie ecc.

Tutti abbiamo un amico a cui confidare le nostre gioie, le nostre paure, le nostre esperienze ed è sempre importante ricordarci che l’amicizia con un amico è, giorno per giorno, più importante in un mondo degli affari dominato dall’utile economico e dal senso utilitaristico e impersonale degli individui moderni.

Dal punto di vista sociologico i ricercatori, spesso, hanno considerato l’amicizia un fenomeno da non studiare analiticamente perché attiene alla sfera privata dell’individuo, infatti i sociologi concentrano maggiormente la loro attenzione sul funzionamento dei movimenti collettivi, sulle istituzioni… insomma su forme sociali complesse. In Italia, però, il sociologo Francesco Alberoni nel suo libro ‘L’Amicizia’ edito da Garzanti ha studiato l’argomento  come sentimento morale che nasce fra due individui e che poi può trasformarsi in diverse forme che porteranno alla nascita dei movimenti sociali, anche se poi, secondo l’analisi di Alberoni, i movimenti sociali trasformano il vero significato dell’amicizia perché sono le regole di gruppo che sovrastano il rapporto di amicizia. Infatti l’amicizia è anche libertà. Non ha regole da seguire.

Un sentimento, dunque, particolare che non può trovare la sua giusta dignità in un mondo dove è categorico controllare lo spazio delle emozioni e dare stimolo al calcolo e il raggiungimento dei propri obiettivi. Nelle società moderne, molto spesso, per raggiungere tali obiettivi creiamo attorno a noi una rete complessa  di amicizie ma che allo stesso tempo non lo sono. I rapporti con le persone che conosciamo sono molto spesso legati alla professione, oppure all’appartenenza ad un  club, ad associazioni, o gruppi in cui però al di là della militanza, non vi è più alcun vero e profondo rapporto amicale, sincero e morale.

Alberoni  definisce l’amicizia come una dimensione all’interno dalla quale ci sono dei valori importanti, una dimensione in cui <<i patti vanno rispettati, la fiducia meritata. L’amicizia deve essere leale, sincera, limpida. L’amico deve volere il bene dell’amico non a parole, ma concretamente.  Nell’amicizia bisogna saper vedere le virtù dell’altro e valorizzarle>>. Senza questi elementi non esiste amicizia.

Nelle società moderna la parola amicizia ha assunto addirittura un significato negativo. Soprattutto in Italia avere amicizia significa avere privilegi, raccomandazioni. Infatti, chi non ha mai sentito dire che avere ‘amicizie’ significa trovare un lavoro, un posto all’ospedale e tante altre cose?

La vera amicizia non è tutto questo, abbiamo deviato il vero significato di questa sentimento. L’amicizia, invece, è una componente essenziale della nostra vita. È un sentimento di reciprocità in cui non c’è spazio per l’odio, ci si aiuta nei momenti di difficoltà. Ma l’amicizia è importante anche perché è grazie al leale confronto con l’altro che noi abbiamo una nuova prospettiva sulle cose e sul mondo. Con gli amici ci si aiuta a crescere, a formare una propria identità a vedere i difetti propri e quello degli altri e correggersi a vicenda.

L’amicizia ci aiuta a creare un mondo di valori più giusti, ci aiuta ad avere fiducia e vedere la vita con ottimismo. E se c’è ottimismo c’è anche la forza per creare una società migliore fondata sui valori della morale e non dell’utilità. Per concludere con una regola morale del filosofo tedesco Kant che scriveva:<< agisci in modo tale da trattare l’umanità, sia nella tua persona, sia in quella di ogni altro, sempre come fine e mai come mezzo>>.

Quindi ricordiamoci sempre che la vera amicizia non è un mezzo ma è il fine.

 

Nicodemo Bumbaca – Sociologo ANS Calabria

 


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