LA SMART EDUCATION POST COVID E LA RISORSA DEI MOOC

di Federica Ucci

Dopo molte settimane di stop a causa del Coronavirus, quel futuro professionale che per molti era solo una delle tante ipotesi delle conseguenze della post modernità, si è concretizzato con il definitivo superamento di quel precedente contesto in cui anche le attese di vita erano più basse e l’apprendimento si limitava allo studio tradizionale degli anni scolastici fino all’università, per poi entrare nel periodo lavorativo e infine in quello del pensionamento.

<<== dott.ssa Federica Ucci

Di modalità lavorative alternative e svolte attraverso l’utilizzo della tecnologia si parlava per lo più sui libri, in ottica di potenzialità e come eccezioni, spesso virtuose e rivoluzionarie laddove iniziava a comparire qualche tentativo di riorganizzazione aziendale. Attualmente, la maggior parte dei lavoratori è immersa in un processo di continuo cambiamento delle proprie abitudini rispetto all’attività lavorativa, la cui dimensione si è allargata, mutando parallelamente a quella della formazione.

Lo Smart Working è figlio della Smart Education, cioè un apprendimento online in cui si lavora e si migliora anche attraverso la formazione: lavorare da casa, infatti, vuol dire anche imparare mentre siamo operativi. Questo fenomeno esisteva già prima della crisi ma ne stiamo prendendo realmente coscienza in questo delicato periodo storico, prima era un qualcosa di residuale che incontrava anche molte resistenze in quanto non erano chiare le modalità di attuazione, oggi invece tutti siamo stati in qualche modo costretti a porci il problema di come fare e come farlo meglio.

Secondo il Censimento Permanente delle Istituzioni Pubbliche(1), in tempi non sospetti rispetto al covid-19 solo il 4% della formazione era erogato in modalità e-learning, il 3,1% utilizzava videoconferenze e webinar, solo il 2,8% prevedeva formule blendede(2) il 73% della formazione era svolto in aula.

Alcuni principali ostacoli al processo di digitalizzazione sono la mancanza di adeguata formazione ICT, di un Referente della Trasformazione Digitale e la rigidità al cambiamento nell’organizzazione degli uffici, queste informazioni palesano il dato di fatto che la pandemia ha permesso un’ ascesa della Smart Education che in condizioni “normali” avrebbe richiesto ancora anni.

Il Decreto Legge n.34/2020 o Decreto Rilancio ha previsto il diritto fino al 31 luglio a lavorare in modalità Agile, in ottica di un suo incremento da parte del Governo anche nel periodo successivo alla fine dell’emergenza, stabilita al 31 dicembre 2020. Oltre che nella Pubblica Amministrazione, anche per le altre tipologie di azienda si aprirà l’opportunità di riconsiderare i propri approcci organizzativi, perciò il gap culturale in termini di Smart Working del nostro paese non si può che colmare con la Digital Education.

Sicuramente il lavoro in presenza continuerà ad essere svolto, ma parallelamente proseguirà anche la digitalizzazione, la quale non potrà più essere considerata in maniera occasionale e questo conduce a riflettere sul concetto di Life Long Learning,il quale è al centro dell’attenzione dei governi alla luce delle pressioni provenienti dal mercato e della pressante necessità di adeguamento delle competenze dei lavoratori alle esigenze del lavoro.

L’universo della Didattica Digitale è un ecosistema in forte espansione che dopo essere stato a lungo valutato in maniera negativa oggi è considerato un amplificatore del cosiddetto Apprendimento Permanente. Oltre ad accrescere le competenze è necessario anche migliorare la capacità di adattamento alle innovazioni sul luogo di lavoro, soprattutto in un contesto di aumento dello Smart Working e stimolare l’attitudine all’apprendimento continuo.

L’educazione che avviene nell’arco di tutta la vita attiene alle prime fasi dei percorsi di studio ma poi prosegue per consentire un upgrade continuo delle conoscenze e delle capacità in generale. L’apprendimento non termina più con la formazione universitaria ma riguarda tutto il vissuto lavorativo e perciò la chiave per rendere la conoscenza sempre più specialistica a livello verticale è “imparare ad imparare”, come si sviluppa dipende dalla capacità del mondo del lavoro di farla propria, soprattutto in ottica di questa nuova realtà storica.

La Smart Education svolgerà un ruolo centrale nel favorire l’upgrade delle competenze per facilitare la trasformazione organizzativa, lo sviluppo di nuove abilità legate alle modalità lavorative e l’accesso ad ambienti di apprendimento coerenti con le nuove abitudini di lavoro e di vita.

I numeri della trasformazion e del lavoro ormai sono noti, secondo i reports del World Economic Forum ( 3) e di McKinsey,(4) nell’arco di 10 anni circa il 50% delle professioni subirà un cambiamento radicale, entro il 2022 più della metà dei lavoratori dovrà rinnovare le proprie competenze, nel 2030 circa 400 milioni di lavori saranno a rischio automazione e dal 3 al 4% della forza lavoro globale cambierà il proprio percorso lavorativo. L’impatto di macchine ed Intelligenza Artificiale sarà massiccio, con conseguente richiesta di un upskilling e/o un reskilling delle competenze lavorative delle risorse umane che richiederanno da 1 mese a un anno di formazione.

In riferimento all’aggiornamento professionale ci sono due approcci alla formazione che sono complementari: uno che di volta in volta ripropone degli approfondimenti per migliorare costantemente le proprie competenze specifiche (microlearning) e uno che invece richiama il lavoratore a misurarsi col contesto per creare una forma mentis che permetta di affrontare bene le continue richieste di acquisizione di competenze specialistiche mirate al cambiamento (macrolearning).

Le varie competenze tendono ad interagire sempre più tra loro per la trasversalità, oltre alle hard skills, cioè quelle competenze che possono essere valutate rapidamente, come il livello dello studio, delle lingue, delle competenze, ecc. sono oggetto di valutazione anche le soft skills, ovvero quell’ampio spettro di competenze che vanno da comunicazione, negoziazione, gestione dei gruppi e gestione dello Smart Working fino alla mindfullness, che permettono di comprendere il comportamento che la risorsa umana adotterà all’interno dell’ azienda e del gruppo.

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le piattaforme per lo Skills Development Training, all’interno del mondo della didattica a distanza i MOOC, vale a dire i Massive Open Online Courses, hanno segnato nel 2011 l’inizio di una vera e propria rivoluzione nel mondo della formazione. Attraverso la capacità di innescare una forte collaborazione tra università, mondo aziendale e istituzioni pubbliche l’ascesa delle grandi piattaforme internazionali (ad esempio Udacity e Coursera), ma anche italiane – ome Eduopen o Federica.EU(5) -ha conosciuto un rapido incremento.

Dal 2016 la tendenza principale dei Mooc è rappresentata da pacchetti tematici e certificati per la formazione extra e post universitaria che offrono la possibilità di costruire percorsi formativi modulari. Attraverso l’accesso alle aule online per la fruizione di docenza e contenuti di alta qualità e al mantenimento del formato del corso, il successo di questa modalità di apprendimento si è consolidato permettendo da una parte di continuare a sviluppare una formazione più minuta delle competenze e dall’altra una collaborazione con le corporate e le università internazionali, al fine di creare dei percorsi formativi che iniziassero ad intercettare l’esigenza intermedia di una formazione professionale più sofisticata rispetto all’aggiornamento specifico delle competenze ma anche più agile e flessibile rispetto ai percorsi tradizionali.

All’interno dei MOOC è possibile passare da singoli corsi a pacchetti di corsi con un principio scalabile in cui da un piccolo elemento di competenza si può costruire un portfolio personale per completare il proprio curriculum di formazione, testimoniando così non solo un aggiornamento professionale ma anche la propria generale attitudine all’apprendimento continuo, elemento che nel mercato del lavoro e del reclutamento professionale è sempre più importante.

Tutto questo rappresenta un potenziale enorme in autoformazione in quanto si tratta di corsi ad accesso libero sulle grandi piattaforme internazionali.In un momento storico in cui il cambiamento viaggia a ritmi velocissimi la capacità di allenarsi ad individuare liberamente ciò che può contribuire al proprio miglioramento culturale e professionale non può che essere una marcia in più per riuscire a padroneggiare le modalità di lavoro del futuro.

Federica Ucci, Sociologa specialista in Organizzazione e Relazioni Sociali

Note

[1] www.istat.it ;

[2] Per Blended Learning, o apprendimento misto, si intende un mix di formazione in aula e formazione online;[

3] https://www.weforum.org/agenda/2020/01/future-of-work/;

[4] https://www.mckinsey.com/featured-insights/future-of-work;

[5] https://www.federica.eu/ In particolare, il corso “Smartworking. Sfide & Opportunità” approfondisce gli argomenti di questo articolo, tratti dalla prima lezione.


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