“LA SANTISSIMA TRINITA”, UN RARO DIPINTO AUTOGRAFO DI MATTIA PRETI DA MALTA
E’ stata inaugurata il 4 novembre, nel museo diocesano di Oppido Mamertina (Reggio Calabria), la mostra “La SANTISSIMA TRINITÁ. Un raro dipinto autografo di Mattia Preti da Malta”, che avrà termine il giorno 10 dicembre, e che vedrà per la prima volta questo capolavoro esposto in Italia. Luce, colore, sentimento che il cuore cattura e conquista al primo sguardo, attraverso lo splendore della sua perfezione, che il maestro calabrese è riuscito a raggiungere con la sua arte. Mattia Preti, nacque a Taverna, un piccolo paese della provincia di Catanzaro il 24 febbraio 1613, anche se a 17 anni, nel 1630, lasciò la natia Calabria, per raggingere Roma e il fratello Gregorio, anch’egli pittore, con il quale abitò nei primi anni. Lungo l’arco di tempo che trascorse sulle sponde del Tevere, quasi un quarto di secolo, anche se frequenti furono i viaggi, sia in Italia che all’estero, del cavaliere calabrese, così chiamato per il suo luogo d’origine e , per il titolo di ”Cavaliere di Grazia dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme” conferitogli da papa Urbano VIII, durante il periodo trascorso nella città eterna.
Nel 1653, il trasferimento dell’artista, nel capoluogo partenopeo, dove offrì, il suo contributo allo sviluppo della scuola pittorica napoletana, e dove realizzò numerose opere, tra le quali, tra il 1657 e il 1659, l’affresco delle porte della città durante la peste, anche, se purtroppo, attualmente, rimane di essi solo quello su porta San Gennaro. Il 1661,è invece, l’anno del suo viaggio a Malta, chiamato dal Gran maestro dell’ordine di Malta Raphael Cotoner. Molto vasta la sua produzione artistica sull’isola, circa 400 opere, secondo l’opinione dello storico dell’arte Antonio Sergi. Una produzione amplissima, ma che non gli impedì dal 1672 di realizzare alcune opere nelle chiese della sua amata Taverna, la morte,tuttavia, lo raggiunse, nella capitale maltese il 3 gennaio 1699. Per l’altare dedicato a San Luca, nella Chiesa dei Francescani Minori a La Valletta, edificio religioso, la cui riedificazione e decorazione, fu operata per volontà del Gran Maestro Gregorio Carafa, che questo meraviglioso dipinto, datato 1671,vide la sua realizzazione, e che ora,dopo un apposito restauro ad opera di Sante Guido e Giuseppe Mantella, giunge per la prima volta,nel nostro paese.
”La Santissima Trinità”. Intensa l’emozione, che la composizione procura all’anima : Dio Padre che il figlio sorregge, il corpo del Cristo , tra le braccia del Padre, mentre la colomba, lo Spirito Santo, veglia sulla scena portando con sè la luce della Grazia Celeste. Geniale la scelta del maestro di scegliere un taglio diagonale, riuscendo così, a rendere, magistralmente, tutta la drammaticità del momento . Accettazione degli eventi nell’abbraccio del Padre Eterno , ma soprattutto l’affetto verso il Figlio, e la condivisione per il suo destino,che il sapiente uso della luce , oltre che del colore, consentono di leggere in tutta la composizione. L’accurato e recente restauro ha poi confermato l’autografia dell’opera, non solo in base alla qualità pittorica, ma anche grazie al rinvenimento sul retro della tela , dell’acronimo ”FMP””Fra’ Mattia Preti”, che costituisce, non un semplice indizio,ma la vera e propria firma dell’artista, cavaliere dell’Ordine Gerosolimitano, per l’appunto.Un gioiello artistico, ma anche un rarissimo esempio di opera autografa quindi, dove accanto alle inizali dell’autore, un simbolo tracciato co n una sola pennellata, ”il nodo di salomone”, o una rielaborazione del caduceo, simbolo della medicina, le accompagna, forse riferito a San Luca, santo la cui effige, la pala maggiore dell’altare dedicato alla Confraternita, già esposta nel 2013 presso l’Accademia Nazionale di san Luca a Roma, ritrae.
Sabrina Gatti – sociologa ANS Milano