La religione rappresenta ancora un forte legame sociale?

foto Nicodemo Bumbaca MBA per SOWI padri della sociologia come Marx, Weber e Durkeim condividevano l’idea che la religione tradizionale sarebbe divenuta nella società moderna sempre più marginale. Pensavano, inoltre, che il processo di secolarizzazione, ovvero il processo attraverso cui la religione avrebbe perso la sua influenza nella diverse sfere della vita sociale, sarebbe diventato inevitabile. Infatti la società tradizionale avrebbe lasciato il posto a quella moderna e avrebbe posto tutta la sua fiducia sempre più sulla scienza e sulla tecnologia.Il trend degli ultimi anni sembrerebbe che i sociologi su citati avrebbero azzeccato le loro previsioni ma in realtà se andiamo ad osservare alcuni dati raccolti in diverse parti del mondo, scopriamo come la religione non sia arretrata per niente ma, al contrario, c’è  un nuovo vigore e sviluppo di movimenti per la fede. Ad esempio secondo uno studio effettuato dal sociologo Anthony Giddens e pubblicato nel suo lavoro ‘Fondamenti di sociologia’ nel 2014 si è osservato non in tutti i luoghi il processo di secolarizzazione è avvenuto allo stesso modo.  Norris e Inglehart (2004) hanno riscontrato interessanti differenze  tra paesi post-industirali (Europa Occidentale), paesi industriali (paesi ex-comunisti, America del sud) e paesi agricoli (Cina, India, Indonesia, Iran). Anche se in Europa occidentale i credenti  sono leggermente diminuiti, in America del sud il numero dei fedeli è rimasto stabile, in Africa, nei paesi ex sovietici, Cina, India è cresciuto esponenzialmente e addirittura negli USA, eccezionalmente,  stanno aumentando nuovi movimenti religiosi grazie anche all’aiuto della nuove tecnologie o delle c.d. ‘Chiese Virtuali’. Anche se il fenomeno, però, a volte riguarda l’approccio alla fede molto più privato in cui i fedeli preferiscono vivere la loro spiritualità interiormente senza intermediazioni istituzionali.

I movimenti religiosi, inoltre, stanno avendo un rinvigorimento anche in tutte le altre parti del mondo e conosciamo gli eventi più diretti dall’Islam che negli ultimi decenni ha innescato la nascita di movimenti e di cambiamenti di cui tutti conosciamo gli effetti. Dunque, secondo gli ultimi studi sociologici, la religione continua ad essere un importante punto di riferimento tra gli individui in cui i valori tradizionali sono più forti e muovono cambiamenti prima sconosciuti.È indiscusso, però, che le differenze religiose esistono tra i Paesi. In Europa occidentale, il Portogallo e l’ Irlanda, ad esempio,  hanno il 90% dei fedeli che crede in Dio a differenza  della Svezia e della Gran Bretagna dove la percentuale arriva fino al 50% (Giddens, 2014). In Italia la percentuale dei fedeli è ancora molto alta e soprattutto al sud persistono importanti feste religiose che attirano ogni anno centinaia e centinaia di fedeli.

A prova di questo in Calabria, nei paesi della locride, la religione rappresenta un fortissimo legame sociale delle comunità oltre ad essere un patrimonio culturale di tradizioni, riti, prescrizioni e feste popolari che di anno in anno rinsaldano una identità costruita nel tempo. È il momento in cui la voglia di rinnovare la fede si incontra con l’unione della comunità disgregata da problemi sociali come l’emigrazione, la povertà e la disoccupazione. La religione oltre ad essere un legame con Dio diventa anche il momento in cui gli individui tornano ad essere parte di quella comunità perduta, lontana in cui i valori della famiglia, della pace, della fede e della solidarietà torna a far parte di una vita quotidiana più umana e meno dominata dal freddo razionalismo e dall’individualismo che troppo spesso lascia le persone senza punti di riferimento nella società contemporanea.

Non ci sarebbero altre spiegazioni, allora, del perché feste religiose come quella di S. Andrea Avellino di Monasterace ‘U Territoriu’ che si svolge ogni quattro anni nel mese di maggio attira centinaia di persone emigrate dal loro paese d’origine. Oppure la festa del SS.mo Salvatore a Pazzano o quella della ‘Mamma Nostra’ di Bivongi. E ancora feste come quella dei SS.mi Cosma e Damiano a Riace e S. Rocco a Gioiosa Ionica che hanno anche un forte legame con la comunità zingara associata anche ai balli della tarantella. Feste tutte accomunate non solo dalla grande fede religiosa, ma anche dalla voglia di rinsaldare quel legame sociale e culturale in cui gli individui si sentono parte integrante e portatori attivi di valori.

Certamente, in linea con le ricerche sociologiche, il comportamento religioso viene vissuto in modo differente dagli individui. Se da una parte è vero che le istituzioni ecclesiastiche hanno perso o stanno perdendo la loro influenza su tutte le sfere sociali, è anche vero che gli individui hanno bisogno di un rinnovamento di essa e della fede e che siano anche la guida delle nuove sfide sociali e delle domande irrisolte della scienza.

Infatti, vivere in un mondo senza fede e religione vorrebbe dire cercare di spiegare tutto attraverso il metodo scientifico, ma come è stato accertato non sempre quest’ultimo riesce a dare delle risposte adeguate.  La religione, quindi, nei prossimi decenni avrà un ruolo molto attivo nella società e al contrario di quelli che avevano annunciato un suo ruolo del tutto marginale essa continuerà a coinvolgere milioni di persone anche se con prassi differenti da come le conosciamo oggi.

Nicodemo Bumbaca –  Sociologo ANS Calabria

 

 


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