LA MONETA PARALLELA COME STRUMENTO DI RIAPPROPRIAZIONE DELLA SOVRANITA’ MONETARIA E DELLA DIMENSIONE SOCIO-ECONOMICA LOCALE

Nicodemo BumbacaDi recente i giornali hanno riportato la notizia che il  ministro delle finanze greco, Varoufakis, per far fronte alla umiliante crisi del suo Paese, in attesa del referendum sulla complessa vicenda se Atene dovrà pagare o meno i debiti ai creditori, ha annunciato di voler utilizzare una moneta parallela (forse la Dracma?) all’euro per evitare una mancanza di liquidità nel breve periodo.

Può sembrare strano parlare di due monete che circolano contemporaneamente nel medesimo Stato, ma in realtà in molti stati europei, tra cui anche l’Italia, esistono, già da tempo, piccoli esperimenti di moneta complementare, parallela o alternativa come si voglia dire. Concretamente mai nessuno Stato ha  provato ad inserire una moneta parallela all’interno della politiche nazionali e monetarie. Certamente negli ambienti economici e sociali delle politiche convenzionali parlare di moneta parallela vuol dire, senza mezzi termini, essere eretici. Proprio come la Chiesa ai tempi di scienziati come Galileo o Copernico screditava le loro teorie, che poi, in realtà come tutti sappiamo, si sono rivelate esatte.

Ma comprendere il funzionamento della moneta parallela prima di tutto vuol dire Capire cos’è una moneta e qual è il suo scopo principale.

La moneta, fondamentalmente, è un mezzo di scambio che serve a semplificare lo scambio di beni e servizi tra gli individui in un determinato territorio. Nel sistema capitalistico industriale con l’aumento degli scambi commerciali a livello globale, essa assume un ruolo di primaria importanza non solo come mezzo di scambio ma anche come riserva di valore. Questa implica che la moneta è diventato un mezzo di potere che si discosta dalla sua funzione originaria e diventa un pericoloso strumento di potere che può ridurre in ginocchio paesi o Nazioni come la Grecia.

La moneta con il sistema finanziario attuale diventa una risorsa volatile, in grado di creare crescita in Stati in cui essa si localizza, ma anche di creare povertà quando essa viene ‘delocalizzata’ altrove. Con il neo- liberismo  la deregulation le Nazioni non sono più in grado di ricreare politiche monetarie efficaci nel loro territorio. E questo provoca povertà, debito, disgregazione sociale, economie distrutte, suicidi ecc.

Per questo motivo la moneta parallela può essere, in parte, una buona alternativa a questi problemi. Dal punto di vista economico,infatti, la liquidità rimane ancorata al territorio locale e innesca quel processo di scambio e creazione di valore che altrimenti si bloccherebbe. Di certo non è la ricetta magica ad una crisi profonda come quella che sta affrontando la Grecia, ma può rappresentare per futuri studi economici e sociali un punto importante su cui discutere. Ancor di più se consideriamo la tecnologia e internet  come veicoli  di lancio a politiche di moneta complementare o parallela. Il Bit coin, per esempio,  può essere uno strumento di studio concreto anche se diverse sono anche le controversie legato ad esso.

Se dal punto di vista economico la moneta parallela rappresenta ancora un campo tutto da studiare e da definire. Dal punto di vista sociale e/o sociologico, invece, essa è  già uno strumento empirico molto stimolante. Sono, infatti, molteplici le comunità che hanno creato una moneta parallela a quella ufficiale ed è ricchissimo di esperimenti in tutto il mondo, in Europa e in Italia.

La moneta parallela, dal punto di vista sociologico, è interessante perché attraverso dal suo utilizzo è possibile osservare come le comunità, che hanno interessi sociali comuni, decidono, indipendentemente dal sistema economico, di utilizzare strumenti sociali  in risposta al potere che ostacola la loro volontà.

Il motivo della accettazione  della moneta parallela si basa sulla fiducia volontaria degli individui di una determinata comunità che ha come obiettivi  la sovranità monetaria ed un’economia basata su regole di benessere sociale, decrescita ed equità valorizzando le risorse (terra, capitale umano, lavoro, salute) locali.

La moneta parallela, quindi, può aiutare la ricerca sociale ad osservare pratiche alternative in risposta alla tendenza culturale della finanza sregolata, considerata come settore fondante della società e a cui tutto è asservito.

Di casi concreti in Italia di moneta parallela che si possono osservare e studiare è il caso dello SCEC (la Solidarietà ChE Cammina). L’arcipelago SCEC è un’associazione senza scopo di lucro che insieme ad altre associazioni associate collaborano alla creazione di una rete di economie locali risanate, anche socialmente, che avendo strategie condivise collaborano usando strumenti comuni. Il loro scopo è aiutare tutti quei soggetti colpiti dalla crisi finanziaria e di bloccare il drenaggio di moneta dal territorio attraverso, appunto, la moneta locale chiamata SCEC. Questa banconota può essere riutilizzata nel circuito commerciale locale che aderisce a questo progetto, valorizzando appunto i produttori e la produzione locale. Attraverso questa pratica è fondamentale capire che dal punto di vista sociale c’è la riappropriazione della sovranità monetaria di quelle comunità e soprattutto un utilizzo originario della moneta come mezzo di scambio e no mezzo di potere.

Sociologicamente, dunque, la moneta parallela è un ottimo strumento di riappropriazione di potere sociale delle comunità mentre dal punto di vista economico forse è più complicato che entri in un sistema consolidato da strutture finanziarie  tecnocratiche se non si cambiano le basi attuali.

Vedremo se Varoufakis sarà in grado di utilizzare questo strumento economico alternativo e se la comunità greca risponderà collettivamente con quella fiducia che serve affinché essa non finisca solo per essere l’annuncio di un titolo di giornale.

Nicodemo Bumbaca- Sociologo ANS


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