La libera coscienza dall’essere umano
L’attuale dibattito sul tema Eutanasia ha generato polemiche e accese controversie nell’ambito morale, religioso, legislativo, scientifico, filosofico, politico, etico.Di fronte ad un problema di questa dimensione la Sociologia si adopera a comprenderne gli aspetti individuandone una riflessione. E’ proprio in questi giorni si assiste a critiche serrate da parte dell’opinione pubblica nel tentativo di costruire false ideologie.
Fin dall’antichità in certe popolazioni della terra quando una persona comprendeva di essere arrivata alla fine di questa esperienza terrena, si isolava dalla famiglia e dal gruppo è dopo essersi congedata si lasciava morire in perfetta solitudine digiunando.L’individuo sociale è costituito da un ‘identità nella quale percepisce la necessità di distaccarsene attraverso l’Eutanasia programmata. Mettere fine ai suoi giorni, denota il valore assoluto della vita dichiarando il potere di esistere annullandosi. L’io dell’uomo aspira alla massima libertà: libertà di scelta. Il libero arbitrio, quale elemento fondante della dimensione individuale, che esula dal fattore sociale e dalle comuni credenze.
E’ umanamente crudele pensare di costringere di far rimanere in vita un individuo davanti alla propria malattia, rimanere come un essere sconfitto sofferente ed inerme contro il suo volere, quando la sua vita ha perduto qualsiasi dignità e prospettiva futura. Le connotazioni ideologiche fortemente permeate dalla dottrina cristiana, radicata fortemente in Italia, non può essere stereotipo e paragone di insanabile giudizio sul valore della Vita. Le religioni sono elemento fondante delle comunità e rappresentano un luogo ideologico, che accomuna le persone che vivono la Fede e il Dogma in modo assoluto. Il senso della vita, la percezione del dolore, la dignità personale vanno oltre i rituali e le preghiere ed ogni scelta, come quella di Dj Fabo, merita rispetto, senza giudizi, perché la libera coscienza vive nell’anima umano.
Teresa Sifonetti, sociologa ASI