La giustizia che non paga mai
Ormai, sono quotidiani i casi di malagiustizia che vedono protagonisti magistrati immuni da qualsiasi tipo di sanzione. Nel corso di questi anni mi sono occupato troppe volte di appartenenti a questa casta che sembra essere totalmente avulsa dall’art. 3 della nostra carta costituzionale, ovvero il principio di uguaglianza.
Ho deciso di scrivere questo articolo per ricordare l’emblema di questo sistema, una delle vittime più note di certi magistrati supponenti ed arroganti che porta il nome di Enzo Tortora che, proprio in questi giorni si celebra l’anniversario della sua morte prematura.
Un uomo onesto, buono, leale che ha lottato con tutte le armi possibili ed immaginabili affinché venisse affermato il principio della giustizia, rinunciando anche al bene più prezioso concesso all’uomo, la libertà.
Quella libertà che noi, normali cittadini onesti, diamo per scontata come diritto soggettivo quotidiano, mentre, chiunque potrebbe finire in un tritacarne giudiziario e mediatico senza nemmeno conoscerne le ragioni.
Nella maggior parte dei casi da me esaminati, ho potuto evidenziare come certe condotte poste in essere da alcuni magistrati, che, hanno fatto mercimonio della loro toga, hanno prodotto distruzioni di famiglie, patrimoni, serenità, immagine a persone, rivelatesi poi del tutto estranee alle tesi accusatorie di certi PM, innamoratisi delle proprie convinzioni.
Questi danni irreversibili, da chi vengono risarciti?????
Quanti suicidi hanno un colpevole e quante malattie psichiatriche ne sono l’effetto?
Eppure oggi, anche il caso Palamara scompare nelle nebbie della mediaticità. Perché?
Siamo forse tutti succubi di un potere che terrorizza soprattutto le persone oneste???
Ricordando vecchi film di Alberto Sordi dai titoli “Tutti Dentro” e “Detenuto in attesa di giudizio”, mi auguro una celere riforma del sistema giudiziario, “affinché l’ingiustizia sia uguale per tutti.
Prof. Michele Miccoli