La fedeltà dei libri

Zocconali-Pietro-giungo-2014-204x300“La giungla di Asfalto” di William R. Burnett, uno scrittore statunitense del secolo scorso. Un bel poliziesco/noir, dal quale è stato tratto a suo tempo un famoso ed apprezzato film di John Houston “Giungla d’asfalto”.
I miei lettori diranno: perché ci stai raccontando questa cosa; non è neanche un libro di sociologia. Così recita un commento critico (grazie Internet!): Questo romanzo è “…il prototipo di diritto dei romanzi criminali a base sociologica…”. Cari amici, la sociologia sta un po’ dappertutto! Ma io sto scrivendo questo articolo per un motivo per me speciale: aprendo il volume, prelevato dalla mia biblioteca formata da circa cinquemila testi, tutti ben catalogati, mi sono accorto di averlo acquistato esattamente cinquanta anni or sono: trattasi di un Oscar Mondadori datato 28 settembre 1965.
Avevo comprato questo libro in edicola, quando era esploso, in quel periodo, il fenomeno dei libri pocket economici, in vendita settimanalmente proprio dalle rivendite di giornali; l’Oscar Mondadori n. 1, “Addio alle armi”, di Hemingway, era apparso nelle edicole pochi mesi prima, con un grande successo di pubblico, al prezzo di 350 lire (meno di 20 centesimi di Euro, cifra che oggi lasciamo di mancia quando ci prendiamo il caffè al bar).
Naturalmente avevo letto a suo tempo il capolavoro di Hemingway e, a seguire, tanti altri, ma il testo di Burnett, era caduto nel dimenticatoio; quando mi sono sposato mi ha seguito all’interno di uno scatolone, poi ha cambiato altri due appartamenti ed ora dimora nella mia abitazione principale, a Roma in sala hobbies, archiviato come letteratura anglo-americana, ed è a disposizione della mia famiglia.
Finalmente l’ho letto, dopo 50 anni: un capolavoro nel suo genere, quasi un “Delitto e castigo” di dostoevskiana memoria, capostipite della “rapina del secolo” e di quel “gran colpo che ci sistemerà per sempre”, e che invece al termine della storia si rivelerà un fallimento, con uno strascico di morti ammazzati e con la giustizia che alla fine trionfa.

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Ma io voglio arrivare a questo: esistono altre cose, di così poco valore commerciale, che acquistate 50 anni prima riescono ad allietarci per alcune ore? Che in tanti anni non ci sono mai state di intralcio, che fanno parte del nostro bagaglio culturale? Non certo i cellulari, i PC, i tablet o cose del genere, tutto intercambiabile. Ma come potrai mai sostituire i tuoi manzoniani “Promessi sposi”, quelli con le tue annotazioni?
Tante volte capita di pensare a cosa mettere in salvo a causa di un improvviso incendio, o a cosa portare con se davanti ad una fuga dal proprio Paese (e i media stanno ampiamente documentando il fenomeno fuga dalla Siria e dall’Africa sub-sahariana).
Se mi dovesse capitare di fuggire via all’improvviso, o se mia moglie, stufa di me, mi dovesse cacciare di casa, credo proprio che porterei con me una edizione economica di “Guerra e Pace”, di Tolstoj, comprata negli anni 60, libro da me letto già tre volte.

 

Pietro Zocconali, presidente Associazione Nazionale Sociologia, Giornalista


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