ll ruolo degli adulti nella prevenzione e nel contrasto del bullismo
di Marcello Darbo
Il comportamento degli adulti
Dalle risposte di 1291 studenti che hanno assistito ad atti di prepotenza emerge che nel 31,8% gli adulti non sono presenti. Ma cosa succede in loro presenza? 880 studenti sono gli studenti che hanno assistito ad atti di prepotenza in presenza di adulti.
Intervengono secondo il 34%.
Circa un quarto degli episodi di bullismo avviene senza che se ne rendano conto (23% non si accorgono di niente). Secondo il 20 % dei ragazzi gli adulti preferiscono non occuparsene (fanno finta di niente). Sempre secondo i ragazzi intervistati nel 6 % dei casi gli adulti partecipano divertiti, contribuendo così attivamente al fenomeno delle prepotenze.
……tutti dovrebbero essere consapevoli dell’esistenza del fenomeno, essere in grado di osservarlo e intervenire, di discuterne fra i colleghi, e di approfondire nei consigli di classe strategie condivise e coerenti.
Condizioni indispensabili per raggiungere alti livelli di risultato sono :
- la condivisione del Capo d’Istituto;
- del Consiglio d’Istituto e del Collegio dei docenti (legittimazione);
- la creazione di un gruppo interno di coordinamento aperto anche al personale non docente;
- la disponibilità dei consigli di classe a collaborare con il gruppo di Coordinamento (efficacia operativa).
Che luogo è la scuola?
Decreto Presidente Repubblica (24 06 1998)
“Regolamento recante lo statuto degli studenti della scuola superiore”
- luogo di formazione e di educazione;
- comunità di dialogo, di esperienza sociale informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni;
- centralità della qualità delle relazioni insegnante-studente;
- rispetto reciproco di tutte le persone;
- ambiente favorevole alla crescita integrale della persona.
La scuola non è quindi solo luogo di trasmissione di conoscenze tecniche, è anche luogo di crescita e di vita, dove il ruolo educativo dell’adulto (docenti e non docenti) è fondamentale ostacolo : difetto del sistema scolastico che non ha previsto una formazione adeguata per supportare i docenti nel difficile compito di insegnare : trasmettere competenze tecniche e portare attenzione all’aspetto educativo e relazionale, individuale e di gruppo; noi per questo abbiamo proposto la sensibilizzazione , la formazione e la consulenza per l’intervento.
Come muoversi?
…..creare una cultura condivisa dalla scuola contro il bullismo e la violenza, basata:
- sulle potenzialità dei gruppi in quanto tali, quindi della classe-gruppo e del Consiglio di classe come gruppo di lavoro;
- sulla conoscenza delle aspettative dei ragazzi in riferimento alle loro esigenze di crescita personale e affettive;
- sulle potenzialità educative di cui ogni adulto è portatore (……anche perché che lo vogliamo o no, che lo pensiamo o no, i ragazzi guardano gli adulti, li osservano, hanno precise aspettative nei loro confronti, per la maggior parte inespresse, ma forti).
Aspettative degli adolescenti nei confronti del mondo adulto:
- conoscere e misurarsi con la visione del mondo degli adulti;
- avere dei modelli di riferimento per confrontarsi, scontrarsi, immedesimarsi, differenziarsi;
- avere consigli e indicazioni di comportamento;
- essere valorizzati e ascoltati, rassicurati;
- essere incoraggiati a esprimere la parte migliore di sé;
- aiuto nel superamento degli ostacoli della crescita, a modificare comportamenti negativi;
- essere aiutati a sviluppare competenze pro-sociali (saper cooperare, rispettare le regole, imparare ad essere aperti alla relazione);
……….può apparire difficile, l’importante sarebbe già non andare in direzione opposta,
in concreto : un adulto può non riuscire a essere valorizzante, ma sicuramente può riuscire a non essere svalorizzante.
Nella scuola l’adolescente è studente, presente come singolo e come facente parte di un gruppo, l’alunno è essere affettivo, morale e sociale e il gruppo è la dimensione relazionale con la quale confrontarsi.
confrontarsi
Necessità | emotive fondamentali |
Individuali Sociali o di gruppo | -affetto -essere curato -affermarsi -essere creativo -essere sicuro -appartenere al gruppo; –essere accettato dai suoi pari; -essere capito; -esprimersi; -essere stimato; -avere uno status; |
…un adulto attento può contribuire a soddisfare queste necessità….il bullismo nega queste necessità fondamentali dell’individuo. Espropria la classe della possibilità di stare bene, di sentirsi un “bel gruppo”, di essere luogo di crescita sociale e affettiva per tutti.
Come favorire l’evoluzione di un gruppo aperto alla espressione di ogni suo membro? Come prevenire il bullismo, sintomo di un gruppo chiuso, problematico, che ritualizza comportamenti di sopraffazione?
Il processo di crescita e di evoluzione del gruppo va guidato fin dalla sua nascita e cioè quando si forma la classe (prime classi), in base a valori di democrazia e tolleranza, dove vi sia il riconoscimento e il rispetto dell’altro e la condanna esplicita della Vigliaccheria Antisociale della prepotenza su compagni non Capaci di difendersi, perché non Aggressivi. Questo messaggio colpisce molto i ragazzi tutti.
Se il processo non viene guidato, il gruppo è lasciato a sé stesso e si crea lo spazio e l’opportunità per lo sviluppo di dinamiche negative.
Infatti Patrick De Marè, psichiatra, collaboratore di Bion, Foulkes (pionieri della psicoterapia gruppoanalitica) a proposito di gruppi, parla di “angoscia primaria dello stare assieme” derivante dall’incertezza, dal “timore di perdersi nel gruppo” (non riuscire ad integrarsi, essere esclusi, non considerati o derisi, non riuscire a trovare uno status); “angoscia che provocherebbe odio archetipico a livello inconscio e lo sviluppo di meccanismi di difesa primitivi per contrastare questa penosa esperienza”. Uno di questi meccanismi è ad esempio “l’individuazione del capro espiatorio”. Il gruppo quindi, se non regolato, si dà una “cultura tribale” e, seguendo la legge del “conformismo del gruppo”, tende a scaricare l’aggressività su uno o più individui visti come “diversi”.
Questo assomiglia molto a quello che succede nel bullismo.
Ogni volta che si forma una classe, si forma un nuovo gruppo mediano, con tutte le dinamiche che abbiamo visto. I potenziali “capri espiatori” sono di solito ragazzi o ragazze meno aggressivi, meno estroversi, timidi, più sensibili, più fragili emotivamente o fisicamente (Olweus), comunque diversi, che possono essere individuati come vittime ed essere penalizzati dal gruppo.
Nell’incertezza si creano alleanze per la conquista del potere Tribale nel gruppo, finalizzate alla costituzione di leadership basate su rapporti di forza. Per la sopravvivenza nel gruppo diventa allora fondamentale essere vicini alla leadership o comunque restare fuori dai percorsi di sfogo della aggressività. Si produce, consciamente o incosciamente, esclusione ed emarginazione. Alcuni partecipano attivamente, altri assistono divertiti, altri ancora vorrebbero cambiare la situazione ma temono di essere coinvolti, anche perché come abbiamo visto non hanno sempre degli adulti su cui contare. Per superare questi meccanismi lo stesso De Marè propone ”il dialogo e l’umanizzazione dei rapporti” per sviluppare una “cultura della tolleranza/cooperazione, della fratellanza non personale”. …”per convivere è necessario imparare il dialogo, capire l’altro, rispettarlo, farsi rispettare e assieme sviluppare rapporti di convivenza umani che contrastino la sopraffazione”, favorendo la “comunicazione diretta e personale”.
Come passare dalla teoria alla pratica di lavoro?
Tenendo conto delle esperienze di lavoro, anche italiane, della socio-affettività (Gordon, Goleman, Putton, Francescato), delle Pedagogie Attive (Maslow, Rogers, Freinet), dei programmi di “Life Skills Education” (LSE), della moderna psicologia della salute (Bertini) occorre impostare un Dialogo che porti alla Cultura Socisle di De Marè.
La “costruzione del gruppo classe”
L’intervento si propone di contrastare l’incertezza e la produzione di aggressività fin dalla nascita del gruppo classe, attraverso l’esplicitazione:
- dell’interesse degli insegnanti per il loro benessere e per le relazioni di classe;
- del collegamento tra salute e l”integrazione del gruppo classe”
- dell’obiettivo di costruire insieme ai ragazzi le regole della classe in base ai loro impegni etici personali che verranno discussi insieme (dialogo);
- della volontà di aprire uno spazio dedicato a loro, chiamato “spazio classe”, dove periodicamente confrontarsi con attività diverse, non di carattere didattico, anche proposte da loro; spazio dove si potrà di verificare la qualità delle relazioni in classe e il rispetto degli impegni presi; …condizione di efficacia è la condivisione del consiglio di classe
L’intervento si basa su due parti fondamentali:
I parte– “Integrazione gruppo classe”: momento fondativo della cultura della classe orientato alla responsabilizzazione, all’impegno e all’etica (si pongono espliciti confini e limiti alla sopraffazione e alla cultura della forza), si invitano i ragazzi a scrivere anonimi propositi per il Bene del Gruppo e li si legge e commenta Insieme, costruendo Regole di Relazione.
A questo punto la classe ha fatto un passo in avanti verso qualcosa di positivo, da condividere e da seguire. Ogni membro della classe ha davanti a sè una traccia, una strada, che è insieme personale e di gruppo. Il nuovo gruppo in cui è inserito, non è più formato da sconosciuti. L’incertezza, produttrice di angoscia e conseguentemente di aggressività, è stata in parte ridotta.
- II parte- “Spazio classe” :percorso di costruzione della salute del gruppo, in pratica una palestra di addestramento alla relazione, all’acquisizione e al rafforzamento delle competenze pro-sociali e delle abilità di vita (life skills). Fondamentali non sono i contenuti, ma il metodo di lavoro incentrato sulla continuità e modalità di partecipazione attiva da parte dei ragazzi.
Esempio di Regole scaturite in una classe in cui sono intervenuto
“La nostra Costituzione: noi, l’amicizia e il gruppo”
- non offendere i compagni;
- non rispondere male;
- non prendere in giro;
- non fare cose che non vogliamo siano fatte a noi;
- mettersi nei panni degli altri;
- spiegare a chi prende in giro cosa prova la persona offesa;
- contrastare comportamenti ingiusti;
- essere fieri di aiutare gli altri;
- aiutare e difendere i compagni, a scuola e anche fuori;
- accettarli e renderli felici;
- aiutare tutti a star bene;
- ascoltare i problemi e dare una mano a risolverli
- fare del bene agli altri;
- fare gruppo.
Valutazione del lavoro di “costruzione del gruppo classe”
In 18 classi di scuole medie inferiori e superiori, sulla base delle osservazioni degli insegnanti. “Costruzione gruppo classe”: la metodologia di lavoro proposta è stata svolta in tutte e 18 le classi da docenti formati = 100% ; la partecipazione è stata buona/alta in tutte le classi; i ragazzi hanno manifestato l’apprezzamento per la possibilità di poter parlare in modo aperto delle loro relazioni in classe;
– cambiamenti positivi rilevati : 14 emersioni di problemi di relazione e 4 problemi di bullismo inaspettati: lo strumento si è dimostrato efficace per la conoscenza del fenomeno;
cambiamenti positivi :
4 casi di autocritica di bulli; 2 casi in cui le vittime hanno parlato della loro situazione; 7 di integrazione tra gruppi diversi; 6 migliorata la socializzazione generale (es: raccontati contrasti agli insegnanti); 4 socializzazione di ragazzi “difficili” o non integrati; 2 casi di miglioramento dei rapporti tra docenti e allievi (es: migliore gestione della disciplina e del rendimento, percezione di apertura della scuola ad aspetti non didattici) .
….lo strumento costruzione spazio classe si è dimostrato efficace nel provocare cambiamenti positivi, sia di contrasto (interruzione di comportamenti bullistici) che di prevenzione (integrazione di soggetti a rischio, di gruppi diversi, nascita nuove amicizie, apertura canali di comunicazione tra potenziali vittime e i docenti).
In conclusione, all’insegnante non serve essere “né psicologo, né genitore”, ma semplicemente un adulto che mette in campo le sue capacità umane e di relazione e incide positivamente sul clima scolastico, in ogni suo contesto. Un adulto autorevole e presente, che presti Attenzione alle dinamiche relazionali.
Dott. Marcello Darbo – AUSL di Ferrara
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