INIZIO DI UNA TRAGEDIA
Flashback dal fronte antivirus
A febbraio faccio il mio turno mensile di pronto soccorso in un piccolo pronto soccorso in provincia di Milano, vedo due pazienti con sintomi acuti e febbre davvero alta: uno di 26 anni con un quadro simil-influenzale molto grave con tanti sintomi tipici: febbre, tosse, malessere, e una bimba pakistana di 6 anni con pomelli rossi e febbre altissima.
Mi preoccupo.
Nonostante quello che dicono a Huhan dove si stanno costruendo ospedali con le ruspe e si parla centinaia di morti, qui in Italia, nessuno pare allarmarsi, in fondo penso, con un volo in poche ore le distanze si azzerano, come facciamo ad essere certi che non giungerà nessun contagiato?
I miei infermieri non propongono a questi malati neppure una mascherina!!! Chiedo con insistenza ed ottengo, che i malati con febbre siano separati dagli altri malati, per esempio quelli giunti in pronto soccorso per colica renale, per trauma o per motivi più diversi. I malati con febbre devono essere lasciati in triage e protetti con mascherina.
Di sera seguo alla televisione i numeri e l’evoluzione del contagio di Huhan leggo i racconti terribili dei morti e la preoccupazione dei colleghi cinesi.
I colleghi cinesi descrivono un quadro terrificante con morti, tanti morti, e anche molti di loro medici sono stroncati dalla malattia. Sopravvivono inspiegabilmente i pazienti che assumono la terapia per l’artrite reumatoide e vanno un po’ meglio gli asmatici.
Non sono pubblicazioni scientifiche beninteso, sono testimonianze di colleghi impegnati in qualcosa che li sovrasta e che non sono in grado di controllare. Mi chiedo: ma la medicina tradizionale cinese?Ha una tradizione di seimila anni!!!! Perché non usarla? Sicuramente la stanno usando, ma non dà risultati apprezzabili.
Questo non è un virus umano.
I medici di Huhan pubblicano i primi report in cui si vede bene che i pazienti che sono stati trattati con steroide, il cortisone, guariscono in sei settimane, a noi arroganti medici italiani sembrano troppe.
Sei settimane per curare un’influenza! Basta non usare il cortisone! Il cortisone abbassa le difese! Che citrulli sti cinesi! Morti, morti, e ancora morti.Penso che i pazienti trattati con il cortisone siano i più gravi e comunque se sopravvivono in 6 settimane non sono morti!!! Decido di procurarmi i farmaci consigliati dai medici di Huhan, loro sono lì in trincea, stanno morendo, compro su Amazon qualche saturimetro e le mascherine chirurgiche, mi procuro il plaquenil da distribuire a mia mamma, mio fratello, mia sorella, i miei figli. Inteso che non c’è scritto da nessuna parte che funzioni, penso: se lo assumevamo per andare in viaggio di nozze come antimalarico possiamo usarlo ora per andare al lavoro!!!!
Facciamo tesoro del sacrificio dei medici di Huhan che stanno morendo.
Il virus arriva in Italia allo Spallanzani. I due turisti cinesi infettati giunti a Roma, gestiti con eco nazionale. Si riesce a contenere il contagio. A Roma sì.
Poi la stampa ci regala la storia del paziente 1, Mattia.
A tutti piace il racconto del ragazzone di 38 anni con la moglie Valentina in attesa di Giulia la piccola nata il 7 aprile, sportivo e salutista, Mattia, è il dipendente dell’Unilever, residente a Codogno e ritenuto il primo caso accertato di Coronavirus in Italia.
Era il 20 febbraio quando Mattia fu trovato positivo, anche la moglie, Valentina, era risultata positiva ed era stata ricoverata in osservazione e poi dimessa dall’Ospedale Sacco. Mattia, invece peggiora, e finisce in terapia intensiva al San Matteo di Pavia. Prima del giorno 20 febbraio Mattia era già stato in ospedale almeno altre 2 volte, si era recato anche dal suo medico di famiglia, ed alla guardia medica, più volte, ma non gli era stato diagnosticato il Covid-19, né prescritta alcuna terapia efficace.La possibile diagnosi di COVID era venuta in mente ad una giovane dottoressa del pronto soccorso che, ascoltando il racconto della moglie Valentina che citava un collega del marito con cui questi aveva cenato, proveniente dalla Cina, la dottoressa aveva fatto 2 più 2 ed era giunta alla diagnosi confermata dal tampone positivo.
Geniale l’intuizione.
Perché Mattia va male?
È un salutista, è uno sportivo, ha cura della dieta, pratica sport, solo cibi sani, integratori, allenamento, maratone, sport aerobico.
Perché va male?
Per molti giorni abbiamo temuto di perderlo.La risposta immune di un organismo pieno di vigore può essere deleteria, giunge a distruggere l’organismo stesso. Meglio invece la tenue risposta di un organismo che stabilisce una certa tolleranza almeno nei confronti del feto, come accade nelle gravide che contraggono il COVID: questo l’avevano già notato i medici di Huhan.
I dati ci dicono poche le donne morte e molto molto più anziane rispetto agli uomini deceduti.
Da quel giorno la vita in Lombardia è stata stravolta. All’indomani, il Comune di Codogno, come quello di Castiglione d’Adda e di Casalpusterlengo presero i primi provvedimenti: chiusura dei bar e dei ristoranti. Misure che si rivelarono timide a fronte del numero di contagi nella zona che aumentarono in numero esponenziale.
A un’infermiera delle terapie intensive, appena uscito dal coma, Mattia ha detto: “Ho tenuto duro perché sto per diventare papà. Mentre avevo il tubo nella trachea ho pensato che se fossi stato solo, avrei mollato. È la vita degli altri a trascinarci avanti”. “Per me in Italia siamo tutti Mattia – dice Bruno – ogni malato fa la differenza: ma guarire lui, dal punto di vista umano, in un mese mi ha insegnato che la normalità è un privilegio“.
Mattia è stato dimesso dal San Matteo di Pavia il 23 marzo 2020.La felicità di poter finalmente tornare a casa e veder nascere la sua bambina e il dolore per la morte del padre Moreno, una delle 62 vittime del paese di Castiglione d’Adda, uno dei dieci comuni della zona rossa del lodigiano.