INFORMAZIONE E NUOVI MEDIA, CAMBIA IL MODO DI GUARDARE IL MONDO

MAURIZIO BONANNO 9 GIUGNO 2015Siamo proprio sicuri che per informarsi si accenda ancora la tv?

Le persone cambiano, e anche il loro modo di guardare il mondo. Internet ha preso il sopravvento su tutte quelle tecnologie che una volta attiravano l’attenzione, compresa la televisione. A questo punto, c’è da chiedersi come la televisione, finora considerato il media di maggiore presa e sull’opinione pubblica e di diffusione dell’informazione, reagirà alla prova della” Rivoluzione Digitale”.

Si è infatti rivoluzionato il concetto di aggregatore, di cui proprio il mezzo televisivo è stato il re incontrastato per decenni, perché punto di riferimento per tutti.

Sicuramente non smetteremo di guardare la tv, ma abbiamo già cambiato il modo di farlo, andando verso una fruizione on demand della televisione.

Per capire bene quali sono le prospettive future, bisogna come sempre guardare agli USA, paese che nel campo dei mass media e dell’applicazione dei nuovi mezzi di comunicazione è sempre un passo avanti. In uno studio pubblicato di recente, si evidenzia come il 72% degli abbonati negli Stati Uniti abbia guardato almeno uno dei prodotti originali di Netflix (società che gestisce streaming online e produzioni originali via web) e il 57% di loro ha spiegato che il motivo per cui si sono abbonati è proprio per i programmi originali della piattaforma.

Questi dati hanno fatto galvanizzare l’amministratore delegato di Netflix, Reed Hastings, che ha predetto la morte dei canali televisivi tradizionali fra pochi anni spiegando seraficamente: «un po’ è come il cavallo. Si sa, il cavallo andava bene finché non è arrivata l’automobile… i canali televisivi probabilmente dureranno fino al 2030».

Più semplicemente, si potrebbe ragionare secondo la tesi provocatoria di Nicholas Negroponte (1), per cui il segreto per pensare alla televisione del futuro è pensarla senza televisione. Un paradosso? No una realtà già possibile, se si pensa al nuovo fenomeno delle cosiddette “smart Tv”(2).

Infatti, se è vero che oggi il pubblico cerca contenuti ben allineati con i propri interessi è anche vero che le smart Tv permettono all’utente-telespettatore di scegliere come-quando essere intrattenuto. Da qui, l’iniziativa dei nuovi produttori che offrono contenuti esclusivi visibili dai devices connessi alla rete, anche perché questo modo di operare consente di saltare l’ostacolo di essere produttori e distributori di contenuti rendendolo per ciascuno un sogno realizzabile, anche perché le tariffe per essere online con una propria library sono molto più accessibili rispetto a qualche tempo fa.

Questo insieme di variabili e di possibilità porta ad un ulteriore dato che deve necessariamente far riflettere gli editori televisivi “vecchio stampo”: secondo le stime dell’Osservatorio New Media & New Internet del Politecnico di Milano, a fine 2014 gli utenti sono stati 5,9mln (+40% rispetto al 2013). Un dato che, in virtù della crescita della vendita di dispositivi Smart, non potrà che aumentare, come conferma un apposito studio che quantifica anche i ricavi da advertising e offerte pay, passati dai 25 milioni del 2013 a circa i 35 milioni del 2014, con una crescita del 31%.

Ulteriore conferma arriva dalla Ericsson, che ha diffuso la sua ultima ricerca Consumer Lab sulle modalità di fruizione dei programmi tv italiani annunciando un inatteso risultato: per la prima volta gli utenti web consumatori di video hanno superato gli spettatori Tv. Si tratta solo di un punto percentuale di differenza (il web batte la tv via televisore 80% a 79), ma è il passo decisivo che porterà alla definizione di un mercato in costante cambiamento.

Ovviamente, a dare la spinta sono stati i giovani che non seguono con continuità preferendo utilizzare tablet, computer o smartphone finanche per prodotti come serial, fiction e soprattutto news. È un fattore di novità non da poco.

Si preferisce un person-casting al broadcasting, e si preferisce il piccolo schermo del proprio cellulare o del tablet al più grande, che normalmente abbiamo in salotto, in tinello o in cucina.A questo punto, le aziende televisive devono trovare al più presto una soluzione a questo dirottamento massivo delle audience dal grande al piccolo e piccolissimo schermo, prima di vedere in crisi tutti i progetti di business come li conosciamo oggi.

 

Maurizio Bonanno – sociologo

(1) Nicholas Negroponte (New York City, 1º dicembre 1943) è un informatico statunitense, celebre per i suoi studi innovativi nel campo delle interfacce tra l’uomo e il computer. Nel 1985, al MIT, fu cofondatore insieme a Jerome Wiesner di uno dei più prestigiosi laboratori del mondo: il MediaLab.  Lo scopo del laboratorio era pensare, prevedere, progettare e realizzare sistemi di interfaccia tra l’uomo e il computer, facilitando il più possibile l’interazione tra chi chiede informazioni e servizi e chi li fornisce.

 

(2) Con smart TV si definisce commercialmente la categoria di apparecchiature elettroniche di consumo che hanno come principale caratteristica l’integrazione di funzioni e di servizi legati a internet, e in particolare al cosiddetto Web 2.0, all’interno di apparecchi televisivi. Questi dispositivi, tramite il collegamento alla rete, offrono la possibilità di usufruire di servizi online tipicamente destinati a normali personal computer, quali navigazione internet, video on demand, Internet TV, multimedialità, servizi in streaming, social network, ecc., mantenendo o potenziando alcune caratteristiche di interattività dei televisori e dei dispositivi collegati messi in commercio dopo la nascita della televisione digitale terrestre e satellitare.

 


Lascia un commento

Anti - Spam *

Cerca

Archivio