Il mobbing e lo straining in ambito lavorativo: strumenti preventivi

di Massimo Dagnino

Nell’ambito lavorativo, la parola mobbing assume il significato di pratica persecutoria più in generale di violenza psicologica perpetrata dal datore di lavoro o da colleghi (mobber) nei confronti di un lavoratore (mobbizzato) mettendolo in difficoltà in ambito lavorativo, sociale e familiare.

Il termine mobbing deriva dall’inglese mob, il mobbing è definibile come un insieme di comportamenti aggressivi di natura fisica, psicologica, emotiva e verbale esercitati nei confronti di uno o più lavoratori, un comportamento considerato come una vera e propria forma di abuso.

Secondo la definizione di uno considerato tra i massimi esperti e studiosi del fenomeno, Heinz Leymann (17 luglio 1932 – 26 gennaio 1999) accademico svedese, il mobbing viene indicato come  una forma di terrorismo psicologico che implica un atteggiamento ostile e non etico posto in essere in forma sistematica da una o più persone nei confronti di un solo individuo, il quale a causa per l’appunto del mobbing, viene a trovarsi in una condizione indifesa e fatto oggetto di una serie di iniziative vessatorie e persecutorie. Le conseguenze sul lavoratore colpito possono essere profonde e durature, si va dal disagio e dall’insicurezza iniziali a disturbi psicosomatici, emozionali e comportamentali più gravi.

La vittima può soffrire di sintomi quali:

  1. cefalea;
  2. tachicardia;
  3. problemi gastrici;
  4. ansia e stress;
  5. irritabilità e aggressività.

Nei casi più seri, il mobbing può sfociare in disturbi depressivi con uso di farmaci.

Gli elementi identificativi del mobbing possono essere:

  1. la presenza di almeno due soggetti, il mobber (parte attiva) ed il mobbizzato (parte passiva), che entrano in contrasto tra di loro;
  2. l’attività vessatoria continua e duratura;
  3. lo scopo di isolare la vittima sul posto di lavoro e impedirle di esercitare un ruolo attivo sul lavoro.

Dall’analisi del fenomeno sono state individuate principalmente due tipologie:

  1. il mobbing di tipo verticale che è quello messo in atto da parte dei datori di lavoro verso i dipendenti, per questo è stato coniato il termine di Bossing;
  2. il mobbing di tipo orizzontale che viene invece praticato dai colleghi di lavoro verso uno di loro per varie ragioni.

Un altro fenomeno che si verifica negli ambienti lavorativi è lo “straining” cioè una specifica condotta vessatoria sul luogo di lavoro. A differenza del mobbing, noto come una serie continua di comportamenti ostili, tutti rivolti ad emarginare e allontanare il dipendente, lo straining può riguardare un atto isolato che causa stress significativo a chi lo subisce, con effetti negativi che persistono nel tempo. Lo straining rappresenta quindi una forma attenuata di mobbing, mentre il mobbing implica vessazioni continue, lo straining può manifestarsi anche in assenza di tali continuità, ma è sempre legato alla violazione dell’articolo 2087 Cod. Civ. che impone al datore di lavoro di tutelare la salute psicofisica dei dipendenti. Nelle aziende e nelle amministrazioni pubbliche per sensibilizzare il personale si potrebbero organizzare dei Focus Groups specifici di approfondimento sulle dinamiche  dei conflitti, sulla cooperazione, sulla gestione della diversità e dell’integrazione. In questa attività il professionista assume il ruolo di facilitatore, stimolando la discussione, il confronto, nonché il cambiamento di atteggiamenti e di comportamenti potenzialmente ostili. Per evitare situazioni di mobbing e straninig il datore di lavoro potrebbe inoltre introdurre strumenti preventivi, come la stipula di accordi basandosi su codici di condotta condivisi, corretta informazione sui fenomeni, ossia informare i lavoratori facendo prendere coscienza dei danni che il mobbing e lo straining possono provocare, in modo da non creare le condizioni affinché possano avvenire.

Questo articolo vuole dare un’indicazione generale dei potenziali disagi che il mobbing e lo straining possono creare nei lavoratori, questo a discapito dell’ambiente lavorativo e successivamente di quello sociale e familiare. E’ fondamentale informare sul rispetto dell’essere umano, la cui tutela non deve essere affidata solo alle istituzioni ma anche al nostro senso di responsabilità sociale e familiare, facendo attenzione alle dinamiche relazionali che si vengono a creare nel proprio ambiente lavorativo, cercando sempre di migliorarle nell’ottica di avere un buon rapporto con i colleghi.

Dott. Massimo Dagnino, Psicologo e Sociologo

Sitografia

laborability.com

randstad.it

www.progettofamigliaformazione.it




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