IL BULLISMO AL TEMPO DEI “NATIVI DIGITALI”
IL FENOMENO SPIEGATO DALL’ASSOCIAZIONE SOCIOLOGICI ITALIANI
Il bullismo ai tempi di internet: una violenza psicologica che si propaga attraverso l’uso delle immagini in un contesto globale, viaggiando sul web e sui social network. Questo è in sintesi il tema trattato nel seminario dal titolo “Cyberbullismo, simbologia e comunicazione” dall’Associazione Sociologi Italiani al Palazzo della Cultura “Pasquino Crupi” di Reggio Calabria. L’iniziativa rientra nell’ambito del cartellone degli “Stati generali della Cultura 2016”, organizzato dall’assessorato alla Cultura e alla Legalità della Provincia.Ad aprire i lavori del forum è stato il presidente dell’Asi Antonio Latella, il quale ha tracciato un quadro complessivo del fenomeno, individuandone gli elementi identificativi e la sua “evoluzione” nell’epoca dei cosiddetti “nativi digitali”: «Il bullismo oggi ha assunto altre forme, conquistando spazi globali grazie alle nuove tecnologie informatiche e telematiche. Il sopruso ai danni della vittima – ha spiegato Latella – non rimane più nel cortile della scuola, ma raggiunge migliaia o milioni di persone. Questo significa che per essere bulli o vittime del bullismo – ha aggiunto il presidente dell’Asi – non occorrono spazi particolari né orari precisi. Basta possedere un telefonino. L’uso del web, a servizio del male, sprigiona – ha evidenziato il sociologo – una potenza distruttiva che colpisce non solo la vittima, ma anche la famiglia, la scuola e la società».
Nel suo intervento, la vicepresidente dell’Asi Maria Rita Mallamaci ha invece approfondito il tema del bullismo nel mondo femminile: «Rispetto a quello maschile, nel bullismo femminile – ha sottolineato Mallamaci – l’aspetto psicologico assume una importanza fondamentale. Questo tipo bullismo e cyberbullismo punta molto su una sorta di “raffinatezza psicologica”. Nelle ragazze questo fenomeno – ha proseguito la vicepresidente dell’Asi – è trasversale ed interessa anche giovani che apparentemente non presentano problematiche a livello scolastico o sociale».Natalia Cogliandro, direttore della sezione calabrese dell’Aspif ha incentrato la sua relazione sulla tecnica educativa dello psicomotriscista in relazione a questo fenomeno. Per Cogliandro, «quello psicomotorio funzionale, in un ambito pedagogico, è un approccio completo che vuole aiutare il bambino o il ragazzo, attraverso delle esperienze pratiche di educazione al movimento, a sentirsi efficace e operativo in maniera positiva».Secondo lo psicologo Felice Pietro Barreca, sul territorio di Reggio Calabria «la situazione è problematica», in quanto «ci sono pochi format che si occupano del bullismo e poche persone che sanno come affrontare questo fenomeno che è in costante espansione».Fulvio D’Ascola, sociologo della comunicazione e portavoce della deputazione Calabria dell’Associazione Sociologi Italiani, ha indicato la comunicazione come «elemento fondante del cyberbullismo, che vive nella viltà del web creando un approccio violento contro coloro che hanno diverse identità sessuali o hanno un aspetto fisico non consono a presunti “canoni estetici”». Nel corso dell’evento, anche l’assistente capo della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Reggio Calabria, Anna Curcuruto, ha fornito un importante contributo al dibattito, evidenziando, tra l’altro, l’importanza di una della sinergia famiglia- scuola per formare i giovani all’approccio con social network che in molti casi sono la causa di gravi danni psico-sociali.
Reggio Calabria, 14 maggio 2016