I SOCIAL NETWORK ,CASSA DI RISONANZA DEL BULLISMO

Foto Bullismo ViboNon è un fenomeno dell’era moderna. Il bullismo è sempre esistito ed un’analisi seria impone sempre di scavare più a fondo. Tra le insicurezze e la scarsa autostima non solo di chi è vittima, ma anche, se non soprattutto, tra chi si atteggia a bullo.Se ne è parlato nel corso di un incontro organizzato con gli studenti della Scuola Media “Anile” nell’ambito della “Settimana Giorgiana”, che la Comunità parrocchiale del Duomo di Pizzo ha organizzato in onore di San Giorgio, Patrono di Pizzo, e che quest’anno si è avvalsa della collaborazione della sezione provinciale dell’ANCRI (l’Associazione nazionale dei Cavalieri al Merito della Repubblica), in considerazione che San Giorgio è il Santo Patrono dei Cavalieri.

MAURIZIO BONANNO 17 NOVEMBRE 2015E, proprio rifacendosi al compito primario dei Cavalieri, ovvero quello di essere modello di un’educazione e di un modo di vivere, è stato pensato questo incontro al quale hanno preso parte, con don Pasquale Rosano parroco del Duomo di Pizzo, il sociologo Maurizio Bonanno del direttivo nazionale dell’ASI (Associazione Sociologi Italiani), il presidente provinciale dell’ANCRI, Gaetano Paduano e il comandante della Stazione dei Carabinieri di Pizzo, Carmine Cesa

Proprio il sociologo Maurizio Bonanno ha evidenziato come nell’era di internet, il problema del bullismo abbia trovato nei social network la sua cassa di risonanza, tanto da spacchettarsi in un sotto-fenomeno: il cyberbullismo appunto.“Sono dinamiche che sfuggono al controllo degli adulti – ha affermato – e che spesso si solidificano fuori dagli orari scolastici. Ma la scuola non deve per questo sentirsene estranea. Non è nel mezzo che va cercata la colpa, ma nell’uso che se ne fa e a quell’uso bisogna esserne educati, fornendo le conoscenze non solo per maneggiarli al meglio, ma per proteggersi da chi non lo fa”.Perché i ragazzi usano sempre più i social network e le app di messaggistica istantanea e, se non preparati, se non seguiti sono sempre più vittime — o responsabili — di atti di (cyber)bullismo.Bonanno ha, quindi, posto all’attenzione alcuni dati da non trascurare. Secondo Telefono Azzurro, infatti, in Italia c’è (almeno) un caso al giorno di bullismo e cyberbullismo a scuola. Sono 235 i casi trattati nel 2016 dalla polizia postale, 31 i bulli minorenni della Rete denunciati. Due adolescenti su tre non ne parlano con nessuno E quando gli si chiede cosa ne pensano di chi insulta, ridicolizza o ferisce gli altri via web la stragrande maggioranza minimizza.Bullismo come difendersi 1

teenager e bullismo 1Da qui, l’importanza dell’incontro di Pizzo, nel momento in cui educatori ed esperti ne hanno parlato direttamente con i ragazzi della scuola media Anile, perché si deve fare i conti con quei dati che rivelano che cresce l’uso del web soprattutto negli under 13.E a tal proposito, sempre il sociologo Maurizio Bonanno ha messo in rilievo altri dati che fotografano questa condizione: “più di sette under 13 su dieci usano WhatsApp, il 44% Facebook (dove ci si può iscrivere dai 13 anni in avanti), seguito da Instagram (35%), Snapchat (13%) e Twitter (10,8%). Percentuali che si affiancano ad un altro dato sul quale riflettere – ha, quindi, aggiunto Bonanno – considerato che il 48% di questi ragazzi sostiene di avere paura di incontrare su Internet persone che non sono chi dicono di essere, il 41% teme di essere contattato da estranei che chiedono informazioni personali o di ricevere richieste sessuali dagli adulti o di essere molestati nelle app di gioco (36%); allo stesso tempo però 8 su 10 non considerano grave ferire sui social, con un 71% che ritiene non ci siano conseguenze negative, secondo una ricerca condotta dall’Università la Sapienza”.

 Nel corso dello stesso incontro, il neuropsichiatra infantile Bruno Risoleo, ha presentato i risultati di una ricerca condotta in alcune scuole della provincia, in particolare di Vibo Valentia, Serra San Bruno, Pizzo, Mongiana, Nardodipace e Fabrizia, avendo proposto un questionario agli alunni di 5 classi di quinta elementare e di 6 di prima media, per un totale di 449 ragazzi.I risultati devono far riflettere: il 14,4% del campione preso in esame è stato vittima di bullismo, il 35% da parte di una ragazza e il 65% da parte di un maschio; l’8,2% ha assistito ad atti di bullismo negli ultimi due mesi, e il 20% ha risposto “Sì” alla domanda se qualcuno avesse mai diffuso voci false e offensive nei suoi confronti.Un dato allarmante se si pensa alla giovane età, sia delle vittime che dei bulli, e che rispecchia pienamente le indagini condotte a livello nazionale.la nostra indagine bullismo 1

Come reagiscono i ragazzi? Anche in questo caso i risultati invitano educatori e operatori ad una maggiore responsabilità e consapevolezza, perché si appura che ben il 42% di loro si sente indifeso, il 28% diventa depresso ed il 12% che ha praticato atti di autolesionismo e addirittura il 5% che ha avuto tendenze suicide; insomma un quadro che impone una presa di coscienza e che invita alla collaborazione quanti hanno a che fare con i nostri giovani: famiglia, scuola, società.


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