I rischi psico sociali del mondo contemporaneo
di Giovanni Pellegrino e Mariangela Mangieri
Come tutti sanno nella società contemporanea esistono molti rischi psicosociali che trovano la loro ragion d’essere nelle caratteristiche strutturali dei sistemi sociali del mondo occidentale. I sociologi hanno classificato i sistemi sociali in due gruppi tenendo conto delle intensità e del numero dei fenomeni di mutamento sociale che si verificano in tali sistemi.
<<== Prof. Giovanni Pellegrino
Le società che presentano fenomeni di mutamento sociale molto spiccati e frequenti prendono il nome di società eraclitee mentre quei sistemi sociali che sono caratterizzati da fenomeni di mutamento sociale lenti e pochi numerosi prendono il nome di società parmenidee. Appare evidente che i rischi psicosociali sono molto più forti nelle società eraclitee dal momento che i mutamenti sociali frequenti causano incertezza, imprevedibilità ed incapacità di gestire in maniera adeguata le situazioni sociali e i rapporti interpersonali.
Nelle società eraclitee si verifica molto spesso quella che Frankl definisce con espressione molto significativa “nevrosi da perdita di senso” caratterizzata dal fatto che si ha la perdita degli orizzonti di senso che danno significato e sicurezza alla vita degli individui. Essendo le società eraclitee caratterizzate dalla perdita o quantomeno dall’indebolimento degli orizzonti di senso, le società contemporanee presentano elevati livelli di rischio psicosociali. Molti autorevoli sociologi hanno formulato diverse teorie per comprendere il significato, la percezione, il cambiamento e le implicazioni che i rischi hanno sulla vita degli individui.
Il pensiero di Beck sui rischi psicosociali
Secondo Ulrich Beck la società contemporanea non si troverebbe difronte a un nuovo ordine ma piuttosto difronte ad un nuovo stadio dello sviluppo della modernità. Il passaggio dallo stadio precedente a quello attuale è rappresentato proprio dal rischio. Si tratta di un rischio antropico dal momento che è prodotto dall’attività umana. La produzione strutturale dei rischi di origine antropica muta totalmente il principio organizzativo dell’intera società. Secondo Beck la società del rischio è una società catastrofica che minaccia non solo il mondo naturale ma anche l’intero mondo sociale, nonché gli stessi individui. Secondo il sociologo tedesco la minaccia più importante per l’individuo è costituita dalle forti spinte all’individualizzazione.
I rischi sono generati da noi, dal momento che sono il frutto della nostra modernità. Tali rischi causano sentimenti di ansia e di incertezza. Nella società contemporanea l’idea di rischio individuale si lega all’idea di incertezza e di azzardo nonché alla possibilità di grandi vittorie o di grandi sconfitte di tipo sociale. In pratica la libertà di scelta comporta la responsabilità di scegliere ma inevitabilmente ad ogni scelta sono collegati nuove possibilità e nuovi rischi di non trascurabile importanza. A causa di queste scelte sempre più difficili uomini e donne si trovano quindi a doversi orientare in questa pluralità di scelte spesso problematiche. Per uscire fuori da tali situazioni difficili, gli individui devono cercare continuamente soluzioni ed aggiustamenti. Di conseguenza la biografia della vita nel mondo contemporaneo si trasforma in una biografia della scelta e per dirla in altro modo in una biografia del “ fai da te”.
L’analisi di Giddens
A sua volta Anthony Giddens ha formulato interessanti riflessioni sui rischi psicosociali nella società moderna. Giddens ritiene che stiamo entrando in un’era in cui le conseguenze della modernità si fanno sempre più pressanti. L’enfasi posta sull’avvento di una nuova società deriva dall’influenza di un perdurante evoluzionismo che ha impedito di vedere le discontinuità. Tali discontinuità sono riconducibili a tre elementi: il ritmo del mutamento, la portata del cambiamento, la nascita di nuove istituzioni. Questi cambiamenti sono la causa principale della creazione del processo del disembedding ossia di sradicamennto dei rapporti sociali dai contesti locali per trasferirli su archi spazio- temporali indefiniti e globali. Il continuo cambiamento ai processi di sradicamento che da essi derivano determina la genesi di una sensazione di smarrimento e di incertezza che caratterizza la società contemporanea. Tale sensazione colloca l’uomo all’interno di un mondo di pericolli dove l’incertezza rappresenta la combinazione tra rischi e opportunità. Di conseguenza l’uomo contemporaneo è costretto a vivere una vita piena di rischi dei quali nessuno può essere ritenuto responsabile. Tuttavia l’assenza di responsabilità non fa altro che aumentare il senso di incertezza e di insicurezza. Pertanto l’individuo deve diventare molto più autoriflessivo di quanto non lo fosse nella società tradizionale. Con la perdita di importanza delle tradizioni l’individuo è sottoposto a un continuo processo di autointerrogazione nonché di autoriflessività. Il compito dell’individuo si presenta molto difficile data l’infinità di modelli di vita esistenti. Pertanto crolla la cosiddetta “ sicurezza ontologica” ovvero il sapersi dare delle spiegazioni convincenti al fine di mantenere la propria integrazione biografica. Nella società attuale non bisogna essere solo dei bravi attori ma è necessario essere anche dei bravi sceneggiatori per poter scrivere la propria storia.
Bauman e la società liquida
Zygmunt Bauman ha definito la società contemporanea come la società dell’incertezza, proprio quell’incertezza che si è cercato di controllare nell’epoca moderna attraverso una rigida regolamentazione. Nell’epoca moderna la società era controllata da strutture centrali la cui funzione era di assicurare la certezza eliminando la casualità e rendendo i comportamenti regolari e prevedibili. Bauman afferma che nell’era della post modernità la paura dell’incertezza non è più tenuta sotto controllo dalle fabbriche dell’ordine ma deve essere vinta da ogni individuo con le proprie forze. L’insufficienza dei rimedi esterni deve essere compensata da quelli creati dall’individuo stesso. Pertanto il soggetto ha il compito di autogestirsi e di badare alla propria formazione divenendo il sorvegliante di se stesso. Bauman ha definito la società di oggi “società liquida” dal momento che i legami sociali sembrano essere diventati sempre più fragili. Viviamo infatti in una dimensione di continua incertezza sia dal punto di vista affettivo che lavorativo. Mentre per le generazioni precedenti vi erano certezze stabili oggi non è più così. Nella società post moderna è presente un’assenza di punti di riferimento ed inoltre un sempre più dominante individualismo. Pertanto i sentimenti di appartenenza e di condivisione cedono facilmente il posto alla competitività e alla diffidenza nelle relazioni interpersonali. A causa di questo panorama sociale sono sempre più evidenti nuove forme di malessere tra cui prenderemo in considerazione l’ansia, la depressione e le nuove dipendenze patologiche.
L’ansia
Per quanto riguarda l’ansia dobbiamo dire che nella società di oggi sono aumentate notevolmente le patologie di tipo ansioso. Alcuni studi hanno evidenziato che circa un terzo della popolazione ha avuto o avrà nel corso della sua vita un disturbo psichico e i più diffusi sono le patologie di tipo ansioso e quelle di tipo depressivo. La crisi economica italiana è una nuova fonte di stress e di ansia che scatena tra le persone sentimenti di rabbia, di paura e sensi di colpa di vario genere. La volontà di miglioramento che sarebbe necessaria in tali situazioni problematiche risulta annullata proprio dalla paura, dall’ansia e dalla depressione. Cercheremo ora di definire che cos’è l’ansia. L’ansia è uno stato psichico caratterizzato da una sensazione di intensa preoccupazione o paura, spesso infondata relativa a uno stimolo ambientale specifico. L’ansia ha una doppia valenza dal momento che può essere sia funzionale, sia disfunzionale.
L’ansia funzionale è un’emozione naturale e universale generata da un meccanismo psicologico di risposta allo stress. Essa ha la funzione di proteggerci dalle minacce esterne preparandoci all’azione. Questo tipo di ansia è costruttiva ovvero risulta funzionale alla nostra sopravvivenza. L’ansia è invece disfunzionale quando allo stato d’allarme non corrisponde un pericolo reale da fronteggiare e da risolvere. Per dirla in altro modo l’ansia disfunzionale è una preoccupazione sproporzionata o addirittura irrealista.
La depressione
Per quanto riguarda la depressione dobbiamo dire che è una delle malattie più diffuse delle società occidentale tanto che deve essere considerata il male del secolo. Le ragioni dell’aumento dei casi di depressione non sono perfettamente chiare ma certamente un ruolo importante lo gioca il contesto di vita nel quale ci troviamo. Il modello di società in cui viviamo ha subito profonde trasformazioni cosicché si sono generalmente persi i legami di appartenenza. Anche i legami familiari e le relazioni di vicinato o amicali sono molto liquide. Di conseguenza è aumentato di molto il numero di persone che manifestano disagi esistenziali che possono portare alla depressione e alla furia distruttrice. La depressione è un disturbo molto diffuso, infatti ne soffre il 15% della popolazione. Tale malattia può colpire chiunque a qualunque età ma pare sia più frequente tra i 25 e i 45 anni. In genere il depresso manifesta una tendenza all’isolamento, alla solitudine, alla sedentarietà nonché ad una scarsa cura di se’. Infine vogliamo mettere in evidenza che spesso sono presenti pensieri di morte o di suicidio che nei casi più gravi possono verificarsi effettivamente.
Le dipendenze patologiche
Anche le dipendenze patologiche sono sempre più la conseguenza della struttura della società contemporanea. A parte l’abuso di droghe gli studi confermano che stanno aumentando forme di dipendenza che fanno considerare sempre più la nostra società una società “drogata”. Le principali forme di “nuove dipendenze” sono la dipendenza da cellulare, da internet, da videogiochi e slot machine, da gioco d’azzardo, da sesso virtuale, etc.. Alonso- Fernandez sostiene che le nuove forme di dipendenza sono agevolate dall’innovazione tecnologica e dalla nuova civiltà che da una parte genera stress, vuoto e noia e dall’altro stimola la tendenza all’immediata gratificazione. Col termine inglese di “addction” si definisce una condizione generale in cui la dipendenza psicologica spinge gli individui alla dipendenza dell’oggetto senza il quale l’esistenza perde il suo significato primario.
Nel caso delle nuove dipendenze si crea una vera e propria schiavitù che rappresenta per l’individuo una illusoria modalità per baipassare la sofferenza psichica e la consapevolezza dei propri stati interiori. Particolarmente importante è il nuovo fenomeno giapponese hikikomori che è l’emblema dell’uso distorto di internet. Con questa parola i giapponesi indicano quelle persone che abbandonano la vita sociale. In manier più specifica si definiscono con questa parola quelle persone che si rifiutano di lasciare le loro case per un periodo che supera i sei mesi. Concludiamo il nostro discorso dicendo che le problematiche psicologiche evidenziate nascono dal fatto che gli individui vivono in una società malata alla base. Il problema fondamentale è la continua insicurezza sociale ed economica nella quale gli individui vivono nonché gli stili di vita più stressanti e basati su una competitività sempre più spinta all’ennesima potenza.
Prof. Giovanni Pellegrino
Prof.ssa Mariangela Mangieri
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