I meccanismi che determinano l’uscita da un gruppo
di Giovanni Pellegrino e Mariangela Mangieri
La vita sociale è caratterizzata da quel continuo processo che porta gli individui ad entrare e ad uscire dai gruppi. Nella società contemporanea questi processi di entrata e di uscita dai gruppi sono diventati più frequenti rispetto alle società del passato dal momento che i rapporti interpersonali sono diventati molto più instabili rispetto al passato. Inoltre la mobilità sociale e geografica determinano spesso la rottura dei vecchi legami interpersonali e la creazione di nuovi rapporti.
<< ==Prof. Giovanni Pellegrino
In questo articolo prenderemo in considerazione le condizioni, le situazioni e i meccanismi che determinano l’uscita degli individui dai gruppi.
Accade molto spesso che un individuo decida o venga costretto ad abbandonare il gruppo di appartenenza o per decisione degli altri membri o perché il gruppo si è sciolto. Per quanto riguarda la posizione dell’individuo che esce dal gruppo, ci sono notevoli differenze tra chi esce per decisione autonoma e chi viene allontanato dal gruppo. Come pure ci sono differenze tra chi esce insieme a tutti gli altri membri e chi deve uscire da solo perché non esistono più le condizioni che lo rendevano membro di quel gruppo. Esamineremo una per una queste modalità di uscita dal gruppo cominciando dall’uscita determinata da una decisione libera ed autonoma dell’idividuo.
Alla base di tale modalità di uscita vi sono fondamentalmente quattro cause possibili: la demotivazione, le frustrazioni subite, i conflitti con il leader o con altri membri e la possibilità di entrare in un nuovo gruppo considerato più adatto all’individuo. Per quanto riguarda la caduta dei livelli motivazionali di un membro del gruppo, essa può essere dovuta sia al fatto che l’individuo non ritiene più interessanti per i suoi fini personali gli obiettivi che il gruppo si pone, sia a fatti che non riguardano direttamente il gruppo. Tuttavia tali fatti determinano una crisi dei livelli motivazionali che si riflette anche nei rapporti tra l’individuo e il gruppo. Cercheremo di chiarire con un esempio quanto abbiamo ora detto.
Ipotizziamo che un individuo membro di un gruppo sportivo venga abbandonato dalla fidanzata cosicchè in seguito a tale abbandono subisce pesanti danni psicologici che determinano il crollo dei livelli motivazionali. Tale crollo riguarderà anche le motivazioni che lo spingono a praticare attività sportive all’interno del gruppo. Pertanto l’individuo uscirà dal gruppo non per fatti avvenuti all’interno del gruppo ma per il fatto che la perdita della fidanzata ha determinato un crollo delle energie nervose e motivazionali. In sintesi l’individuo vorrebbe continuare a praticare le attività sportive ma gli mancano le energie nervose per farlo in quanto la depressione conseguente alla perdita della fidanzata determina una diminuzione dei livelli motivazionali e delle energie nervose.
Anche una serie di frustrazioni può indurre un individuo ad uscire da un gruppo dal momento che quando in un dato gruppo un soggetto deve subire frequenti frustrazioni, la permanenza in tale gruppo diventa destabilizzante per l’equlibrio psicologico dell’individuo. Infatti continue frustrazioni danneggiano l’equilibrio mentale dell’ individuo. Inoltre le tensioni psicologiche possono determinare la comparsa di comportamenti aggressivi nei riguardi degli altri componenti del gruppo o anche nei riguardi di altre persone che non fanno parte del gruppo. Esiste infatti un rapporto di causa effetto tra frustrazioni subite e comportamenti aggressivi manifestati. Un altro motivo che può spingere un soggetto ad abbandonare volontariamente un gruppo è la presenza di conflitti con il leader o con altri componenti. Soprattutto se tali conflitti non riguardano situazioni contingenti ma elementi di fondamentale importanza della cultura di gruppo o del modo di interpretare la realtà.
Altre volte il conflitto che induce l’individuo ad abbandonare il gruppo può essere dovuto alla distribuzione del potere all’interno del gruppo. Per fare un esempio può accadere che un individuo voglia assumere un ruolo che aumenti il suo potere nel gruppo ma il leader decida di affidare tale incarico ad un’altra persona.Tale decisione determina un conflitto che causa l’uscita dell’individuo dal gruppo nei confronti del leader, sia perché si ritiene ferito nell’orgoglio e sminuito agli occhi degli altri membri che lo considerano un perdente. Infine un individuo può abbandonare un gruppo in quanto ha la possibilità di entrare a far parte di un nuovo gruppo giudicato dal soggetto migliore del precedente per diverse ragioni reali o immaginarie. In primo luogo l’individuo può pensare che il nuovo gruppo sia più adatto del precedente a soddisfare i suoi bisogni.
In secondo luogo il soggetto può ritenere che il nuovo gruppo sia più adatto a valorizzare le sue qualità affidandogli i compiti più importanti di quelli che rivestiva nell’altro gruppo. In terzo luogo l’individuo può trasferirsi in un altro gruppo perché ritiene che tale gruppo sia costituito da individui dotati di uno status sociale superiore a quello dei componenti del precedente gruppo. Di conseguenza il soggetto ritiene che entrando nel nuovo gruppo potrà aumentare il proprio prestigio sociale ed avere la possibillità di costruirsi una rete sociale in grado di favorire la sua scalata sociale. In alcuni casi quando un individuo decide di lasciare un gruppo può accadere che vengono messe in atto delle sanzioni nei suoi riguardi. Tali sanzioni possono andare dal semplice disprezzo al tentativo di compiere vendette di diverso tipo nei suoi riguardi.
Per fare un esempio in un contesto di conflitto intergruppi l’uscita da un gruppo per entrare in quello rivale assume un significato particolare che comporta in alcuni casi sanzioni gravi per il fuoriuscito che viene considerato un vero e proprio traditore. Tali sanzioni possono arrivare fino all’uccisione dell’individuo come accade nei conflitti tra gruppi criminali che si contendono il controllo di un dato territorio. In ogni caso quando un individuo esce da un gruppo per entrare in un altro che professa una visione del mondo e un’ideologia molto diversa se non opposta a quella del precedente gruppo il suo comportamento verrà giudicato in maniera opposta dai due gruppi. Per il gruppo dal quale l’individuo è uscito egli è un traditore, un venduto mentre per il gruppo nel quale il soggetto si inserisce egli è un individuo che si è ravveduto, che si è pentito, che si è reso conto che stava seguendo una visione del mondo sbagliata. In sintesi da un lato l’uscita dal gruppo può apparire come un ravvedimento mentre dall’altro lato un infame tradimento.
Per quanto riguarda quelli che vengono allontanati dal gruppo per decisione del leader o per decisione del leader e della maggioranza dei componenti del gruppo il discorso è molto diverso. Dobbiamo infatti dire che nella grandissima maggioranza dei casi l’allontanamento è determinato dal fatto che gli esclusi hanno violato più volte importanti norme della morale di gruppo. Altre volte accade che tutti i componenti devono uscire dal gruppo perché esso aveva fin dall’inizio una durata temporale limitata. Per fare un esempio si considera il caso di un gruppo costituito da individui che hanno scelto di trascorrere il periodo estivo nello stesso residence. Appare evidente che con la fine dell’estate tutti i componenti dovranno uscire da tale gruppo in quanto dovranno tornare ai rispettivi luoghi di provenienza. Infine può accadere che un singolo individuo debba uscire da un dato gruppo in quanto il suo ruolo sociale è cambiato.
Come esempio citeremo il caso di uno studente universitario fuori sede che dopo essersi laureato deve abbandonare il gruppo di studenti in cui si era inserito perché deve ritornare al suo paese. Potremmo citare altri esempi di uscita da un gruppo in seguito al cambiamento del ruolo sociale dell’individuo ma preferiamo chiudere ora il nostro discorso sui meccanismi che determinano l’uscita da un gruppo.
Prof. Giovanni Pellegrino
Prof.ssa Mariangela Mangieri