DIO, L’UOMO, LA MISERICORDIA E LA CORONCINA ELETTRONICA

LATELLA 25 DICEMBRE 2015 2Le reminiscenze natalizie di figli del dopoguerra ci aiutano nel tentativo di capire quanto il consumismo abbia inaridito la nostra esistenza. E ci ricordano con fierezza, ma anche con tanta nostalgia, di quando per incontrare Dio bastava raccogliersi, in casa o in Chiesa, per affidarsi alla sua misericordia. La parola del sacerdote aggregava il nostro spirito che senza altri medium elevava suppliche alla ricerca di quell’essere soprannaturale che la presenza in terra di Cristo aveva convinto gli uomini dell’esistenza di un Dio uno e trino. La nostra fede ha superato le barriere del materialismo, del laicismo, guardato con speranza al rinnovamento della Chiesta nata dal Concilio Vaticano II. Gli anticorpi cristiani ci hanno tenuto lontano dal marxismo, indifferenti alle proteste sessantottine facendoci rimanere fedeli all’insegnamento di Santa Romana Chiesa sui grandi temi della vita e della famiglia. Abbiamo anche cercato di capire l’omosessualità dei preti, condannato la pedofilia in clergyman, non infierito gridando allo scandalo sull’esperienza mondana di sacerdoti, di vescovi con la “fidanzata” e, forse, con prole, riconducendo tutto alla natura umana dei ministri e pastori di anime

Ma la mercificazione della spiritualità, la raccomandazione di affidarci al medium elettronico per entrare in sintonia con Dio non solo non le comprendiamo, ma le respingiamo con fermezza. Sicuri che ciò contribuirà a rafforzare la nostra fede. In questi giorni i mass media stanno veicolando il messaggio sugli effetti spirituali e psicologici prodotti dal possesso e dall’uso della coroncina elettronica della divina misericordia. Immagini, voci, musiche, testimonianze: sono tutte funzioni svolte   da un rosario elettronico che potrà essere acquistato con meno di 60 euro (“soddisfatti o rimborsati entro 30 giorni”) per aiutarci “a superare dei momenti difficili in famiglia e ricordare che l’amore unisce sempre su tutto, anche quando sembra impossibile”. Nulla da dire sia sull’idea che sulla qualità del prodotto. Anzi, ammiriamo la genialità, la tempestività (da poco infatti è stato aperto l’anno santo della misericordia) e l’efficacia del marketing. Un comprensibile dubbio, però, attraversa le nostre certezze fideistiche sugli effetti spirituali prodotti da questo ritrovato della religiosità del terzo millennio, che – come recita uno dei messaggi inseriti nello spot televisivo – “le parole di Gesù dettate a Santa Faustina saranno il faro nella notte per gli amici che si sono persi”.

Tra Dio e l’uomo nella post modernità non basta più il sacerdote. Occorre affiancargli un “assistente”, tanto affidabile quanto efficace, creato ad immagine e somiglianza dall’elettronica.  Già, perché nella nostra vita, sempre più ostaggio delle tecnologie informatiche e telematiche, si fa sempre più fatica a sgranare i granelli del tradizionale rosario per recitare i pater-  ave – gloria dei misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi (aggiungendo anche quello luminoso) rispetto al semplice gesto di stringere al petto e ascoltare la musica della coroncina delle divina misericordia “per provare conforto”.Il consumismo, al quale neanche la Chiesa è insensibile, si affida ad un feticcio, lo cosparge con l’incenso della credulità popolare, ne esalta l’immagine   fino a penetrare nell’animo della religiosità della gente per raggiungere l’obiettivo: non quello della salvezza delle anime, o teso ad ottenere la misericordia terrena e celeste, ma del business.  Una volta sugli oggetti sacri si leggeva: “Con approvazione ecclesiastica”.

La religione è un’importante componente del Pil italiano, grazie ai luoghi di culto delle città cosiddette sante, attrezzate e dotate di  attività recettive, negozi di oggettistica, bancherelle per la vendita di gadget sacri: tutto riconducibile ad un particolare comparto turistico dal quale trae linfa l’economia del territorio. Basta un santo e la capacità imprenditoriale di singoli o di gruppi per aiutare migliaia di famiglie ad andare avanti.  E se ciò accade in aree emarginate del Mezzogiorno lo Stato è disposto a chiudere non un occhio, ma entrambi.  I sudditi non vanno aiutati: per vivere basta loro l’illusione, l’ignoranza e i fumi di quell’oppio di cui Marx (non solo lui) ci aveva messi in guardia. I pellegrini, arrivando in questi luoghi dello spirito, sperano di superare problemi di salute, amore, lavoro, riappacificazione e credono di ottenerlo con un obolo, l’acquisto di una medaglietta, di una statuetta, di un santino, di un poster, di un piccolo o grosso cero votivo.

Quanto paganesimo in certi luoghi che personaggi furbi s’inventano   per richiamare grandi folle che rimangono suggestionate da “miracoli” che avvengono durante raduni di preghiera.  I protagonisti sono laici, ma ottengono la benevolenza e la tolleranza della chiesa diocesana che a volte li “candida” alla santificazione. E il danaro scorre a fiumi mentre plagio e credulità illuminano queste cattedrali costruite a clamore di popolo.

Di fronte a queste scene oppiacee impossibile non amare Papa Francesco.

Il giubileo della Misericordia e i mercanti nel tempio.

“Ma come conciliare la misericordia di Dio col castigo, riservato a chi non è in grado di guadagnare il perdono con questo mezzo così facile?” (A. Manzoni “Sulla morale cattolica”, pag.508).

 

Antonio Latella   – giornalista professionista e sociologo (Presidente Dipartimento Calabria dell’Associazione Nazionale Sociologi)

 

 

 

 

 


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