DEVIANZA E CRIMINALITA’ IN TEMPO DI CRISI

GEMMA MAROTTADi “devianza e criminalità in tempo di crisi” si è discusso nel corso dell’Assemblea annuale dell’Associazione Nazionale Sociologi svoltasi a Roma nell’aula “Wolf” della facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università “La Sapienza”.   L’argomento, quanto mai attuale, è stato trattato da Gemma Marotta, docente di Criminologia e Sociologia della Devianza della Facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo capitolino.

L’analisi di un siffatto argomento, in tempo di crisi, è senz’altro più interessante: perché, come insegnano i sociologi da Durkhaim in poi, si creano situazioni anomiche che aumentano fenomeni come il suicidio e si registrano   anche determinati comportamenti che diventano criminali e violenti.   “Da un lato – ha rilevato la professoressa Marotta –   la crisi economica porta ad un   riavvicinamento delle persone: si rientra   in una fase di collaborazione   forzata, perché quando c’è crisi economica   ci si aiuta. Dunque, aumenta la solidarietà. Dall’altro, però, la crisi economica può provocare forti tensioni che poi possono sfociare in comportamenti e dinamiche violente   sia   in ambiente extra che infra familiare”.

La docente dell’Università “La Sapienza” ha focalizzato   l’intervento sugli stranieri e sulla loro presenza in Italia, che   non è stata ancora metabolizzata. Infatti, “ci consideriamo un Paese giovane per l’immigrazione nonostante   abbiamo   alle spalle   una lunga tradizione in tema di emigrazione. Ho analizzato – ha detto Gemma Marotta –   gli ultimi dati del Ministero dell’Interno, in paricolare,   che ci fanno riflettere   sull’ipotesi che la crisi economica, in qualche modo,   abbia   prodotto dei mutamenti e delle variazioni sia nella presenza degli immigrati, sia sulle dinamiche   devianti”.   Quali sono queste variazioni? La spiegazione la fornisce la stessa relatrice, che   sostenendo la sua appartenenza   alla   scuola positiva della criminologia   parte sempre dai dati in base ai quali   analizza i fenomeni   e tenta di interpretarli.   I dati, ad esempio, affermano che è diminuita la presenza degli stranieri in Italia. Molti stanno andando   via perché “l’Italia è un Paese in crisi e pertanto si perde l’interesse. La prima motivazione per l’emigrazione   è l’economia, il fattore economico”. Per la relatrice, invece, stanno aumentando   determinate tipologie   di immigrati rispetto alle politiche   sull’immigrazione   attuate in Italia   sia, in generale, in Europa. In seno all’UE, infatti, dopo Schengen vigono delle regole comuni. Sul tema “immigrazione e devianza” la criminologa Gemma Marotta è impegnata in un’attività di ricerca dagli anni Novanta. “Un 30[%] – dice – della devianza degli immigrati, in base alle denunce, le condanne e la presenza in carcere, è riconducibile   alla loro qualità. E ciò fa riflettere anche rispetto a una sorta di contrasto tra l’immagine mediatica e anche politica dell’immigrato: pericoloso, violento. Il 30[%] dei delitti si riferisce al falso, documentale o d’identità personale, e violazioni della legge sull’immigrazione”. Altro elemento sul quale si è soffermata la relatrice è la discrepanza   che “c’è tra la rappresentazione   che si fa dell’immigrato   e quella che è   la situazione reale in base   ai dati oggettivi che abbiamo a disposizione che, ovviamente, riguardano solo il controllo sociale, anche stimando la clandestinità. Ci sono, poi, tutte le variazioni legate   alle modifiche normative. Ad esempio i rintracciati per irregolarità, i cosiddetti clandestini irregolari sono in caduta libera, anche perché la maggior parte proviene dai paesi dell’Est europeo, ed oggi cittadini dell’Unione. Anche questo è un indicatore molto importante. Si parla tanto di clandestinità. In base   agli unici dati in possesso   per stimare la quantità di clandestini che sono rintracciati per irregolarità dobbiamo dire che la loro presenza è diminuita in modo drastico”.


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