CRISI DELLA FAMIGLIA TRADIZIONALE E NUOVI MODELLI FAMILIARI

DORIANA DORO 2Sono consapevole della crisi, sempre più presente nella nostra società, del modello della famiglia tradizionale e dei nuovi modelli parentali: famiglie allargate, monogenitoriali, in particolare, madri sole, separazioni e divorzi sempre più frequenti e problematiche del relativo affido dei figli. Personalmente non smetterò mai di credere nel modello parentale tradizionale, quello cioè di un nucleo familiare formato da un padre, da una madre e dai rispettivi figli. La disgregazione attuale di tale modello ha generato una crisi profonda nella gestione dell’educazione e della crescita serena dei figli., spesso oggetto di contesa . Tale disgregazione è attualmente aggravata dalla crisi economica-sociale per cui tristemente assistiamo anche al fenomeno limite di famiglie che vorrebbero rimanere unite ma il cui nucleo viene sciolto perché non più in grado di sostenersi e di gestirsi. I genitori rappresentano indubbiamente la prima agenzia educativa ed i nonni, se presenti, occupano, anch’essi, un ruolo incisivo, un sostegno nel servizio di cura ed un supporto educativo ed affettivo. La famiglia è un luogo speciale, unico, perché è il luogo degli affetti e dei sentimenti più profondi ma anche delle tensioni e dei conflitti. Un figlio , per crescere con un giusto e sano equilibrio emotivo, psicologico ed etico-morale è giusto che abbia come punto di riferimento un padre, guida e sostegno fisico, economico e morale ed una madre, sostegno soprattutto affettivo-emotivo. Sostanzialmente, coloro che li hanno generati dovrebbero rappresentare le figure autorevoli sulle quali i figli basano il proprio percorso di crescita e di maturità verso la vita adulta. Quali sono i bisogni etici del bambino prima e dell’adolescente poi? Oggi siamo in presenza di fanciulli intelligenti, molto di più delle epoche passate ma, per la maggior parte, non in grado di gestire le emozioni ed i sentimenti, soprattutto quelli negativi che sfociano spesso nell’arroganza, nell’aggressività, nella mancanza di rispetto. Siamo in presenza, oggi, di una popolazione di minori soli, abbandonati a se stessi, oppure esageratamente viziati che vivono in un contesto sociale fatto di tantissimi richiami mass-mediatici, abbandonati davanti alla tv o navigatori insaziabili di internet, dove tutto è virtuale ed i modelli negativi proposti possono essere assorbiti in profondo isolamento. Generazioni di nativi digitali che, però , non sanno filtrare e gestire in modo adeguato ed opportuno tutto ciò che percepiscono in termini di stimoli sia positivi che negativi. Il bisogno etico-morale fondamentale rimane comunque quello di essere ascoltati. I genitori in primis, anche se separati o divorziati, devono educare all’ascolto, sapendo comunicare con i loro figli anche se il tanto recriminato tempo a disposizione pare sia sempre più ridotto. In sé non è la quantità quanto la qualità del tempo trascorso insieme che incide e segna la crescita del minore. Come genitori bisognerebbe saper instaurare una relazione, basata sul rispetto mio per loro e, naturalmente, loro nei miei confronti, ma l’autorevolezza si fonda comunque su una relazione, su un legame di reciproco ascolto e stima. Tante famiglie oggi sono davvero in grandi difficoltà, ma non ha alcun senso continuare a rivendicarlo… meglio prenderne atto e se non si può più agire su qualcosa che sfugge al proprio controllo, meglio concentrarsi su quanto rientra nella sfera delle proprie azioni. Ora mancano certezze, valori in cui credere, etica, morale. Nessuno può sostituirsi alle figure parentali di riferimento più preziose che un figlio avrebbe diritto di avere, un padre ed una madre, anche se altri educatori, come i nonni e gli insegnanti, possono fare la differenza nella vita di un minore. Una volta, quando la famiglia tradizionale era il modello dominante, non si aveva niente e si aveva tutto, oggi abbiamo tutto e non abbiamo nulla. Parlo di affetti solidi e di valori autentici.

 

Doriana  Doro  sociologa ANS 


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