ASP COSENZA, DUE PESI E DUE MISURE SUI SOCIOLOGI
Premesso che la Repubblica Italiana è fondata sul lavoro, come riportato dalla Costituzione, i politici della seconda e terza Repubblica hanno pensato bene di farne un “business” di notorietà politica, ciò per arrivare al famigerato DPCM 06/03/2015 del ministro Lorenzin, ovvero la legge per la stabilizzazione dei precari della sanità, “razzista”. L’aggettivo razzista sembra il più appropriato in quanto questa legge, fatta passare per giustizialista e capace di dare finalmente dignità ad un settore ,in realtà altro non è che l’ennesima trovata clientelare della politica italiana. Ciò viene scritto con cognizione di causa, in quanto il caso dei Sociologi dell’Asp di Cosenza ci ha permesso di approfondire e conoscere realtà della sanità nazionale e regionale degne di denuncia. Soffermandoci prettamente su questo Decreto, in breve, permette la stabilizzazione ed i concorsi per gli operanti del settore nel triennio 2016/2018 di coloro che abbiano compiuto nei 5 anni precedenti all’interno delle Aziende Sanitarie o altre Aziende Pubbliche, un periodo di lavoro anche non continuativo di 3 anni per il comparto e 5 per i dirigenti sanitari, escludendo la dirigenza SPTA (Sanitaria, Professionale ,Tecnica e Amministrativa),come I Sociologi per l’appunto. Quindi vediamo nel fabbisogno dell’ASP di Cosenza, ben 7 cuochi, che verranno stabilizzati per poi trasformarsi in autisti di autoambulanza, troviamo giardinieri, elettricisti che sono ritenuti fondamentali ed essenziali da questa legge a discapito di figure quali i Sociologi: l’ennesimo schiaffo in faccia alla meritocrazia. Questa legge promuove la poca scolarità rispetto a chi ha conseguito con sacrificio e merito una laurea e svolge da almeno un decennio un ruolo fondamentale per la Sanità calabrese, d’altronde per fare il ministro basta un semplice diploma e militanza politica che valgono più dei titoli accademici. Un decennio , questo è il periodo di tempo da cui sono in servizio i 2 sociologi al momento esclusi da questa fantomatica legge Siamo andati a cercarli per farci raccontare come stanno le cose e per chiedere se la stessa azienda conosca il ruolo e le mansioni che svolgono questi professionisti. Addirittura in uno dei 2 casi troviamo un responsabile di un intero servizio, un’unità semplice per dirla in termini sanitari, che in caso di assenza non ha sostituti all’interno del proprio distretto di lavoro e svolge gravosi compiti di responsabilità , mentre troviamo all’interno dello stesso distretto Operatori OSS e Commessi magicamente trasformati in impiegati amministrativi con mansioni di front office.
Senza dilungare di molto il discorso per non annoiare il lettore, in attesa di un incontro con il nuovo Direttore Generale dell’ASP Bruzia Dott. Raffaele Mauro e della sentenza del 26 Febbraio del TAR del Lazio sul grottesco DPCM già impugnato nel Lazio, sembra logico chiedere che questa legge sia rettificata e inglobi chi si è meritato e sudato il proprio posto di lavoro nonché rappresenti un ruolo fondamentale nella Sanità, come i Sociologi che si occupano della gestione dei Sert, Urp, Equipe Sociopedagogica, Commisione invalidi, Mobilità internazionale e altri servizi vitali, soprattutto con carriere più lunghe rispetto ad altri lavoratori meno qualificati e con meno anni di servizio. Si apprende inoltre che quando si è voluto le leggi sono state superate senza appellarsi a tribunali o Consigli di Stato e altre giurisdizioni. E viene fatto l’esempio della nomina sociologo a direttore amministrativo proprio dell’ASP Bruzia. Mansione questa che la laurea di sociologia non consente. Anche per questo non riusciamo a spiegarci perché escludere altri sociologi dalla stabilizzazione nonostante nel fabbisogno firmato dal commissario ad acta Ing. Scura e Sindacati questi figurano.