Anatomia e funzioni del lobo frontale

                                       

ALESSANDRO SAVYIl cervello umano è il centro del sistema nervoso. Racchiuso nel cranio, pesa in media circa 1,5 kg ed ha un volume di circa 1130 cm3 nelle donne a 1260 cm3 negli uomini, e costituisce circa il 2% del peso totale del corpo. Il cervello si divide in tre parti principali: 1) l’encefalo, costituito da due emisferi, 2) il tronco encefalico, costituito da talamo, ipotalamo, epitalamo, subtalamo, mesencefalo, pons e medulla oblungata, e 3) il cervelletto.Al di sotto della corteccia cerebrale, gli emisferi sono parzialmente separati uno dall’altro da un profondo solco chiamato la fessura longitudinale. Alla base della fessura longitudinale, è posizionata una spessa fascia di materia bianca chiamata corpo calloso, il quale ha la funzione di  mettere in comunicazione le regioni degli emisferi cerebrali. Le funzioni del cervello sono svolte da un’enorme quantità di cellule nervose, circa 100 miliardi. Esistono diversi tipi di neuroni, che vengono definiti in base alla forma, al tipo di connessioni che essi formano tra loro, all’architettura cellulare ed alla composizione biochimica. Il cervello propriamente detto contiene circa la metà dei neuroni complessivamente presenti nell’encefalo e appare diviso in due emisferi, tra loro connessi da un fascio di fibre nervose che prende il nome di corpo calloso.[1]

I lobi frontali costituiscono la porzione più anteriore del cervello e svolgono un ruolo cruciale nella cognizione e nel comportamento. Il lobo frontale è delimitato posteriormente dal solco centrale,o di Rolando, ed inferiormente dalla scissura di Silvio, scissura di Silvio che divide il lobo temporale dai sovrastanti lobi frontale e parietale. I gangli della base sono invece un gruppo di nuclei di sostanza grigia, disposti al di sotto della corteccia cerebrale. Il talamo è formato da neuroni di collegamento, che fungono da via di passaggio delle informazioni dal cervello al sistema limbico, tale sistema limbico si trova nella parte inferiore degli emisferi cerebrali ed è formato da un gruppo di strutture collegate tra loro. Esso è formato da strutture differenziate: l’ipotalamo, l’amigdala e l’ippocampo. La superficie laterale del cervello  è suddivisa in: motoria, premotoria e prefrontale: la corteccia motoria è la regione del cervello coinvolta nella pianificazione, nel controllo e nell’esecuzione dei movimenti volontari del corpo, ossia con la funzione di trasmettere alle cellule dei nuclei dei nervi cranici e alle cellule delle corna anteriori del midollo gli impulsi per i movimenti compiuti dietro comando della nostra volontà.

La corteccia premotoria invece  occupa parte dell’area 6 di Brodmann, che si trova sulla superficie laterale dell’emisfero cerebrale. L’area motoria supplementare, o detta SMA, la quale  è localizzata sulla estensione mediale dell’area 6 verso la linea mediana dell’emisfero. La corteccia premotoria può essere distinta dalla corteccia motoria primaria area 4 di Brodmann, che è situata posteriormente, grazie a due principali markers anatomici, il primo ovvero, V strato della corteccia motoria primaria contiene alcune cellule piramidali giganti chiamate cellule di Betz, mentre nella corteccia premotoria le cellule piramidali giganti sono più piccole e più rare. Il secondo , la corteccia motoria primaria è agranulare: manca il IV strato; mentre la corteccia premotoria è disgranulare cioè contiene un IV strato sottile. La corteccia premotoria è quindi una zona di transizione tra la corteccia motoria agranulare e la corteccia granulare prefrontale a sei strati. La corteccia premotoria è stata divisa in sottoregioni più piccole sulla base della citoarchitettura l’aspetto della corteccia al microscopio, della citoistochimica , il modo in cui la corteccia appare se colorata con diverse sostanze chimiche, della connettività anatomica alle altre aree del cervello, e delle proprietà fisiologiche.

La superficie inferiore, orbitaria, include aree paralimbiche e aree associative.  La superficie mediale, infine, è suddivisa in due regioni: una superiore che comprende la parte mesiale della corteccia motoria primaria,l’area supplementare motoria e il giro cingolato anteriore, e una inferiore costituita dalle parti mesiali del polo frontale e dei giri paraolfattori e retto. I lobi frontali occupano quindi la porzione anteriore dell’ emisfero cerebrale . Sono connessi con le aree posteriori mediante fibre di associazione intraemisferiche e intervengono in complessi circuiti neuronali, insieme con strutture subcorticali , talamo, amigdala, gangli della base, e cervelletto, mediando l‟attività motoria, la cognizione e l’emozione. Sono coinvolti nei processi di regolazione del comportamento adattivo all’ambiente e nel controllo dei processi cognitivi superiori, che intervengono nei contesti quotidiani complessi o non abituali. ( Drevets, 2001). L’ insieme dei processi cognitivi superiori costituisce le cosiddette funzioni esecutive , che risultano deficitarie qualora la corteccia prefrontale venga lesa, per un qualsiasi motivo dovuto ad incidenti o malattie in genere. Esse intervengono nell’apprendimento di nuove azioni, nelle azioni che implicano pianificazione e decision making ovvero  il processo di decisione  nelle azioni in cui è necessario correggere alcuni errori commessi, nei comportamenti nuovi che richiedono l’esecuzione di una nuova sequenza di azioni, nelle azioni difficili o pericolose, nelle attività in cui è necessario un costante monitoraggio del comportamento e nelle azioni in cui bisogna superare forti risposte abituali.

 I lobi frontali  hanno delle funzioni essenziali per il sistema nervoso, esse infatti influenzano l’attività motoria acquisita e la pianificazione e l’organizzazione del comportamento. Il giro precentrale prerolandico insieme alle aree immediatamente anteriori a esso ,aree premotoria e supplementare motoria, regolano le attività muscolari finalizzate dell’emicorpo controlaterale. La corteccia premotoria e quella supplementare controllano anche movimenti specializzati omolaterali, come ad esempio  quello di colpire una pallina da golf. ( Grossi, 2005). Le crisi convulsive che interessano tali aree premotorie si manifestano in modo caratteristico con movimenti avversativi della testa, degli occhi, del tronco e degli arti verso il lato opposto; quelle originate dal giro precentrale causano le classiche crisi motorie focali jacksoniane. Più anteriormente, le anomalie comportamentali, prodotte da lesioni nell’area prefrontale, variano a seconda della localizzazione delle lesioni stesse, della loro estensione e dell’età di sviluppo. Le lesioni unilaterali di diametro < 2 cm sono quasi sempre asintomatiche, tranne quando causano crisi convulsive. Lesioni più estese possono essere asintomatiche a meno che presentino un rapido accrescimento, in settimane o in mesi, piuttosto che in anni, o che coinvolgano entrambi i lobi frontali. I pazienti con grandi lesioni fronto-basali sono ad esempio apatici, disattenti alle stimolazioni, indifferenti alle proprie azioni, spesso incontinenti. (Grossi & Trojano, 2005) . Quelli con lesioni fronto-polari o antero-laterali sembrano non rendersi conto delle conseguenze di ciò che fanno e tendono a essere distratti, euforici, faceti, e indifferenti dal punto di vista sociale.  Traumi acuti bilaterali delle aree prefrontali possono causare comportamenti scomposti, come: logorrea, agitazione, atteggiamenti socialmente invadenti, che spesso durano per diversi giorni o settimane e che in seguito regrediscono spontaneamente.

 

Alessandro Savy     – sociologo

[1] http://doc.studenti.it/appunti/ricerche/psicologia-cervello.html

 


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