ESTATE 2015 E CITTA’ D’ARTE,  QUANDO IL TURISTA E’  “UN BARBARO INVASORE”

 

 

TURISTI VANDALI Venezia, del Canaletto la mano sapiente a ritrarne la leggiadra bellezza, di Barbara Strozzi le melodie e la voce ad avvolgere di delicato incanto, una città da sempre sospesa , tra gioia e struggente malinconia, tra la cruda realtà del giorno, e la magia del sogno più splendente, tra le ombre della sera e la grazia dell’aurea luce solare.Un gioiello… Un  tesoro… Un capolavoro… ferito… Ponte di Calatrava.

Ha fatto il giro del mondo la foto della piccola tenda da campeggio, piantata da un turista, quale personale soluzione al problema del caro alberghi, e purtroppo imitato con altrettanta disinvoltura da altri viaggiatori, vedesi la tenda sul retro della scuola di San Rocco, o chi ha deciso di accamparsi direttamene in campo Santa Maria Formosa, montandola addirittura tra l’ingresso principale della chiesa e il canale di Santa Maria Formosa, ricordandosi di smontare l’improvvisato accampamento ben oltre le sette del mattino. Una ferita al cuore, ma ciò che la rende più dolorosa, è il fatto che i turisti in questione non sono stati allontanati dalle forze dell’ordine, no, nessuno le ha neppure chiamate, le foto sono state scattate dai cittadini, ormai talmente abituati, per non dire ‘’anestetizzati’’ all’inciviltà dei turisti che giungono nel nostro paese, da considerare, questi deprecabili comportamenti come ”normali’’, accettandoli ormai come fosse la più logica ”quotidianità”.

Accampamenti, ma anche bagni notturni nella laguna, se non addirittura tuffi in pieno giorno con relativi occhiali da sole e crema abbronzante, e veri e propri ”pic-nic’ ‘improvvisati ai piedi dei più famosi monumenti cittadini, e persino in piena piazza San Marco, con ovviamente le conseguenze del caso, ovvero rifiuti lasciati ”candidamente’ ‘ovunque, neanche si avesse pranzato in una discarica. C’è da chiedersi, se nei loro paesi, i turisti stranieri, sempre pronti a criticare i disservizi incontrati durante i loro soggiorni in Italia, si comportino alla stessa incivile maniera, o se sarebbero pronti ad accettare i medesimi comportamenti, da loro, con tanta disinvoltura, messi in atto, da parte di turisti italiani, al contrario sempre etichettati, in base ad assurdi pregiudizi, come ”buzzurri e maleducati”, e agendo, magari, come, quei turisti ”gentlemen” : uno che in pieno giorno ha scambiato piazza Leoncini con una vasca da bagno dove effettuare ogni sorta di abluzioni, o quello che come ”una Venere che sorge dalle acque” è riemerso al medesimo orario, dopo un bagno nei canali della Serenissima, in costume adamitico, asciugandosi in mezzo ai passanti esterrefatti, quasi si trovasse nel bagno di casa sua e quello, fosse il comportamento più naturale del mondo.

Un insulto Una vergogna l’ennesima ferita al cuore, non solo della malinconica ed incantata città di Venezia, ma di tutto il nostro paese… Firenze, la culla del Rinascimento, il luogo d’origine della lingua italiana, dalla bellezza delicata ed immortale di un cammeo… ma con la medesima situazione… Santa Maria del Fiore… un turista canadese, non s’è fatto alcuno scrupolo di scambiarne la cupola per una toilette pubblica, senza curarsi del rispetto dovuto al luogo sacro nel quale si trovava, ne del fatto , che nemmeno in sogno avrebbe dovuto permettersi, di pensare di commettere, un’azione tanto ignobile ed abietta. Per fortuna in questa circostanza il turista in questione non l’ha passata liscia, le forze dell’ordine avvertite dal personale di sorveglianza, gli hanno comminato una multa di quattrocento euro, un souvenir, che difficilmente, gli farà dimenticare tanto presto del suo inqualificabile comportamento. Degrado e squallore, dove invece ci dovrebbe essere solo lo splendore di quella bellezza, di cui il nostro paese dovrebbe essere, per il suo immenso patrimonio culturale, il fiore più luminoso, e che invece si ritrova anche quest’anno, a recitare il ruolo dell’accampamento e dell’area ”pic-nic” abbandonata, se non peggio… Dato che troppo spesso questi veri e propri ”vandali” la fanno franca… L’ennesima bravata. Una turista spagnola, migliore divertimento non è riuscita a trovare, se non l’arrampicarsi su di un leone ai piedi della statua di Dante, che impotente ha dovuto osservare lo scempio di quella città che ha contribuito a cingere d’alloro, oppure la celebre statua ”Il ratto di Polissena”, danneggiata impunemente da una mano incivile.

Per la città eterna, Roma, che come Venezia anch’essa sospesa vive, nella sua esistenza millenaria, tra forza e leggiadra eleganza, tra la durezza delle storia e la grazia d’una luce, che la rende splendente in ogni cosa, tra la realtà concreta e il sogno più etereo che mente umana possa creare, purtroppo l’elenco delle inciviltà perpetrate dai turisti in visita, sarebbe troppo lungo, e disgraziatamente non inizia mai a venire stilato con l’arrivo della bella stagione. Non è certo un segreto il comportamento tenuto dai tifosi olandesi, che ad inizio anno, hanno trasformato piazza di Spagna in un campo di battaglia, con oltre 5 milioni di euro di danni diretti e d’immagine e dove, nella suddetta azione di vera e propria guerriglia urbana , proprio il povero monumento del Bernini, appena ridonato alla città dopo una delicata opera di restauro, ovvero, la fontana della Barcaccia ha avuto la sorte peggiore, riportando, secondo le stime, danni per 1,2 milioni di euro. Vandalismo, non turismo.

Il nostro è un paese accogliente, e siamo ben lieti di ricevere i viaggiatori che giungono da noi, che alimentano con la loro presenza in Italia l’industria del turismo, che è linfa vitale per la nostra economia, ma quando invece che ospiti ci troviamo davanti a dei veri e propri ”barbari”, pronti come quei giovani olandesi, che in una bella sera d’estate, hanno allegramente trasformato piazza di Spagna in un bagno pubblico dice veramente tutto, ma si sa, l’educazione è un’invenzione antica e per questo si tende a dimenticarne l’esistenza, e non c’entra la presenza o meno delle forze dell’ordine, perché non è necessario avere sempre accanto un vigile urbano, per non comportarsi in casa d’altri come un vero e proprio animale, serve solo buon senso e rispetto, in primis di se stessi, perché chi agisce in questo modo, non solo offende chi si gli si trova di fronte, ma si dipinge, davanti agli occhi di tutto il mondo, poiché grazie alla rete, è facile raggiungere anche l’angolo più sperduto del nostro pianeta, come una persona piccola, piccola ed incivile.

Sabrina Gatti – sociologa ANS Lombardia


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