IL POLITTICO DI SAN MICHELE ARCANGELO, 500 ANNI DI DEVOZIONE ED UNA SPLENDIDA STORIA DI MICRO-MECENATISMO E PARTECIPAZIONE POPOLARE

FOTO PEZZO SABINA GATTI 1Un museo a cielo aperto, l’Italia, uno scrigno, la terra di luce e di splendore, traboccante di tesori, famosi, più o meno noti, sconosciuti, ma tutti ugualmente preziosi, tutti ugualmente ricchi di fascino e di quell’incanto che solo la perfezione di un capolavoro in sè possiede.

Famosi, più o meno noti… quasi sconosciuti… Uno splendido gioiello… 500 anni di venerazione ed amore…

Diano Borello, piccolo borgo ligure in provincia d’Imperia, dove nel presbiterio della sua chiesa, al sicuro, protetto dalle cure della comunità parrocchiale, il polittico di San Michele, opera di Antonio Brea, ha visto trascorrere i suoi primi cinque secoli di vita.

”1516 ultima die Iunii”. Una vita che il pittore, attivo in Liguria ed a Nizza, quando in quel lontano giorno questa data trascrisse al completamento dell’opera, forse non s’aspettava avrebbe superato la brevità della sua esistenza umana, consegnando il suo capolavoro, all’eternità, e neppure che in occasione del suo cinquecentesimo anniversario, sarebbe ritornato a rifulgere del suo originario splendore, divenendo anche il protagonista di una meravigliosa storia di micro-mecenatismo e partecipazione popolare. L’amore, la volontà, e l’impegno economico (a cui a contribuito anche la Compagnia di San Paolo),della cittadinanza, sono stati il motore che ha reso questo possibile. In meno di un anno e mezzo, dal gennaio 2014 al marzo 2015, sotto la supervisione della Soprintendenza per le Belle Arti e il Paesaggio della Liguria, è stato portato a termine il restauro di questo polittico, meraviglioso esempio di pittura rinascimentale ligure. Pulita e restaurata, al costo di 25.000 euro, l’opera ha così ritrovato una nuova vita. Un risultato eccellente, dipeso anche dalle sue condizioni di conservazione, praticamente perfette. E’ stato così possibile studiare a fondo sia la tecnica pittorica utilizzata dal Brea che la costruzione di questa maestosa architettura policroma che vede in primo piano la figura di San Michele intento a cacciare il drago, emblema del maligno.

Attualmente l’opera , causa i lavori di restauro della chiesa in cui così a lungo ha dimorato, è ospitato presso l’oratorio di Santa Maria Maddalena a Laigueglia, dove sarà esposto prima di ritornare a ”casa”, nel 2016 in tempo per festeggiare l’importante traguardo dei 500 anni, un viaggio che con buone probabilità potrebbe comunque non terminare nel nostro paese, ma portarlo oltralpe, fino al Museo di Belle Arti di Nizza. Non solo il ritorno al suo splendore originale , ma il merito, per gli storici dell’arte, ha avuto il restauro del polittico di San Michele Arcangelo, datato 1516, uno dei pochi lavori conosciuti, di Antonio Brea, d’aver rivalutato la figura di questo pittore ligure, nato qualche decennio dopo il 1450 e già scomparso nel 1527, e vissuto all’ombra del più famoso Ludovico, cui invece, per eleganza e ricercatezza nello stile e la qualità dei materiali è stato ampiamente dimostrato non avere nulla, al celebre congiunto, da invidiare.

L’impegno e le energie di un’intera comunità che si è mobilitata in blocco, privati ed istituzioni, il motore che ha permesso ciò accadesse: non solo il restauro dell’opera , ma anche il catalogo, l’allestimento e la videosorveglianza. Un esempio di micro-mecenatismo e di partecipazione popolare. Non solo mero investimento in termini economici ma soprattutto cura, dedizione ed amore di una intera comunità. Orgoglio per la bellezza dei propri tesori ed attaccamento al proprio territorio, e che grazie ai social network, la presenza di questo capolavoro, possa essere quell’opportunità, che aiuti a far conoscere questa terra, non solo quale meta di turismo balneare ma anche di arte e di cultura, nell’attesa il prossimo anno di festeggiare insieme ai 500 anni del polittico di San Michele Arcangelo, i 400 dell’Oratorio di Santa Maria Maddalena.

Sabrina Gatti – Sociologa ANS Lombardia

 


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