CON IL FALLIMENTO DI POSTALMARKET SI È CHIUSA DEFINITIVAMENTE UN’EPOCA

 

MAURIZIO BONANNO 6 2015                                                                         È fallito Postalmarket!

A distanza di 56 anni dall’uscita del primo numero, il Tribunale di Udine sulla base di un’istanza presentata dall’amministratore straordinario del Gruppo Bernardi, lo scorso 30 luglio ha stabilito che lo storico catalogo è definitivamente fallito.

Non è una notizia qualunque, un fatto da confinare nelle pagine della cronaca. Non lo è perché questo catalogo racchiude un pezzo di storia dell’Italia: nato nel 1959 grazie ad Anna Bonomi Bolchini, che aveva voluto importare in Italia il modello della vendita per catalogo tipico degli Stati Uniti, grazie a questo catalogo erra possibile acquistare ogni tipo di articolo, tra cui giocattoli per bambini, abbigliamento, tecnologia ma anche i prodotti che venivano pubblicizzati durante la messa in onda dello storico programma tv “Carosello”, che al tempo non erano sempre reperibili, specialmente nelle zone della provincia.

Postalmaket rappresentò, così, lo scrigno dei sogni domestici, per la gioia delle donne di casa, accese dalla speranza del capo a buon mercato, misura per sagge massaie, ma anche principale tentatore alla lussuria per i figli (e forse anche i padri…) che facevano frequentazione promiscua di alcune sue sezioni dedicate all’ intimo femminile, nella perfetta liceità e tra le mura domestiche. E le sue copertine erano un’attrattiva eccezionale, con alcune tra le donne più belle che fanno tutt’ora parte dello show business: le gemelle Kessler, Monica Guerritore, Ornella Muti, Laura Antonelli , Romina Power, Gloria Guida, Isabella Ferrari, Milly Carlucci, Eleonora Brigliadori, Brigitte Nielsen, Monica Bellucci, Linda Evangelista, Claudia Schiffer, Cindy Crawford, Carla Bruni, Eva Herzigova, Valeria Mazza, Natalia Estrada, Valeria Marini. In anni in cui Internet non esisteva e le riviste scollacciate erano oggetti impensabili per il sacro recinto familiare, pagine e pagine di modelle in mutande e reggiseno, pancera e gambaletto, calza elastica e baby doll, sembravano un’oasi di sibaritiche perdizioni.

In ogni casa, il catalogo era presente e così Postalmarket diveniva il leader della vendita per corrispondenza tra gli anni ottanta e primi anni del novanta, arrivando a toccare oltre 45 mila spedizioni al giorno. Svecchiò il concetto, non negoziabile per mamme e nonne d’anteguerra, che la mercanzia dovesse essere prima “toccata”, per non rischiare fregature. Aprì un mondo nuovo ad intere famiglie dal reddito medio e medio-basso garantendo la possibilità di essere ugualmente “alla moda”.

Anche per questo, la fine, il fallimento di Postalmarket rappresenta plasticamente la fine di un’epoca superata dagli eventi, dal progresso tecnologico, da quella concorrenza della rete divenuta giorno dopo giorno troppo forte, mentre il catalogo rimaneva avvolto in una patina di melanconico vintage sempre più invadente fino a soffocarlo.

Ma, se da un lato la sua fine è da salutare con nostalgica melanconia per un mondo che non c’è più, dall’altro è la garanzia che il progresso non si ferma, non si interrompe, non aspetta.

L’e-commerce, utilizzando tutte le possibilità del web procede a ritmi vertiginosi cambiando scenari continuamente. Per capire il fenomeno, basti notare alcuni semplici dati: nel 2010 il valore di mercato dell’e-commerce da connessioni mobile (smartphone e tablet) era pari a 2 miliardi di dollari; oggi secondo un report molto recente è pari a 40 miliardi. Nessun business (a parte quello collegato dei tablet e degli smartphone) è cresciuto in maniera così esponenziale. Il mercato non è solo cresciuto di 19 volte tanto, ma l’e-commerce mobile conta per il 30% di tutte le operazioni di commercio elettronico. Lo stesso report dimostra che il commercio online sta cambiando rapidamente e che ciò è determinato dal cambiamento tecnologico indotto dalle periferiche del mobile.

Addirittura, secondo gli esperti il commercio elettronico via mobile continuerà a crescere senza sosta fino a soppiantare definitivamente anche gli acquisti via dekstop e notebook.

Salutiamo, dunque, la fine di un “grande vecchio” simbolo di un’epoca di cambiamenti e di boom economico, ma facciamolo sereni, senza rimpianti, piuttosto con la certezza che il futuro riserva sempre occasioni di crescita e di sviluppo.

Dipende da noi!

Maurizio Bonanno – Giornalista e sociologo ANS

 

 


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