A NOVE MESI DALLA DENUNCIA NESSUNO HA RIMOSSO UNA PICCOLA DISCARICA ABUSIVA DI AMIANTO IN ASPROMONTE
“Le vie per rispondere alla minaccia ecologia non sono solo tecniche: esse richiedono, prioritariamente, una riforma del nostro modo di pensare per abbracciare nella sua complessità la relazione tra l’umanità e la natura, e concepire riforme di civiltà, riforme di società, riforme di vita”.
Questa frase, tratta libro di Edgar Morin “ La Via per l’avvenire dell’umanità”, mi è tornata in mente visionando le foto che pubblico a corredo di questa mia riflessione. Immagini che mettono noi tutti di fronte alla relazione tra l’umanità e la natura che dovrebbe poggiare sul presupposto della lealtà comportamentale in grado di farci diventare a pieno titolo cittadini della Terra. Per farlo “ dobbiamo imperativamente cambiare il nostro modo di abitarla”. Ma ci vogliono i presupposti culturali, altrimenti rimaniamo avvolti da quelle nebbie che, da quasi un anno, rendono “invisibile” quella discarica abusiva di “ethenit e scari di materiale edilizio” scoperta in Aspromonte dalla sezione di Cittanova del “Corpo Nazionale delle Guardie Servizio di Polizia Ecozoofila”.
La discarica, rinvenuta il 13 ottobre 2014, e stata segnalata ad alcuni enti locali territoriali. Ma non è successo niente. Il 31 luglio, una nuova segnalazione: questa volta indirizzata anche alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria. In Italia, si sa, per ogni cosa ci sono i tempi tecnici: da quelli della burocrazia a quelli della legge, da quelli per stabilire le competenze a quelli, ahinoi biblici, della sensibilizzazione delle coscienze. Nell’attesa, nessuno è autorizzato a dubitare delle nostre nobili intenzioni di difensori dell’ambiente. Infatti, siamo tutti ambientalisti: un credo che sosteniamo con le solite litanie della “coscienza ecologica”.
Scrive ancora Edgar Morin: “La nostra coscienza ecologica progredisce, localmente e globalmente, per salti, in occasione di disastri, di degradazioni e di catastrofi”. E siccome l’ethernit rinvenuto in agro del comune di Canolo Nuova, nell’immaginario collettivo e, forse, nella convinzione di chi governa il territorio non sarà certo fonte di catastrofe, al massimo di uno, dieci, cento poveretti che si ammalano per aver respirato questa sostanza cancerogena, allora tanto vale rinviare la bonifica di quei pochi metri quadri , forse, del tutto ininfluenti nel contesto dell’immenso Aspromonte. Intanto – come rileva Jean –Marie Pelt – “ l’uomo distrugge uno a uno i sistemi di difesa dell’organismo planetario”. Con buona pace di quanti, come gli uomini del servizio di polizia ecozoofila di Cittanova, sono convinti che la terra abbia un urgente bisogno di aiuto da parte dei suoi abitanti. Siamo avvisati, perché – come scrive Zygmunt Bauman nelle “44 lettere dal mondo liquido”- sappiamo tutti che la situazione ambientale è paragonabile ad una bomba pronta ad esplodere da un momento all’altro: benché, a giudicare dalla nostra condotta quotidiana, gli inizi di tale consapevolezza appaiono scarsi e rarefatti”. Intanto, l’ANPANA – GEPA di Cittanova chiede alla magistratura di “accertare i motivi ostastiti che alla data odierna hanno impedito la rimozione dei rifiuti e la bonifica della zona e, se ritiene, intimare all’ente di competenza l’immediata rimozione e bonifica del sito, essendo pericoloso alla salute pubblica e, come già esplicitato, al decoro dell’ambiente montano”. Più chiaro di cosi…
Antonio Latella – giornalista e sociologo ( presidente del dipartimento Calabria dell’Associazione Nazionale Sociologi)