ORGANIZZAZIONE E POTERE, L’ATTORE -RETE E I NETWORK DI GENERE
Organizzazione e potere, l’attore-rete e i network di genere . Una ricerca sull’imprenditoria femminile in Piemonte, promossa dalla Regione Piemonte, Commissione Regionale per la realizzazione delle Pari Opportunità fra uomo e donna, in collaborazione con l’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini di Torino (Castagnoli A., 2007, con dati statistici raccolti fra il 1999 e il 2003) ha messo in evidenza l’importanza dei network di genere, intesi come network sociali, nello specifico quelli associativi di genere delle imprenditrici. Si riconosce alle associazioni la funzione di mediazione tra individuo e società contribuendo al progresso dello sviluppo delle personalità rendendole più consapevoli del loro ruolo e delle possibilità di azione grazie all’unione con altri individui. “Il concetto di network è oggi ampiamente usato in quanto è comune sia alla sociologia che alle scienze umane, il suo uso consente di ampliare anche il contesto d’indagine per la ricerca storiografica. I network sono infatti di tipo diverso ( sociali, commerciali, locali, internazionali, fisici, ecc.) e varie sono anche le loro strutture. Per un imprenditore essere parte di un network costituisce una risorsa importante sia perché consente di stabilire contatti per arrivare ad altre risorse, sia perché è una risorsa in sé. Infatti è utile appartenere a network i cui membri abbiano contatti con molti altri network, così che le risorse possano essere utilizzate per mettersi in relazione con altre persone. In particolare, i sociologi osservano che i network giocano un ruolo cruciale per alcuni specifici gruppi d’ imprenditori ( per esempio, l’imprenditoria delle donne). Per questo la percezione delle difficoltà e delle differenza di genere ha indotto le donne in molti paesi a tentare di creare propri network per contrastare quelli esclusivi maschili che, fra reti formali e informali, hanno svolto storicamente una funzione determinante per la creazione e l’uso delle strutture di potere.(Castagnoli A.,2007). “La sociologia può ricostruire la mappa dei punti di forza, dei modelli e dei risultati di un network di associazioni che partecipano alla costruzione della realtà. L’attore- rete è questa rete di attori umani e non umani collegati insieme. L’ uomo delle reti possiede relazioni personali che sono il suo patrimonio economico principale ma, nello stesso tempo, dipende anche da un capitale sociale esteso fatto di relazioni e di networks. Gli attori organizzativi sono sempre uguali? Le risorse sono sempre differenziate, qualcuno possiede comunque risorse in misura maggiore rispetto ad altri attori e dunque potrà , entro i limiti di un certo contesto d’azione, guidare gli scambi nella direzione voluta. Alcuni attori organizzativi, grazie alle risorse iniziali che controllano, danno vita ad un processo di scambi intorno al quale nasce l’organizzazione ma poi l’incertezza e la nascita di nuove risorse modificano la situazione iniziale. Questo perché l’organizzazione è un sistema complesso e dinamico, cioè in continua trasformazione. Crozier parla di “interdipendenza dei privilegi” poiché la sopravvivenza di un’organizzazione è per tutti gli attori organizzativi una condizione indispensabile per continuare a godere dei vantaggi che derivano dai loro scambi reciproci. Ma qual è la natura degli scambi? La network analysis mette in evidenza con grafici le relazioni tra i soggetti ma non parla dei flussi esistenti . Negli studiosi delle reti come forme di governance il contenuto prevale sulla forma. In quel contesto gli attori si incontrano ed ogni individuo cerca un punto di equilibrio tra il proprio punto di vista e gli standard sociali. La fiducia ed il consenso tra gli attori non sono la precondizione delle relazioni ma il sottoprodotto del successo e dei vantaggi reciproci che deriva ai partner della relazione sociale. March ed Olsen in “Governare la democrazia” affermano che “Le tecnologie, le politiche pubbliche, l’informazione, le strutture e le competenze si diffondono attraverso networks di contatti e di apprendimento. Il ruolo della governance è quello di agevolare l’identificazione, l’utilizzo e la costruzione di capacità rilevanti all’interno di un dato sistema di istituzioni politiche” Questo succede perché la governance può favorire la partecipazione mediante determinate strategie indirette. L’attore-rete Che cos’ è una rete? Chi è l’attore-rete? Quali sono gli scambi relazionali tra individui all’interno di un’organizzazione e tra organizzazioni diverse? L’idea di “rete” è emersa dalle evoluzioni in senso “ambientalista” della teoria delle organizzazioni, soprattutto di quelle di origine americana. Abbiamo una valida definizione di rete nell’opera di Elias (1939) “La società degli individui”, pag.42 “La rete è un intreccio che comprende molti singoli fili legati l’uno all’altro. Tuttavia , né la totalità di questo intreccio, né la forma che in esso ottiene il singolo filo possono essere comprese rifacendosi ad un solo filo o anche a tutti i singoli fili presi ognuno per sé, ma esclusivamente rifacendosi al loro legame, al loro rapporto reciproco. Da questo legame scaturisce un sistema di tensioni il cui ordine si comunica a ciascun singolo filo, ma a ciascuno in modo più o meno differente a seconda della posizione e della funzione che ciascuno ha nell’insieme dell’intreccio. La forma dei singoli fili muta quando mutano la tensione e la struttura dell’intero intreccio. Tuttavia questo intreccio non è altro che un’unione di singoli fili; e all’interno di questa totalità ciascun filo costituisce al tempo stesso una unità a sé, ha una posizione e una forma peculiari”. Questa definizione sociologica è la migliore che sia stata data anzitempo rispetto a tutte le moderne teorie organizzative di rete che alcuni scienziati sociali hanno cominciato ad avanzare a partire dagli anni ’60. L’attore- rete è una rete di attori umani e non umani collegati insieme. L’ uomo delle reti possiede relazioni personali che sono il suo patrimonio economico principale ma, nello stesso tempo, dipende anche da un capitale sociale esteso, fatto di relazioni e di networks. La rete, a differenza della gerarchia, permette legami deboli , la conservazione di un certo margine di autonomia individuale che aumenta con l’aumento dell’interdipendenza degli individui. La rete permette anche la connessione e la partecipazione, poiché con essa possiamo trovarci in situazioni di elevata interazione e di partecipazione espressiva. Inoltre, all’interno della rete,non ci sono posizioni di monopolio, nessuno può imporre standard ma si permette la visione ed un confronto di tutte le posizioni. Organizzazione e potere : stile di leadership Quali sono le risorse di cui deve disporre un’organizzazione? Le risorse sono umane, tecnologiche e finanziarie. Qual è il ruolo specifico del management? Se si considera un’organizzazione come un’unità istituzionale immersa in una rete di relazioni sociali, economiche e di scambio simbolico, il ruolo del management è quello di mediare e negoziare con l’ambiente – e quindi con altre organizzazioni la posizione competitiva dell’organizzazione. Le relazioni interne di potere hanno influenza sul comportamento dell’organizzazione? Quale impatto possono avere? L’analisi weberiana e neo-weberiana confermano l’esistenza di un forte condizionamento del comportamento organizzativo da parte di chi riveste nel suo interno ruoli di potere. E’ abbastanza frequente, ad ogni livello, evidenziare le responsabilità nei comportamenti dei ruoli superiori, frequenza giustificata da esperienze lavorative che spesso si scontrano con un utilizzo incongruo dei comportamenti manageriali rispetto al risultato. In un’ottica sistemica di lettura anche dei comportamenti non possiamo negare le reciproche influenze delle modalità di comunicazione. Così, anche chi riveste ruoli inferiori, (intesi come ruoli in cui si ha meno potere nell’impostare una modalità relazionale), potrà adottare diverse strategie di comunicazione se sarà in grado di decodificare correttamente ciò che avviene. L’utilizzo di una strategia piuttosto che di un’altra è rilevante ai fini del risultato complessivo del sistema. Questa consapevolezza sistemica aiuta a ricollocare correttamente il comportamento all’interno di una dimensione professionale. Ad un potere maggiore corrisponde una maggiore potenzialità di influenza sul clima e quindi sul risultato organizzativo. E proprio chi ha nel comportamento un potente alleato professionale, ha necessità di strumenti di analisi e di decodifca delle proprie comunicazioni. “La cultura è una variabile organizzativa forte in quanto è in grado di spiegare una serie di comportamenti organizzativi che non derivano direttamente e meccanicamente dalla struttura, dal “chi fa cosa”. “Il termine cultura, nell’uso quotidiano, è un termine sintetico che abbraccia e riassume una pluralità di significati quali idee, valori, credenze, consuetudini, stili di vita, linguaggi, conoscenze che caratterizzano ed accomunano gruppi più o meno ampi di individui. La cultura così intesa viene utilizzata per spiegare le omogeneità ed i tratti comuni a ciascun gruppo nonché le differenze di questo gruppo con gli altri operatori nella società. La cultura, a seconda di come usiamo il termine, orienta, influenza, determina, spiega, in modo sempre assai sintetico, il comportamento degli individui , dei gruppi e dello stile di leadership.
Doriana Doro – sociologa ANS