IL SOGNO DI PLATI’: L’ORATORIO DI DON MASINO
Dopo i giorni delle sfilate, dei propositi e delle promesse, Platì è ricaduta nell’oblio. E tutti noi, in testa la politica e le sue élites, siamo rientrati nei ranghi di quel popolo di spettatori alla ricerca di una “disperata negazione della colpa”. Salvo poi indignarci, diventare giudici implacabili alla prima operazione di polizia giudiziaria in cui lo Stato, al posto della medicina per guarire quella parte di corpo sociale malato, preferisce mostrare i muscoli. Questo succede da sempre: dal Regno d’Italia alla Prima Repubblica, dai governi democristiani a quelli del centrosinistra, dall’era azzurra a quella attuale.
Questa comunità, da sempre, è vittima del disimpegno statale, del pregiudizio dei benpensanti, degli stereotipi dei mezzi dell’informazione, di sociologi del niente, di scrittori “impressionisti”, dell’associazionismo antimafia con la partita Iva, di preti che predicano bene e razzolano male, di politici opportunisti, della solidarietà pelosa. Quello di Platì è un popolo che soffre: quasi quattromila cittadini non hanno fiducia nello Stato che, per la sua assenza, ha lasciato crescere l’autorità di alcune famiglie mafiose diventate finanche sussidiarie rispetto ad alcuni bisogni della gente.
Il mondo, purtroppo, immagina questo piccolo centro come la naturale location dove si girano quelle scene di violenza che poi assicurano il successo alle fiction trasmesse dalla Tv . La gente di Platì vuole essere ascoltata, capita, aiutata a riscattarsi, a liberarsi del pesante fardello del pregiudizio e dell’indifferenza, della criminalizzazione tout court. E vuole, soprattutto che lo Stato sia realmente presente con le sue articolazioni: un commissario prefettizio che non diventi un’apparizione bisettimanale e per poche ore; l’acqua che scenda dai rubinetti delle abitazioni, invece di perdersi nel torrente che costeggia il paese; carabinieri che non rimangano “consegnati” in caserma, ma in “libera uscita” con la gente e tra la gente : per sanzionare, prevenire, ma anche per educare, socializzare soprattutto con i tanti giovani che hanno pochi punti di riferimento. A un gruppo di platiesi abbiamo chiesto il motivo del colore della facciata – giallorosso – della sede municipale del paese. Abbiamo ricevuto una risposta tra leggenda metropolitana e accusa di tentata colonizzazione finanche della fede sportiva: “In onore dei colori di una squadra di calcio”. Giovedì scorso, con un gruppo di colleghi sociologi – Francesco Rao, Maria Rita Mallamaci e Carmelo Caridi – dirigenti del Dipartimento Calabria dell’ANS , Associazione Nazionale Sociologi – siamo stati a Platì per incontrare don Masino Barbero, parroco della Chiesa matrice e concordare con il sacerdote piemontese una serie di iniziative socio – culturali da svolgersi nei prossimi mesi.
Siamo giunti a Platì, in un pomeriggio freddo e piovoso, animati da spirito volontaristico: nessuna pretesa politica e nessun progetto di candidatura o di appoggi diretti o indiretti ad aspiranti sindaci o consiglieri comunali.
Con un gruppo di giovani, i sociologi dell’ANS vogliono disegnare la mappa dei bisogni di un territorio che ha assoluto bisogno di essere capito e aiutato.
Seduti sul sacrato dell’edificio di culto, dedicato a Santa Maria DI Loreto, abbiamo suscitato la curiosità, forse, anche la meraviglia dei passanti, in prevalenza ragazzi e giovani.
E al bar gestito da Michele, base per un salutare tè, l’approccio con i presenti è stato spontaneo, come se fossimo degli abituali avventori. Michele ci ha raccontato tante cose: del desiderio dei giovani del posto di avere un campo di calcio, promesso ben sette volte, di una palestra e di altri piccoli centri di aggregazione socio-sportiva indispensabili per agevolare il dialogo tra le varie componenti della locale comunità. La stessa apertura di credito l’abbiamo avuta da Bruno, anche lui, giovanissimo alle prese con l’atavico dilemma se “restare o partire”; poi Domenico, a seguire Paolo, quindi alcune mamme di ritorno dalla funzione religiosa: nei loro occhi abbiamo letto una irrefrenabile, silenziosa quanto dignitosa richiesta di aiuto. La stessa espressione sul volto di don Masino, a Platì da settembre dello scorso anno dopo trent’anni d’Africa.
Il parroco – missionario vuole dare ai ragazzi del luogo la “possibilità di coltivare i loro talenti: realizzando un centro che possa accogliere, evangelizzare, educare” . Il tutto condensato nel messaggio : “ Un oratorio per Platì” . E chiede aiuto per realizzare un sogno.
Dopo le sfilate, l’oblio. La politica, i partiti ( di governo e di opposizione) sono ripiombati nella vecchia abitudine di ignorare i bisogni, di promettere, sfilare e, all’occorrenza, non è escluso, cavalcare lo stereotipo della criminalizzazione. La piena del fiume della retorica è durata meno di un mese. Ma c’è una grande differenza con il passato. Maggio 2015 segna, infatti, lo spartiacque tra la Platì vittima della politica parolaia, del clientelismo e dell’assistenzialismo e quella della protesta civile quanto esemplare: il rifiuto alle candidature per il rinnovo del Consiglio comunale. Decisione che poggia sulla volontà di dimostrare che anche lassù, ai piedi dell’Aspromonte, vive una comunità di cittadini della Repubblica e non sudditi di una stato di polizia, forte con i deboli e remissivo con i forti.
Antonio Latella – giornalista e sociologo ( Presidente del Dipartimento Calabria ANS) —
Per sostenere l’iniziativa di don Masino Barbero: 0964.47356 ( tel e fax), 334.3039484, 366.8106410 – e –mail: parrocchiaplati@libero.it; Fc Parrocchiasantamariadiloreto Plati .-
Conto corrente postale 27378967 – Bonifico bancario IT 10 R 07601 16300 000027378967 ( banco posta poste italiane) Intestati a Parrocchia Santa Maria di Loreto Platì
Causale : Un oratorio per Platì –