ORIGINE, STORIA ED EVOLUZIONE DELLE IMMINENTI PULIZIE DI PASQUA

di Sara Spoletini

Con l’avvicinarsi della Pasqua, si ricorda un rito che nella nostra tradizione era molto caro alle nonne, chi non ha mai sentito parlare delle “pulizie pasquali”? Anche quando ci si dedica con molta cura ai mestieri casalinghi ci si sente dire se quelle che si stanno facendo sono le pulizie pasquali. Con l’arrivo della nuova stagione nell’emisfero settentrionale, emerge una voglia contagiosa di far sparire le ragnatele ed eliminare il disordine. Le pulizie di primavera, una pulizia profonda della casa, sono una tradizione radicata nelle società di tutto il mondo, le cui radici risalgono ai tempi antichi.

In questo tempo solenne dal punto di vista religioso per Ebrei e Cristiani, che spesso coincide con l’arrivo della primavera, si sente la necessità di purificare la casa, ma vediamo perché. L’usanza delle pulizie di Pasqua deriva dalla tradizione ebraica di purificare la casa, tradizione che celebra la liberazione dalla schiavitù egizia, avvenuta circa 3.300 anni fa. L’usanza di fare una grande pulizia in casa, prima delle celebrazioni pasquali deriva da una prescrizione della Pasqua ebraica, Pesach (letteralmente “passaggio”), che nei giorni precedenti la festa impone una scrupolosa pulizia della casa per eliminare ogni più piccolo residuo di sostanze lievitate, infatti Pesach, la “Festa del passaggio” citata nella Bibbia, dura 7 giorni In Israele (8 giorni fuori dal Paese), inizia con la cena della prima sera, detta seder (“ordine”), in cui si cena con un preciso ordine, mangiando cibi che ricordano l’amarezza e il duro lavoro della schiavitù, come verdure amare e una miscela di datteri, noci, miele. Il pane azzimo e scondito ricorda invece che il popolo eletto dovette fuggire tanto in fretta dall’Egitto verso la Terra promessa, da non avere il tempo di far lievitare le pagnotte: ecco da dove deriva il detto “fare le pulizie di Pasqua”. Così, l’usanza delle pulizie di primavera nasce dalla necessità di eliminare i residui di lievito rimasti, dato il divieto di consumare o possedere alimenti lievitati durante l’intero periodo.

Oltre all’aspetto più pratico e religioso, fare le pulizie di primavera, ha un aspetto anche spirituale. Questo rito viene, infatti, associato ad un atto di pulizia spirituale in un rito di rinnovamento annuale con lo scopo di allontanare da sé qualsiasi negatività. Occorre inoltre sapere, che nelle famiglie ebraiche, non è solo la donna ad occuparsi delle pulizie, ma viene coinvolta l’intera famiglia, bambini compresi. Allo stesso modo, i cattolici puliscono gli altari nelle chiese il Giovedì Santo in vista del Venerdì Santo , che si tiene ogni anno in primavera, a marzo o aprile. Il Nowruz , celebrato intorno all’equinozio di primavera a marzo, prevede la tradizione chiamata khāne-takānī o “scuotere la casa”. Le persone lavavano vestiti, coperte e tessuti per prepararsi a questa festa che risale a circa 3.000 anni fa e che può essere fatta risalire allo Zoroastrismo, una delle prime religioni monoteiste del mondo. Anche in Russia, con l’arrivo della Pasqua ortodossa, è comune dedicarsi alla pulizia e alla decorazione della casa. Prima del Capodanno lunare , in Cina è consuetudine ripulire la casa dalla sfortuna e dalle disgrazie. Conosciuta come “spazzare la polvere”, la pulizia fa spazio alla fortuna e alla prosperità del nuovo anno, dice Patten. Le pulizie devono essere fatte prima della festività, in genere a gennaio o febbraio, poiché spazzare dopo i festeggiamenti è visto come una rimozione della buona sorte.

In Thailandia, durante il Songkran , in aprile, è consuetudine pulire a fondo case, scuole e spazi pubblici per purificarli in vista del Capodanno tailandese. Le persone si gettano acqua addosso per le strade per lavare via la sfortuna dell’anno precedente e sulle statue di Buddha per assicurarsi la fortuna per l’anno a venire. Sebbene il concetto di pulizie di primavera sia precedente alla tecnologia moderna, progressi come l’elettricità e gli elettrodomestici hanno influenzato la sua pratica. Ad esempio, prima delle luci elettriche, per illuminare e riscaldare le case ci si affidava al fuoco di carbone, olio e legna, che lasciava dietro di sé una notevole quantità di fuliggine. Le finestre venivano tenute ben chiuse per evitare l’ingresso di correnti d’aria mortali. In primavera era pragmatico aprire le finestre per arieggiare le case soffocanti, rimuovere la sporcizia e riparare i danni che si erano verificati durante i mesi invernali. Invenzioni come aspirapolvere, lavatrici e detergenti hanno reso il processo più efficiente e conveniente, consentendo una pulizia più profonda e accurata degli spazi abitativi.

Il comportamento umano è fortemente influenzato dai cicli della natura. Nei mesi più freddi abbiamo meno energie da dedicare a lavori come la pulizia profonda. Non si tratta di pigrizia: la luce del giorno limitata attiva l’ormone della melatonina , che ci fa dormire di più. Ma vi è anche un significato simbolico. Considerata come un “nuovo inizio”, questa tradizione simboleggia il passaggio dall’inattività della stagione invernale alla vibrante crescita della primavera. Le pulizie di primavera rappresentano un’occasione per dare nuova vita alla casa dopo i mesi invernali. Si tratta di un riordino approfondito che va oltre la pulizia quotidiana: si lavano tende, tappeti, finestre e superfici, si riordinano armadi e si eliminano oggetti inutilizzati. Questo processo non ha solo una funzione pratica, ma anche psicologica: rinnovare gli spazi domestici contribuisce a una sensazione di freschezza e benessere, in linea con il ciclo naturale della stagione primaverile. In conclusione, le pulizie di Pasqua e di primavera non sono solo una pratica igienica, ma un vero e proprio rito di passaggio che accomuna molte culture, segnando simbolicamente l’inizio di una nuova fase dell’anno, con freschezza e rinnovamento.

dott.ssa Sara Spoletini


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