RICOSTRUIRE L’IDENTITA’ DEI SOCIOLOGI

Fr.CacciaSe è vero che siamo tutti ormai stufi di leggere continui bollettini di guerra, rappresentati da numeri che uccidono il FUTURO, è altrettanto vero che i Sociologi siamo chiamati ad una nuova sfida. Oggi si avverte la necessità di contribuire a far superare lo stereotipo di una disciplina, per i piu’ sconosciuta o, nella migliore delle ipotesi, utile per avere qualche aiuto nella decodifica dell’esistente.

La Sociologia, con il sistema di conoscenze e di metodologie che le sono proprie, deve aiutare i cittadini e le comunità a comprendere in maniera piu’ chiara il perché succedono le cose, ma supportare anche un processo di evoluzione in cui i Sociologi stiano “in trincea” quali figure indispensabili per la costruzione di un domani migliore.

In particolare nelle nostre realtà territoriali, si avverte il bisogno di scoprire una dimensione della Sociologia che non abbia paura di sporcarsi le mani con le problematiche quotidiane dei cittadini e che faccia del contatto diretto con la realtà, dei luoghi e delle organizzazioni, lo spazio ideale per sperimentare la generazione di un pensiero nuovo da cui far nascere risposte creative a problematiche spesso ataviche: mancato sviluppo socioeconomico, scarso senso civico delle popolazioni, disorganizzazione dei servizi , abbrutimento delle città, degrado dei quartieri, ecc…

Non abbiamo bisogno di copiare

Le analisi riguardanti i temi dello sviluppo, della crescita e del futuro si concentrano su riflessioni ed opinioni, quasi esclusivamente, di carattere economico. Per troppo tempo abbiamo delegato altri a fare quello che avremmo potuto(dovuto) fare noi.

Prendere atto di una situazione di crisi, testimoniata da tanti indicatori, è un’operazione non particolarmente complicata, specie se ci si limita a registrare l’esistente. Il nostro compito è allenare i cittadini, le istituzioni, le comunità ed i territori a porsi delle domande per avviare un diverso processo di costruzione delle decisioni che riguardano la policy ed il futuro delle nuove generazioni in un ambiente sano e responsabile. Si pensi al turismo in Calabria ed alla sue difficoltà di diventare una vera risorsa per lo sviluppo locale , pur in presenza di “attrattori ” più unici che rari.

Appare evidente , come del resto conferma il successo di località turistiche di altri contesti, che l’origine dell’insuccesso stia nell’incapacità di fare sistema e creare le giuste relazioni e collaborazioni necessarie per la formazione del prodotto turistico.

I Sociologi abbiamo tanti limiti. E’ tuttavia indubbio che la nostra è una formazione aperta e multidimensionale che, piu’ di altre discipline, può aiutare a creare capitale sociale, inteso come reti di relazioni tra sistemi produttivi e sociali in cui far veicolare relazioni fiduciarie e stimoli per l’innovazione , individuale e di gruppo.

Quante iniziative si potrebbero sperimentare in Calabria, magari sotto l’egida della nostra organizzazione, per realizzare esempi virtuosi di costruzione di capitale sociale? Potrebbe essere un modo efficace di far comprendere la specificità dei saperi e delle competenze del Sociologo.


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