La cultura nell’antica Roma nel II secolo a.C.
di Giovanni Pellegrino –
Le guerre di conquista in Oriente ebbero importanti conseguenze sui costumi e sulla cultura romana perché permisero il contatto diretto dei Romani con la civiltà greco ellenistica.
A sin. Prof. Giovanni Pellegrino
Nel II secolo a.C. entrò prepotentemente a Roma la cultura greco ellenistica portata dai commercianti, dai soldati, dagli schiavi, dai letterati e dai filosofi. Contro di essa si contrappose quel partito tradizionalista impersonato da Catone il Censore che nella Grecia riconosceva il nemico dei tradizionali costumi romani. Per uomini come lui, la Grecia era un mondo privo di valori e di moralità che avrebbe irrimediabilmente minato le ammirevoli virtù civiche dei cittadini romani.
Catone condusse quindi una dura lotta contro l’ostentazione del lusso e della ricchezza privata diffusasi dopo la conquista dell’Oriente ellenistico. Altresì egli si oppose strenuamente alle tendenze ellenizzanti degli Scipioni cercando di fornire nel campo culturale un’alternativa al dilagare dei modelli greci. Sotto il patrocinio illuminato di Scipione Emiliano, intellettuali greci come lo storico Polibio e il filosofo Panezio, seppero fondere cultura ellenistica e ideologia romana formulando le prime teorie che giustificavano come provvidenziale per il mondo intero il dominio romano.Nonostante la dura opposizione di Catone i modelli greci penetrarono sempre più nel mondo romano in tutti i settori del mondo della cultura.
Dobbiamo dire che il circolo politico letterario facente capo alla famiglia degli Scipioni riuscì a trovare la giusta via di mezzo lasciandosi da un lato conquistare da tutto ciò che di bello la cultura greca offriva e dall’altro tenendo ben fermi i principi ed i valori del mondo romano. Il primo settore a essere interessato dall’influenza del mondo greco ellenistico fu quello religioso. Le divinità tradizionali romane furono definitivamente identificate con gli dei greci corrispondenti e rappresentate come tali. La mitologia greca fu largamente accettata nella mentalità romana anche se i riti specifici romani furono rigorosamente mantenuti.
Un fenomeno religioso nuovo consistette nella penetrazione di alcune divinità orientali in Italia: per fare degli esempi i culti di Bacco e della dea Cibele con le loro cerimonie orgiastiche causarono turbamenti nell’ordine pubblico a Roma. Per tale ragione in un primo momento tali culti furono proibiti in Italia con un decreto del Senato del 186 a.C.. Tuttavia in un secondo momento tali culti vennero gradualmente accettati anche se con vincoli e condizionamenti sociali. Ma altri culti entrarono a Roma in tale periodo storico. Per fare un esempio concreto entrarono nel mondo romano i culti di altri dei orientali venerati dagli schiavi o dai vari mercanti e affaristi che giungevano sempre più numerosi nella città di Roma. Tali culti orientali continuarono a diffondersi nell’ambito italico trovando anche qui un certo numero di adepti .
Nel complesso possiamo dire che nel II secolo a.C. si ebbe un certo ampiamento del numero di religioni che riuscivano a trovare adepti a Roma e tra le popolazioni italiche. Molto aperta fu senza dubbio Roma alla penetrazione della filosofia greca. Nell’ambito della filosofia greca stoicismo epicureismo e scetticismo furono le correnti del pensiero filosofico che trovarono spazio tra l’élite romane molto sensibili alla discussione di problematiche quali il rapporto tra l’individuo e lo Stato e tra la forza e il diritto. Il circolo degli Scipioni si lasciò guidare prima dal filosofo stoico Panenzio e poi dal suo allievo Posidonio di Apamea.
Dobbiamo mettere in evidenza che lo stoicismo diventò la filosofia più coltivata nell’ambiente aristocratico romano essendo compatibile con le tradizioni di legalità e responsabilità che rivestivano molta importanza nel mondo romano. Dopo la II guerra punica cominciò a Roma una vera storiografia. Essa in un primo momento era in lingua greca con gli “Annales” di Quinto Fabio Pittore ma successivamente si ebbe anche una storiografia in latino con le “ Origines” scritte da Catone il Censore. Seguendo i modelli greci la letteratura latina conobbe un notevole sviluppo con le commedie di Plauto e Terenzio e la poesia di Gneo Nerio e di Lucidio. A loro volta le arti greche conquistarono totalmente la società romana e il lusso dell’élite ellenistiche venne ripreso e praticato largamente ed ampiamente dai ceti sociali superiori romani.
Non possiamo mettere in dubbio che l’aperura verso tali influssi stranieri nonostante resistenze e reazioni fu accompagnato da un certo cambiamento di mentalità. Verso la fine del II secolo a. C. le usanze sociali romane divennero più permissive rispetto al passato. Per fare degli esempi basti pensare all’aumento del numero dei divorzi ma anche al lusso praticato dai ricchi. In tale periodo storico si verificò nel mondo romano una certa emancipazione delle donne che ormai potevano ereditare e fare testamento. A sua volta l’educazione e il comportamento dell’ élite sociali subirono un grande l’influsso greco cosicché la lingua greca ne diventò il tratto culturale specifico e caratterizzante. Tra le novità apportate da questo cambiamento senza dubbio epocale si può annoverare anche una certa labilità morale nei ceti sociali superiori. Tale labilità morale determinò una tendenza a trasgredire le regole politiche e sociali rigide degli antenati per promuovere interessi particolari degli individui.
Da quanto abbiamo detto finora appare evidente che il panorama culturale romano del II secolo a.C. andò incontro a quelli che gli storici sociali e i sociologi definiscono fenomeni di mutamento sociale strutturali. Tali mutamenti furono anche molto veloci e profondi dal momento che interessarono non un solo settore della vita sociale e culturale ma numerosi ambiti socio culturali come abbiamo cercato di mettere in evidenza in questo articolo. Concludiamo il nostro discorso precisando che nel secolo successivo molti di tali fenomeni di mutamento sociale registreranno un aumento di tipo esponenziale.