Tra conformismo e de-individuazione
di Sofia Pulizzi
La sociologia è una disciplina sottovalutata ancora da molti, da altri poco conosciuta invece. <<<= E. Durkheim
La sociologia è una disciplina sottovalutata ancora da molti, da altri poco conosciuta invece. Si parla di psicologia, si parla di economia, si parla di criminologia ma poche volte viene citata la sociologia e l’importanza che ha e ancora una volta in pochi sanno che quest’ultima si posiziona alla base di tutto. La sociologia infatti è la scienza sociale che studia i fenomeni della società umana, indagando anche il rapporto tra il singolo individuo e il gruppo sociale, in particolar modo si tratta dello studio scientifico della società. A tal proposito, mi soffermerò sulla relazione tra l’individuo e il gruppo sociale. Cosa succede quando un individuo entra a contatto con un gruppo? Con una folla?
Ogni caso è a sè naturalmente, dipende da che tipologia di gruppo si tratti, (un gruppo di delinquenti, un gruppo di scienziati), quello su cui è importante focalizzarsi è il cambiamento che si nasce nel soggetto ogni qualvolta viene a contatto con un qualsiasi gruppo sociale. Se quell’uomo non si fosse trovato in quel ambiente, in quel determinato momento e se non fosse stato assalito dalle suggestioni del gruppo , avrebbe ugualmente assunto quell’atteggiamento o si sarebbe comportato in maniera diversa?
Tutti noi abbiamo comunemente l’idea di cosa sia un gruppo o una folla: l’associazione che la nostra mente fa pensando a questo concetto è riferita ad un gruppo di persone riverse per strada o in un luogo dove ci sia tanto spazio, definiremo la folla o il gruppo come un ammasso di individui insomma. L’anima collettiva della folla non è l’anima dei singoli individui che la compongono ma è una vera e propria neoformazione che si viene a creare, ha una propria fisionomia, una propria estetica, un proprio ideale e più numerosa è la folla più aumenta negli individui il senso di de responsabilità, decresce invece l’autonomia e l’iniziativa personale dei singoli soggetti
Nel passato, molti autori, scrittori, sociologi, psicologi, si sono dibattuti su tale argomento, uno tra questi fu Scipio Sighele, il quale definiva la folla come propensa al male, affermando che da essa non nasce nulla di buono. Secondo la sua teoria, le qualità migliori dei singoli individui all’interno del gruppo si elidono per lasciar spazio all’insorgere di quegli stati primitivi e violenti, per queste ragioni le folle erano considerate un brutale pericolo.
Un altro contributo importante che arriva dal passato è quello di Gabriel Tarde, colui il quale ha messo in evidenza il concetto di IMITAZIONE, è proprio quest’ultima, secondo l’autore, che permette al gruppo di aggregarsi e trasformarsi in un movimento di massa, definendo l’individuo all’interno di un gruppo come “una particella oscillante nei flussi costanti dell’interazione.” Come dargli torto, se pensiamo alla nostra quotidianità ne abbiamo la prova, esempio lampante sono le sale da teatro o le assemblee o ancora le riunioni politiche dove un solo applauso o un solo fischio bastano per influenzare il resto del pubblico che sta vivendo quella situazione, la sta osservando, ne prendo esempio e la mette in atto.
E’ importante mettere in luce però, come l’immersione di un singolo individuo all’interno di un gruppo, non ha solo aspetti negativi, anzi, secondo un giornalista e scrittore statunitense James Surowiecki, il gruppo o la folla può essere anche saggia, intelligente affermando che le nostre capacità di giudizio singolarmente imperfette, se si aggregano nel modo giusto fanno si che l’intelligenza collettiva possa diventare eccezionale. . Al giorno d’oggi, un esempio che rappresenta perfettamente l’applicazione concreta della teoria sopra descritta è la piattaforma Wikipedia, il termine sta a significare “cultura veloce” è uno dei siti come sappiamo più visitati al mondo e dal quale noi attingiamo per saperne di più, una vera e propria enciclopedia moderna potremmo definirla.
Si tratta di una piattaforma gratuita basata sulla libertà di pensiero di tutti coloro i quali ne fanno parte, allo stesso tempo è composta da una community molto rigida che controlla ogni contenuto che viene pubblicato; in quanto è scontato dire che ogni affermazione deve essere corretta e attendibile. Il rischio più grande quindi è quello di scommettere sul sapere comune, di dar fiducia ad un gruppo molto ampio di individui e per la prima volta grazie alle nuove tecnologie viene data importanza all’intelligenza di massa, al fatto che più individui insieme possano fare del bene.
Questo era il concetto di cui parlava James Surowiecki, la saggezza della folla. Un’altra piattaforma internet che incarna perfettamente la teoria dello scrittore statunitense è Yahoo, si differenzia da Wikipedia perché chi decide il valore di un’affermazione, quindi se è vera o falsa, se poter fare affidamento su di essa o meno, é il lettore. Yahoo offre diversi spunti su cui riflettere, permette di venire a conoscenza di una vasta gamma di informazioni ed esperienze altrui. Quello che possiamo esplicare con certezza è che, il periodo storico, le nuove invenzioni, le tecnologie e tanti altri fattori hanno influenzato il pensiero della folla, i connotati che vengono associati ad essa.
. Riguardo questa tematica, sociologia e psicologia sociale si intersecano, quest’ultima disciplina ci espone come i fattori di questi cambiamenti che avvengono nel singolo individuo nel momento in cui entra a contatto con un gruppo, avvengono per il senso di potenza invincibile che si viene a creare per via della numerosità di soggetti che sente al suo fianco, in secondo luogo per la suggestionabilità, ovvero un annullamento della personalità cosciente e un predominio della personalità inconscia. In terzo luogo, ha importanza anche il meccanismo di contagio attraverso il quale gli individui tendono ad uniformarsi gli uni agli altri, meccanismo che potremmo definire influenza pluralistica.
Non si può negare che tutti noi cambiamo i connotati del nostro essere dinnanzi ad un gruppo, ci plasmiamo in base a quello che gli altri vogliono vedere di noi, per essere accettati magari, lo facciamo consapevolmente o senza accorgercene. Più concretamente, conosciamo tutti quella categoria di persone che comunemente definiamo introverse, timide, riservate, impacciate e insicure, questi soggetti, sapendo che esiste un gruppo che condivide le loro paure, ansie, preoccupazioni farà di questo gruppo il veicolo attraverso il quale dar voce ai suoi pensieri, quindi il gruppo, in questo caso, diventa un vero e proprio megafono per chi fino a quel momento aveva vissuto ai margini.
Anche al contrario però, è appurato che da soli faremo cose che dinnanzi ad una folla non ci sentiremo nella condizione di fare, per pudore, riservatezza o privacy. Crediamo di vivere in un mondo che si sta dirigendo sempre più verso un duro individualismo ma in realtà sentiamo il bisogno della condivisione con gli altri, è un bisogno innato, questo perché in realtà certe volte è un sollievo abbandonarsi alle convenzioni sociali e non dover valutare ogni situazione con occhio critico, perché costerebbe troppa fatica e tutti sappiamo che alla gente piacciono le strade più facili.
Ricordiamo sempre che tutto ciò che abbiamo detto ha un valore probabilistico, non si tratta di una verità scientifica assoluta, in quanto gli esseri umani sono così diversi tra loro e quando questi si uniscono tutto diventa così irrazionale e mai scontato. Non possiamo prevedere come reagiranno due individui che interagiscono insieme per un determinato periodo di tempo o i cambiamenti caratteriali che subirà un individuo se lo spostiamo da un gruppo ad un altro, possiamo solamente studiare caso per caso, persona per persona e gruppo per gruppo per avere un’analisi precisa. Quello che possiamo certamente affermare però è che un individuo cambia il suo modo d’essere a seconda del contesto, gruppo, luogo o persona si trovi davanti.
Dott,ssa Sofia Pulizzi – sociologa e criminologa