Invasione dell’Ucraina: “Uomini che si uccidono senza conoscersi”

Bandiera Ucraina

Il fronte della solidarietà verso il popolo ucraino si allarga e coinvolge il mondo dei sociologi. La più quotata associazione di questa categoria di professionisti, l’ASI- Associazione Sociologi Italiani, ha inteso offrire la disponibilità della sede della Macro Deputazione “Italia Nordest” di via Federico Borromeo di Rho Milano, dove è stato istituito un centro di ascolto e di raccolta di generi di prima necessità. 

A coordinatore le attività il presidente della Delegazione lombarda, Dott.  Sabino Cipriano, il quale si avvale anche della disponibilità logistica messa a disposizione dal dott. Pietro Prudente, socio della stessa delegazione.

Molto spesso – dichiara il vicepresidente nazionale ASI, Avv. Prof. Michele Miccoli- “non si riesce a discernere se stiamo vivendo in un mondo surreale o in una tragica realtà. Purtroppo, si tratta della seconda e mi sia consentito affermare che la storia ad alcuni personaggi nulla ha insegnato”. 

Prof. Avv. Michele Miccoli ==>>

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sta mettendo a dura prova la pace mondiale. Per questo – sottolinea il prof.  Michele Miccoli – “l’Associazione sociologi italiani non solo prende le distanze, ma stigmatizza il comportamento del Premier russo, il quale ha trascinato in guerra una nazione sovrana con devastanti conseguenze che peggiorano di giorno in giorno”.

Le immagini dell’occupazione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin lasciano spazio al dubbio sul futuro della pace in Europa. E mettono sul banco degli imputati non solo il capo del Cremlino, ma anche l’attendismo del mondo occidentale che non è stato in grado di completare il nuovo assetto geopolitico dopo la fine del comunismo e la conseguente dissoluzione delle Repubbliche socialiste sovietiche. Sostiene, da parte sua, il presidente nazionale Antonio Latella ( nella foto a sinistra)

Di fronte all’eroica resistenza degli ucraini, alle sanzioni dell’UE e USA e, soprattutto, alla condanna di gran parte delle democrazie sparse per il mondo, c’è da chiedersi – scrive Latella -quanto durerà questo fronte anti Russia.  Non ci riferiamo al coraggio dell’Ucraina di fronte alle bombe, ai razzi, ai bombardamenti degli insediamenti civili, ai morti, alla colonna di blindati putiniani (lunga 65 chilometri) pronta all’attacco finale, ma su quando influiranno gli egoismi nazionali degli Stati europei sulla durata di questo fronte anti Putin.  Non dimentichiamo   che gran parte dell’Europa, con in testa l’Italia, dipende dalle fonti energetiche russe e che il nostro Parlamento oltre ad approvare le sanzioni economiche ha deciso di inviare armi all’Ucraina.

Risoluzione che è stata approvata sia dalla maggioranza che dall’opposizione, ma che non ha mancato di provocare piccoli mal di pancia costringendo qualche leader nostrano a fare un distinguo tra la necessità di fermare le colonne che stanno marciando su Kiev e gli eventuali sacrifici degli italiani per la crisi energetica. I soliti populisti, alfieri della politica cerchiobottista: gli stessi che in questi anni sono andati in processione al Cremlino. Contro le armi servono dispositivi di difesa, come ha deciso il nostro Parlamento, con buona pace di quanti fingono di non capire che oggi è toccato all’Ucraina e domani chissà a qualche altra nazione sovrana del nostro continente. / a.l.


Lascia un commento

Anti - Spam *

Cerca

Archivio