VIOLENZA ADOLESCENZIALE, IL RUOLO FONDAMENTALE DI SCUOLA E FAMIGLIA

di Antonio Latella *

Gazzetta del Sud 26 febbraio 2022

I due recenti fatti di cronaca avvenuti a Reggio Calabria (l’accoltellamento di piazza Camagna e l’aggressione di uno studente dell’istituto superiore “Panella – Vallauri”) non sono soltanto il frutto della violenza adolescenziale che caratterizza il nostro Paese. Su questo versante non esiste un “caso Reggio”, ma i due episodi fanno parte di un fenomeno molto più ampio e in continuo aumento in una società sempre più litigiosa nel linguaggio e nei comportamenti. Litigiosità che si trasforma spesso in violenza, come dimostrano le varie vicende, dai femminicidi all’imperversare delle baby gang, che quotidianamente vengono veicolate dai media.

La civiltà – mondo è alle prese con nuovi paradigmi socioculturali che continuano a produrre un profondo stato di crisi tra e all’interno delle principali agenzie educative: famiglia e scuola in particolare. Una crisi che registra l’impotenza dello Stato e della sua fondamentale azione pedagogica. Anche per questo scuola e famiglia hanno perso l’autorevolezza delle gerarchie nel rapporto genitori-figli e nella relazione docenti–discenti. Entrambe, scuola e famiglia, hanno l’obbligo di cancellare l’attuale rapporto conflittuale e dare vita ad un nuovo patto di collaborazione con al centro una marcata autonomia dell’attività didattica, sempre più caratterizzata dall’intrusione, spesso sfociata in reazioni inaccettabili di violenza verbale e fisica, dei genitori nei confronti del corpo docente.

Il raggiungimento di questo auspicabile equilibrio passa dall’azione delle istituzioni e, soprattutto, dall’impegno della politica ad attuare una nuova rivoluzione culturale, che non frustri le aspettative dei giovani ma sappia veicolarne positivamente le energie. Non basta dirsi indignati o denunciare “un vuoto etico e morale” – come segnalato dalla maggioranza di Palazzo San Giorgio, sede del comune di Reggio Calabria – per declinare ogni responsabilità sulla frantumazione della coesione sociale. L’individualismo è la più grande negazione di un modello di società responsabile, solidaristica e rispettosa del diritto degli altri.

 Nell’era della comunicazione globale, in cui tutti hanno diritto di parola, il linguaggio senza regole proietta il cittadino in una vera e propria giunga dove si combatte una guerra di tutti contro tutti. Oggi assistiamo a continui regolamenti di conti notificati tramite social: quasi dei “flashmob” della violenza, rituali usati, in prevalenza, da bande di adolescenti che si danno appuntamento per affrontarsi nelle piazze. Questi strumenti di democrazia e di partecipazione, da parte di adolescenti e adulti, spesso vengono usati in modo improprio e scorretto. Ed è su questo aspetto che lo Stato, le istituzioni, la politica e la società civile sono chiamati a mettere in atto azioni mirate per riportare il vivere associato dei giovani nell’alveo dello sviluppo sociale, culturale ed economico della società postmoderna.

*presidente nazionale dell’Associazione Sociologi Italiani

Nella foto l’intervento pubblicato dal quotidiano Gazzetta del Sud


Lascia un commento

Anti - Spam *

Cerca

Archivio