Maghi e occultisti: un giro d’affari da oltre 8 miliardi cresciuto del 500% dall’avvento della crisi economica

di Michele Miccoli

Nel 1942 Peppino De Filippo presentò al pubblico italiano un suo lavoro teatrale dal titolo “Non è vero ma ci credo”. Il maestro riuscì mirabilmente a definire i connotati della superstizione e di chi crede negli amuleti, negli occultisti e nella lettura delle carte, in grado di rivelare ciò che avverrà. Il successo della pièce teatrale fu tale che fu deciso di adattarla per il cinema. Ancora oggi è considerato il massimo capolavoro dell’ampia produzione teatrale del commediografo e attore comico napoletano.

<<== Prov. Avv. Michele Miccoli

Fin dall’antichità gli esseri umani cercano di indagare il mistero che si cela nel futuro, e di garantirsi qualche vantaggio personalizzato, magari attraverso la creazione di amuleti realizzati su commissione, con costi che partono da poche decine di euro fino a qualche centinaio. Se persino certi personaggi politici e capi di stato si rivolgono ai cartomanti per ottenere risposte ai loro dubbi, principalmente riferiti alla loro elezione o a qualche importante decisione da intraprendere, non si può dire che il fenomeno aggredisca solo la gente comune.  È invece vero che la gente comune si rivolge maggiormente al settore quando è in atto una crisi economica, e considerando che ormai viviamo il più lungo periodo di dissesto finanziario a livello mondiale, è facile immaginare quale sia la situazione attuale.

In televisione, in radio, sul web, è un proliferare di pubblicità riferite alla lettura delle carte, alla divinazione, alla creazione dell’amuleto personalizzato che sconfiggerà il male, attrarrà l’amore eterno o sarà in grado di permettere al suo possessore di trovare il lavoro agognato. In Italia non esiste una legge che vieti questo tipo di attività. Veggenti, e maghi, sono considerati come liberi professionisti, a patto che non si attribuiscano poteri sovrannaturali come guarire le malattie e quindi consigliare di sospendere le cure, oppure di poter esorcizzare qualcuno inducendolo a ritenere di essere posseduto. In tal caso il rischio è di essere denunciati, e condannati, per il reato di truffa aggravata, e a patto che non dimentichino di emettere regolare fattura per le prestazioni fornite, o la sanzione amministrativa busserà alla porta senza alcuna necessità di guardare nella sfera di cristallo.

La crisi crea in molti un’intensa necessità di conforto, e rivolgersi a un veggente sana un poco dell’ansia cagionata dalla penuria di denaro, dalla perdita della sicurezza sul futuro e, in generale, fa sperare in un possibile ribaltamento della situazione. Papa Francesco, subito dopo la sua elezione, dichiarò: “Per guadagnarsi il Paradiso, bisogna seguire Gesù nel cammino della vita, non cartomanti e presunti veggenti”, dimenticando però che pure chi va in chiesa a battersi il petto spesso chiede qualche numero fortunato da giocare al lotto, come ricordò Massimo Troisi in un famoso sketch che tutti ricordiamo, e non accade solo a Napoli, città della superstizione per antonomasia, bensì lungo tutto lo stivale.

Passiamo ora a un po’ di dati aggiornati, che permettono di comprendere meglio la situazione. Sono circa 13 milioni gli italiani che si rivolgono agli oltre 155.000 maghi, santoni e capi di sette di vario genere. E’ difficile stabilire con certezza gli introiti incassati da questi professionisti, perché molti di essi eludono il fisco, però – grazie a uno studio realizzato dal Codacons – si è potuto scoprire che dal 2008 – anno dell’avvento della crisi economica – al 2018, il giro d’affari è aumentato del 500% registrando incassi da capogiro: circa 8 miliardi di euro. La crisi crea anche vantaggi economici, ma solo ad alcuni.

Anche l’Osservatorio Antiplagio, che si occupa di analizzare il fenomeno dell’occultismo, fornisce alcuni dati interessanti, come quelli sulle motivazioni che spingono così tante persone, di ogni ceto sociale, a rivolgersi al guru di turno. L’incertezza sul lavoro e i dubbi legati alla capacità economica sono al primo posto tra le richieste. La situazione sentimentale è al secondo posto. L’ansia del dubbio scaturito dalla domanda “Cosa sarà di me”? è dura da sedare autonomamente. Meglio chiedere a chi potrebbe saperne di più, non si sa mai.

Questo grande successo porta a un’altra considerazione: la società moderna è sempre meno avvezza ad avere la capacità di risollevarsi dalle intemperie che la vita porta a tutti noi. Più facile è tentare di dare una mano al destino, pagando però un balzello che può arrivare, in alcuni casi, a diverse migliaia di euro. Ognuno sia libero di decidere come spendere il proprio denaro, e a chi affidare la scoperta della propria sorte, l’importante è assumersi la responsabilità delle proprie scelte e valutare in anticipo quanto s’intende spendere in questa impresa.

Buona fortuna a tutti.


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