Il fascino del mistero nella società contemporanea
Nella società contemporanea esistono molti miti che hanno la funzione principale di fornire motivazioni e dare un senso alla vita degli individui. In questo articolo prenderemo in considerazione uno di tali miti ovvero il fascino del mistero.
<<== Prof. Giovanni Pellegrino
Quando noi affermiamo che nella società contemporanea esiste una forte tendenza a mitizzare cose, fatti, persone e fenomeni sociali, intendiamo dire che molte cose, persone e fenomeni sociali diventano oggetto di una vera e propria idolatria da parte degli uomini contemporanei. In estrema sintesi possiamo dire che il processo di mitizzazione determina un aumento in maniera esagerata di tutto ciò che subisce tale processo: esso fa perdere agli individui la capacità di valutare in maniera critica ed oggettiva nonché razionale il reale valore di tutto ciò che viene mitizzato. La mitizzazione può essere considerata l’oppio degli uomini contemporanei. Per dirla in altro modo, nella società contemporanea esiste una vera e propria “fame di miti” che spesso è diretta conseguenza della crisi dei grandi valori che un tempo davano un senso alla vita di un individuo e fornivano altresì loro le motivazioni per compiere azioni degne di lode.
Spesso il processo di mitizzazione è un modo per compensare frustrazioni e fallimenti personali dal momento che gli individui non sono soddisfatti dei traguardi raggiunti e sentono il forte bisogno di mitizzare qualcosa o qualcuno. Dopo queste considerazioni sul processo di mitizzazione affronteremo il tema del nostro articolo ovvero il ruolo giocato dal fascino del mistero nel mondo contemporaneo. Dobbiamo dire che nonostante la scienza e la tecnologia siano arrivate oggi a livelli mai raggiunti nella storia del genere umano, il mistero esercita un grandissimo fascino sugli uomini contemporanei. Possiamo dire che razionalità e irrazionalità convivono senza generare conflitti in moltissimi individui moderni che non tengono in nessun conto il principio di non contraddizione. Alcuni sociologi ritengono che tale interesse per il mondo del mistero debba essere considerato un segno della crisi della razionalità. Noi non condividiamo in maniera assoluta l’idea che il ritorno del fascino del mistero sia un segno della crisi della scienza che è la più perfetta forma di conoscenza raggiungibile dall’uomo nel mondo terreno.
Tutti quelli che criticano la scienza dovrebbero tener presente che negli anni trenta la vita media degli individui era di quarantanove anni mentre oggi raggiunge gli ottantacinque anni. Naturalmente non bisogna pretendere dalla scienza cose impossibili, come ad esempio rispondere alle domande: esiste Dio? Esiste una vita dopo la morte? Infatti la risposta a tali domande presuppone conoscenze di tipo metafisico al di fuori delle capacità cognitive degli uomini. A nostro avviso la mitizzazione del fascino del mistero non è segno della crisi della scienza ma del desiderio di esplorare la dimensione soprannaturale utilizzando criteri e modalità diversi da quelli proposti dalla religione cattolica che si basano sulla fede. Tali criteri venivano dalla nuova religiosità di tipo gnostico e neopagano tipica del New Age, della Wicca e dei nuovi movimenti magico- religiosi. Come tutti sanno oggi assistiamo al ritorno in grande stile di un neopaganesimo multiforme che fa sentire la sua influenza in tutti i settori della vita sociale. In sintesi il fascino del mistero deriva almeno in parte dal fatto che moltissimi individui rifiutano le modalità proposte dalla religione cattolica per entrare in contatto con la dimensione soprannaturale (fede, preghiera, ascetismo) e mettono in atto modalità di rapportarsi al soprannaturale condannate dalla religione cattolica.
Ad esempio molti individui ricorrono alle pratiche magiche, allo spiritismo, al satanismo, all’evocazione dei componenti del “piccolo popolo” nonché alla adorazione di divinità pagane quali Gaia e la Grande Madre. Oramai nessuno mette in dubbio che nel mondo occidentale si è verificata la grande rivincita del paganesimo che ha determinato una profondissima crisi della religione cattolica. Esiste inoltre una mitizzazione del fascino del mistero che si basa sulla convinzione che la mente umana possieda dei poteri divini che le permetterebbero di ignorare le leggi della natura e di modificare gli eventi della vita degli individui ( basti pensare al cosiddetto “pensiero positivo” tipico della visione del mondo del New Age). Moltissimi individui sono fortemente attratti dallo studio dei misteri riguardanti motivi divini della mente umana a causa del fatto che l’uomo, fin dai tempi del paradiso terrestre ha sognato di diventare come Dio e di avere poteri divini (vedasi il Peccato Originale). Inoltre esercitano molto fascino sugli uomini tutti quei misteri collegati con le civiltà del passato anche se spesso alcune di tali civiltà diventano oggetto di processi di idealizzazione nel senso che si nota una vera e propria idolatria nei loro confronti che non tiene conto della realtà storica.
Per fare un esempio citeremo l’idolatria che gli acquariani e gli adepti della Wicca dimostrano nei confronti della civiltà e della religione celtica. Moltissimi sono dunque i misteri che attirano gli uomini contemporanei. A tale riguardo Berlitz scrive: “ecco dunque il fiorire di romanzi occulti, di saggi sulle civiltà del passato, sul continente di Atlantide, sulla ‘ archeologia spaziale, sulle religioni iniziatiche, sulle antiche scienze, sui personaggi circondati da un alone di mistero, sulle leggende e sui fenomeni paranormali e così via”. 1 (C. Berlitz, Atlantide, Edizioni Mediterranee, Roma, 1984, p.10). Come si vede esistono misteri di ogni tipo che rendono la mappa dei misteri presenti nella società contemporanea estremamente variegata e pluridimensionale.Tuttavia dobbiamo dire che contribuiscono alla mitizzazione di un certo numero di misteri le affermazioni e le teorie non sostenute da dati di fatto divulgati da individui che pubblicano libri su tali fatti misteriosi. Essi spacciano per dati di fatto e per clamorose scoperte quelle che altro non sono che delle semplici opinioni personali al massimo suffragate da semplici indizi. Un’altra causa della mitizzazione di un certo numero di misteri sta nel fatto che quasi tutte le persone che leggono i libri di tali autori non hanno conoscenze scientifiche e storiche per esprimere una valutazione oggettiva del valore reale di tali teorie.
In questa sede non possiamo effettuare considerazioni di carattere sociologico e psico-sociale su tutti i più importanti misteri che attraggono l’uomo contemporaneo, in quanto dovremmo scrivere un intero libro su tale argomento e non un semplice articolo. Pertanto ci limiteremo a formulare alcune considerazioni sociologiche e psico- sociali sul mistero di Atlantide, il presunto continente perduto che si sarebbe inabissato nelle acque dell’oceano Atlantico circa diecimila anni fa. In tale articolo vedremo il significato filosofico, sociologico e storico- religioso del mistero di Atlantide. L’esistenza di Atlantide viene sostenuta da Platone che ci parla del perduto continente in due dialoghi ma la maggior parte degli studiosi ritiene che la descrizione di Atlantide sia uno dei tanti miti presenti nelle opere di Platone e non un fatto storico. Non possiamo in questa sede fare delle considerazioni filosofiche sull’importanza dei miti nel pensiero platonico ma possiamo dire che è molto probabile che Patone abbia utilizzato il racconto di Atlantide non per sostenere l’esistenza storica del presunto continente ma per altri fini come accadeva per gli altri miti platonici. Detto ciò cercheremo di mettere in evidenza le conseguenze psico-sociali che deriverebbero dalla dimostrazione dell’esistenza di Atlanatide. In effetti tale dimostrazione avrebbe un fortissimo impatto psicologico e sociologico sia sulla comunità scientifica sia sulla gente comune in quanto farebbe saltare la concezione lineare della storia, uno dei capisaldi della percezione sociale della realtà nel mondo occidentale. Come tutti i sociologi sanno, modificare la percezione sociale della realtà significa cambiare radicalmente l’universo sociale.
La concezione lineare del tempo e della storia si basa sul presupposto che la società moderna è quella nella quale è stato raggiunto il massimo grado di progresso scientifico e tecnologico mai avuto in tutta la storia dell’umanità. Se si dovesse provare che Atlantide prima di essere distrutta aveva raggiunto un notevole livello di sviluppo scientifico bisognerebbe mettere in discussione i capisaldi della concezione del mondo e si avrebbe quello che i sociologi chiamano shock culturale. Dal punto di vista della storia delle religioni il grande interesse che si registra nel mondo contemporaneo per il mistero di Atlantide può essere considerato una forma moderna di quella che gli storici delle religioni chiamano “ nostalgia delle origini”. Tale nostalgia è presente a livello conscio ed inconscio negli animi degli uomini. Essa fa riferimento a un lontano passato nel quale esisteva quella che gli storici delle religioni chiamano” l’età dell’oro”, un’età di pace, prosperità ed abbondanza. In effetti Atlantide viene definita da Platone come “l’età degli dei”, nella quale gli abitanti di tale continente si trovavano in una specie di paradiso terrestre. Infine per molte persone Atlantide è la culla della civiltà e della razza umana, ragion per cui collegano ad essa quelli che gli storici delle religioni chiamano “miti delle origini” od anche “miti di fondazione ,che fanno riferimento ad avvenimenti accaduti all’alba della storia del genere umano. Tali fatti avrebbero condizionato in maniera irreversibile l’umanità.
Prof. Giovanni Pellegrino
Prof.ssa Mariangela Mangieri
Bibliografia
R. Baschera, 2000 nell’anno del Signore, Milano, 1989
C. Berlitz, Atlantide, Edizioni Mediterranee, Roma,1984
M. Corvaia, Le profezie di Nostradamus, De Vecchi Editore, Milano, 1982
K. Lowith, Significato e fine della storia, Il Saggiatore, Milano, 19991
G. Pellegrino, Il neopaganesimo nella società moderna,Edisud, Salerno, 2000
G. Pellegrino, Il ritorno dell’astrologia, New Grafic Service, Salerno, 2004
G. Pellegrino, Il new age, Edisud, Salerno,2003
H. Reimann, Introduzione alla sociologia, Il Mulino, Bologna, 1982
J. Vallee, Messaggeri di illusione, Sperling-Kupfer, Milano, 1984