NATI PER LEGGERE: UN PROGETTO CULTURALE E SOCIALE INSIEME

Nati per leggereSi sono svolti a Catanzaro due Corsi di formazione (Corso base per la promozione della lettura del progetto Nati per Leggere e Corso di Facilitatori di Formazione per la promozione della lettura del progetto NpL), organizzati dal Centro per la Salute del Bambino Onlus e da Nati per Leggere. I destinatari dei corsi sono stati gli operatori (bibliotecari, educatori, pediatri di famiglia e di comunità, operatori sociosanitari delle cure primarie, operatori delle associazioni culturali e di sostegno alla genitorialità) che a vario titolo, si impegnano a diffondere il progetto a livello territoriale e, per coloro che hanno partecipato anche al corso di facilitatori, a promuovere attività di formazione a cascata per promuovere, coordinare e ampliare ulteriormente la rete di progetti locali NpL in quelle aree della regione Calabria non ancora coinvolte con progetti.  La personale partecipazione ad entrambi i corsi, mi ha spinto a comunicare e diffondere quelle che sono le finalità, le strategie e le azioni di “Nati per Leggere”. E’ un progetto nazionale, partito nel 1999, di promozione della lettura ad alta voce, nell’ ambito della famiglia, ai bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni.

E’ promosso dall’alleanza tra bibliotecari e pediatri attraverso l’Associazione Culturale Pediatri (che riunisce circa tremila pediatri italiani con fini esclusivamente culturali), l’Associazione Italiana Biblioteche- AIB (che associa oltre quattromila tra bibliotecari, biblioteche, centri di documentazione, servizi di informazione operanti nei diversi ambiti della professione) e il Centro per la Salute del Bambino Onlus, che ha come fini statutari attività di formazione, ricerca e solidarietà per l’infanzia, con una particolare attenzione ai gruppi più svantaggiati. Si vede, quindi, l’ambivalenza del progetto culturale e sociale insieme. La strategia più efficace per promuovere la lettura precoce in famiglia è quella di inserirla nell’ambito delle buone pratiche per la salute del bambino raccomandate dal pediatra, come incluso da tempo nel programma GenitoriPiù sostenuto dal Ministero della Salute e dalle Regioni. Il contatto sistematico e personalizzato con il bambino e i suoi genitori da parte del pediatra consente infatti un’iterazione efficace che deve poi essere ripresa e rinforzata in tutti i possibili contesti (biblioteche, consultori, asili nido, scuole materne). (Per tutte le info www.natiperleggere.it). Il progetto affonda le sue radici teoriche negli studi sulla emergent literacy, ovvero le capacità emergenti che sono necessarie affinché il bambino impari a leggere e scrivere. Queste capacità possono essere sintetizzate in: sviluppo del linguaggio orale, competenze fonologiche, conoscenza del linguaggio scritto e delle sue regole e convenzioni (Foorman, Anthony, Seal set al., 2002;  Sénéchal, LeFevre, Smith-Chant et al., 2001;  Stratton, 1996;  Teale, Sulzby, 1986;  Whitehurst, Lonigan, 1998). L’insieme delle competenze relative allalettura e alla scrittura possono essere precocemente acquisite nei bambini in etàprescolare e ne faciliteranno successivamente l’autonoma capacità di lettura escrittura. Lo sviluppo delle emergent literacy varia in ogni bambino in quanto è influenzato da molti fattori, uno di questi è costituito dall’esposizione del bambino ad attività letterarie, che a sua volta dipende, oltre che dal grado di istruzione dei genitori, dalla loro attitudine a leggere al proprio figlio e dall’età di inizio di lettura (Bus, van Ijzdendom, Pellegrini, 1995;  Causa, 2002;  Causa, Barbiero, 2005). E’ importante iniziare a leggere in età precoce perché la plasticità cerebrale, cioè la capacità del cervello di variare funzione e struttura che consiste nella produzione di nuove connessioni tra i neuroni chiamate sinapsi, è massima nei primi due-tre anni di vita. Esiste quindi una “finestra di opportunità” durante la quale gli effetti della stimolazione ambientale sullo sviluppo della struttura cerebrale e sulle sue funzioni sono massimali, e questo vale in particolar modo per quanto riguarda le funzioni legate al linguaggio (“Strumenti per i pediatri delle cure primarie” a cura di S. Manetti, C. Panza, G. Tamburlini). Uno degli obiettivi principali di NpL è dunque la precocitàdella letturaad alta voce. Perché è stato ampiamente dimostrato che la lettura ad alta voce, se fatta precocemente e con regolarità nei primi anni di vita, è in grado di stimolare lo sviluppo del linguaggio, di migliorare la capacità di attenzione, di promuovere le competenze di lettura, di preparare il bambino al successo scolastico e di motivare il bambino ad amare i libri. Solo chi è «educato a leggere» sentirà il bisogno di farlo per il resto della vita.   Lungi dal pensare che la lettura precoce voglia creare dei piccoli geni, bisogna invece leggere nei primi anni di vita perché ciò contribuisce anche alla crescita delle facoltà relazionali, favorisce le relazioni in famiglia, migliora l’autostima e   facilita la creatività. Ciò che conta per un bambino piccolo non è tanto cosa si legge, ma come lo si fa.

In una società, frenetica e caotica, come quella   contemporanea, è difficile ritagliarsi dei tempi di scambio di emozioni e relazioni adulto/bambino, così la lettura condivisa diventa uno degli strumenti che favorisce l’attaccamento tra i membri della famiglia, che accresce la sicurezza di sé nei bambini e il loro desiderio di apprendere e condividere. Nella relazione primaria e nella coesione familiare si gioca una partita decisiva ai fini della salute e del benessere individuale, così come della buona convivenza sociale. Migliori competenze genitoriali contribuiscono a una «società migliore».La promozione della lettura in famiglia e il sostegno alla genitorialità sono percorsi paralleli,pertanto è possibile affermare che il progetto Nati per Leggere potrebbe e forse dovrebbe essere inserito nei programmi di sostegno alla genitorialità, come mezzo per rafforzare la relazione affettiva genitore-bambino e come intervento di rafforzamento delle relazioni familiari.

E’ chiaro come i concetti chiave di questo progetto siano promozione, lettura, famiglia ed epoca precoce. E se la finalità di Nati per Leggere è la promozione della lettura ad alta voce nell’ ambito della famiglia, mi corre l’obbligo come sociologa, sottolineare come ci sia urgente necessità di conoscere le famiglie di oggi, a cui il progetto si rivolge. In primis bisogna saper leggere la famiglia come fenomeno sociale. La sociologia relazionale (o teoria relazionale della società) formulata da Pierpaolo Donati, che condivido pienamente, mette in luce come la famiglia sia una relazione sociale (non meramente biologica o psicologica) che è dotata di caratteristiche proprie, uniche e insostituibili. Secondo questa teoria, chiaramente espressa nel Manuale di Sociologia della famiglia di Donati, la sociologia deve osservare e studiare la famiglia siadall’esterno che dall’interno. La chiave di lettura proposta è la seguente: non chiediamoci “che cosa è la famiglia?”, quasi presupponendo che esista un oggetto, là fuori, già predefinito, da individuare e circoscrivere. Chiediamoci invece: “che cosa è (che cosa significa fare) famiglia?”.

La risposta verso cui ci orienta la sociologia relazionale è che fare famiglia significa partecipare a un fenomeno sociale specifico (sui generis) che esprime istanze e dinamiche aventi un senso peculiare, le quali ovviamente interagiscono con tutte le altre dimensioni e sfere della società. La famiglia è un sistema sociale vivente che perde o acquista funzioni, si restringe o si allarga, a seconda del “contesto” in cui vive. Contesto significa tutti i fattori rilevanti per la vita quotidiana: dal tipo di insediamenti territoriali, al grado di divisione sociale del lavoro, ai modi e tecnologie prevalenti della comunicazione e della produzione economica, alla forza dello Stato, al tipo di servizi e di reti primarie e secondarie di cui può disporre, e così via. Le varie ondate di “crisi” che hanno investito la famiglia nella società moderna hanno avuto l’effetto di far sorgere nuovi “tipi” di famiglia, e quindi nuove riflessioni sulla famiglia, dalle quali non si può prescindere se si vuole promuovere ed ampliare ulteriormente la rete dei progetti locali Nati per Leggere.    Precedentemente si è detto che lo sviluppo delle competenze emergenti varia profondamente in ogni bambino, in quanto è influenzato da molteplici fattori. Esistono infatti marcate differenze sociali nella capacità di acquisire la competenza fonologica, che derivano dalla quantità e qualità di interazioni verbali a cui è esposto il bambino.(Lonigan C, Burgess S, Anthony J, et al., 1988).

Hart e Risley hanno calcolato che un bambino americano in un’ ora ascolta 616 parole, 5 affermazioni e 11 proibizioni se vive in una famiglia del Welfare;    1251 parole, 12 affermazioni e 7 proibizioni in una famiglia operaia;    2153 parole, 32 affermazioni e 5 proibizioni in una famiglia di professionisti. (Hart B, Risley R., 1995) Lo stato socio-economico condiziona la presenza di materiale letterario in famiglia e la lettura in famiglia (Chaney C. 1994). La scolarità dei genitori influenza l’età di inizio della lettura e la frequenza di una regolare attività di lettura al bambino (Evans M, Shaw D, Bell M. 2000 e Nati Per Leggere 2001). Nelle famiglie con basse risorse umane, sociali ed economiche c’è un basso orientamento alla promozione della cultura dei propri figli e la lettura non è considerata importante per lo sviluppo del bambino. Questa attitudine è poco presente nei nuclei monoparentali, nei nuclei dove vi è un basso rapporto adulti/bambini e nei genitori con basso grado di istruzione (High P, Hopman M, La Gasse L. 1998). Le caratteristiche demografiche e la scolarità materna sono correlate alle opinioni dei genitori sulla lettura, e queste sono altamente predittive sia del grado con il quale una madre espone il proprio figlio alla lettura sia della qualità della lettura che il bambino riceverà in famiglia (Debarishe B. 1995).

Altre ricerche mostrano la correlazione positiva tra presenza in casa di libri e risultati scolastici. Già i dati ISTAT del 2006 avevano messo in evidenza una stretta correlazione tra la presenza di una biblioteca domestica, genitori lettori-narratori, e l’amore per la lettura dei figli. I bambini e ragazzi che vivono in famiglie dove ci sono più di 200 libri hanno 3,5 possibilità in più di essere a loro volta lettori. Chi vive in una famiglia dove entrambi i genitori leggono ha 2,8 probabilità in più di essere lettore. Riguardo alla situazione italiana, i ragazzi che possono usufruire in casa di una pur modesta biblioteca – almeno 50 libri – registrano performance scolastiche di 15 punti superiori rispetto a quelle dei loro coetanei che vivono in una casa carente di libri o in una regione con biblioteche o librerie scarsamente dotate o pressoché assenti nel territorio;    verosimilmente i primi avranno maggiori possibilità di conseguire un titolo di studio più elevato, opportunità migliori di inserimento nel mondo del lavoro, e in prospettiva, redditi più elevati.Garantire l’accesso alla lettura diventa, allora, un vero e proprio pre-requisito per la costruzione di società democratiche. Ecco un altro concetto chiave del progetto Nati per Leggere, la promozione.Perché la promozione della lettura richiede appunto, di essere “promossa”? Una ricerca svolta più di 10 anni fa, ha dimostrato che in Italia l’attitudine alla lettura definita come abitudine a leggere ai bambini nei primi anni con una certa continuità (tre-quattro volte alla settimana) era presente in una minoranza delle famiglie al Centro Nord (dal 20[[][%]] al 30[[][%]]) e in una ancora più sparuta minoranza al Sud (intorno al 10[[][%]]). È evidente che nella maggior parte delle famiglie non vi sono gli strumenti e l’esperienza personale per sviluppare la pratica della lettura precoce in assenza di stimoli e spiegazioni che vengano dall’esterno. Quindi la promozione della lettura è molto più importante quando la famiglia non ha già in sé la consapevolezza e gli strumenti per farlo. Non a caso questa attività è particolarmente efficace a colmare il divario che già nei primi anni di vita si crea tra bambini provenienti da famiglie con livelli educativi e culturali diversi. (Giovanna Malgaroli, Fabio Bazzoli, Nives Benati). Si può affermare che la promozione della lettura è sopratutto uno strumento per l’innovazione e lo sviluppo economico e sociale del Paese.

E’ interessante osservare i risultati che il Progetto Nati per Leggere è riuscito ad ottenere e che sono stati diffusi tramite un articolo di Malgaroli (2010) a cui si fa riferimento di seguito.    Un primo aspetto su cui si ritiene importante focalizzare l’attenzione riguarda l’efficacia che esso ha avuto riguardo alle abitudini di lettura in famiglia. A questo proposito NPL ha realizzato un’indagine in alcune città e comuni italiani (Trieste, Cesena, Basilicata, Sciacca (AG) e in alcuni piccoli comuni nelle province di Milano, Monza e Brianza) per acquisire dati sulla presenza dell’attitudine alla lettura in famiglia prima e dopo l’intervento di promozione della lettura. Lo scopo era quello di dimostrare l’efficacia del progetto, verificando il livello di attitudine alla lettura prima e dopo le attività proposte.

La ricerca non valuta aspetti quali lo sviluppo del linguaggio, le competenze emergenti, il successo scolastico, ma i cambiamenti nelle abitudini familiari per quanto riguarda la lettura con i bambini. Secondo la ricerca condotta da NPL l’attitudine alla lettura risulta essere presente nel 12[%] delle famiglie intervistate al sud e nel 28[%] delle famiglie intervistate nelle regioni al centro-nord. I dati post intervento mostrano in tutti i casi un incremento dell’attitudine alla lettura in famiglia: centro-nord 28[%] prima/39,67[%] dopo, sud e isole 12[%] prima/32,5[%] dopo.

Sulla base di questi dati, è possibile affermare che Nati per Leggere sia un progetto che ha inciso in maniera positiva nel favorire l’incontro tra bambino e libro nel contesto familiare. Si colloca quindi nell’ambito degli interventi di sostegno alla genitorialità, attraverso azioni che comprendono percorsi di sensibilizzazione rivolti ai genitori, alla scuola, alle istituzioni politiche e alla società civile.

I corsi di formazione organizzati dal Centro per la Salute del Bambino Onlus e da Nati per Leggere a Catanzaro, sono stati un ‘ottima occasione per conoscere la realtà calabrese e le risorse territoriali.   Si auspica che da ciò possa realizzarsi una rete di progetti locali NpL anche in Calabria coinvolgendo i comuni, gli operatori e i servizi per l’infanzia nonché diversi microsistemi tra cui le biblioteche, i pediatri, gli educatori, le associazioni e le famiglie.

Per concludere queste riflessioni “ad ampio raggio” sulla questione della lettura che si configura sempre più come una grande questione nazionale,riporto le parole della lettera al Parlamento di Spadafora – Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Li vediamo ogni giorno, nelle nostre case, per le strade, in tv. Spesso ci riempiono la vita, e sono loro ad insegnarci (o ricordarci) le vere priorità. In Italia fra bambini e adolescenti si contano 11 milioni di «persone», di «cittadini». Uso questi termini perché i bambini e gli adolescenti sono già persone, già cittadini. Lo saranno sempre più ed è importante che il Paese si ricordi di loro, li nutra materialmente e moralmente.”


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